La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza storica nel campo del prepensionamento amianto. Gli Ermellini infatti hanno smentito sia il Tribunale di Latina, che la Corte di Appello di Roma, riconoscendo valide le domande di 11 lavoratori pervenute oltre la scadenza dei termini.
Questi ultimi avevano fatto richiesta di prepensionamento amianto: tutti erano dipendenti dello stabilimento navale “Posillipo” di Sabaudia, in provincia di Latina. Esposti ad amianto, non avevano presentato la domanda prima del 15 giugno 2005, termine introdotto nel 2003 dall’allora Governo Berlusconi.
Il Tribunale di Latina aveva dichiarato la decadenza dei termini e la Corte di Appello di Roma aveva confermato tale decisione. “Un grave errore di diritto – secondo l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), perché il termine non poteva essere applicato per non ledere i diritti già maturati prima che la legge fosse modificata“.
Prepensionamento amianto, i diritti non hanno scadenza
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“Gli 11 ricorrenti, in gran parte di Terracina e Monte San Biagio – ricostruisce l’ONA in una nota – hanno lavorato dai 10 ai 20 anni nel cantiere navale che si occupava della realizzazione di imbarcazioni in vetro resina di medie dimensioni; erano a contatto giornaliero con la fibra killer che causa asbestosi, ma anche mesotelioma e diversi tipi di tumore.
L’asbesto era utilizzato per imbottire l’intercapedine tra guscio e paratoie; per rivestire le paratie della sala macchine e dei vani di alloggio dei motori e dei serbatoi; per coibentare la zona motori, come pannelli delle porte tagliafuoco; era usato per rivestire marmitte e altri parti del motore, come guarnizioni. I materiali in amianto erano conservati in magazzino e poi tagliati direttamente nelle navi, in spazi ristretti e mal ventilati. A tutto questo si devono aggiungere le coperture in amianto dei capannoni che negli anni devono essersi deteriorate rilasciando sempre fibre di amianto.
L’effetto di tale sentenza è che ora tutti i lavoratori potranno chiedere all’INPS l’accredito delle maggiorazioni contributive per il prepensionamento o per l’aumento della pensione, per esposizione ad amianto; e potranno farlo anche coloro che non hanno presentato la domanda prima del 15.06.2005.
Una sentenza a difesa delle vittime di amianto
“Questo risultato è stato ottenuto per la mia determinazione e capacità di combattere anche contro lo Stato e le sue istituzioni, quando la battaglia è giusta“ – dichiara Bonanni. “Trovo sconcertante la poca attenzione e il poco riguardo per le vittime dell’amianto; auspicando che per il futuro le norme siano interpretate correttamente, secondo criteri che siano rispettosi della nostra Costituzione e dei diritti dei cittadini, piuttosto che delle aspettative dell’INPS”.
L’ONA ricorda che i lavoratori potranno contattare il numero verde gratuito 800.034.294, o consultare il sito internet alla voce assistenza legale gratuita. Potranno ottenere maggiori informazioni e farsi guidare da esperti per far valere i propri diritti.