dimensioni melanoma

Dimensioni melanoma: le sue cellule possono predire la prognosi del paziente e determinare quale sia la terapia migliore per ciascuno. A scoprirlo sono stati gli studiosi dell’Institute of Cancer Research di Londra, e questo potrebbe portare dei miglioramenti nella cura aumentandone le probabilità di successo. A coordinare lo studio è stato il ricercatore Chris Bakal.

Il melanoma è un tumore maligno che colpisce i melanociti, cellule dell’epidermide. E’ il tipo di cancro della pelle più grave ed è caratterizzato dal cambio di aspetto di un neo o dalla comparsa di uno nuovo. Le caratteristiche di questo neo saranno ben determinate secondo un criterio detto ABCDE. Si tratta di caratteristiche osservabili: A come “asimmetria” della forma (un neo normale è tondeggiante); B sta per “bordi” irregolari e indistinti; C come “colore” variabile o con sfumature interne diverse; D sta per “dimensioni” in aumento (larghezza o spessore); E come “evoluzione” nel neo, che in breve tempo presenta cambiamenti nel suo aspetto.

Possibili reazioni diverse in base a dimensioni melanoma

Le cellule del melanoma, secondo lo studio dei ricercatori londinesi, potrebbero modificare la loro reazione alle terapie in base alla loro dimensione.

Cellule più piccole – circa 17 micrometri (μm) – contengono infatti quantità più alte di proteine riparatrici del Dna; questo significa che potrebbero essere meno tolleranti ai farmaci che bloccano la riparazione del Dna se combinati con la chemioterapia. Le cellule più grandi, invece, di una dimensione media di 50μm, lavorano meno sulla riparazione del Dna e quindi la chemioterapia potrebbe essere meno efficace; in questo caso dunque potrebbe risultare di maggiore efficacia l’immunoterapia.

Il lavoro degli scienziati coordinati da Bakal ha utilizzato immagini ad alta potenza. Ad essere osservati, gli eventuali cambiamenti di dimensione delle cellule tumorali, in base all’influenza dei mutamenti genetici. Lo scopo, creare una strategia di trattamento basata sulle dimensioni delle cellule del melanoma. Un risultato che, se portato a termine, potrebbe anche contribuire a ridurre gli effetti collaterali delle terapie sui pazienti. I tumori del distretto testa-collo potrebbero essere i prossimi ad essere studiati.

Melanoma, differenti tipologie del tumore

Esistono quattro diversi tipi di melanoma:

  • melanoma a diffusione superficiale
  • lentigo maligna melanoma
  • melanoma lentigginoso acrale
  • melanoma nodulare.

I primi tre tipi iniziano a diffondersi sulla superficie cutanea con una crescita orizzontale (melanoma piano). In seguito possono si possono sviluppare componenti nodulari invasive (melanoma piano-cupoliforme). Il melanoma nodulare invece sin da subito si presenta come molto invasivo in profondità (melanoma cupoliforme). Tale distinzione è importante non soltanto per la differenziazione del tumore, ma anche ai fini della prognosi.

Raro nella pubertà, il melanoma colpisce tra i 30 e i 60 anni di età; il numero dei casi è in costante crescita (+ 15% per melanoma cutaneo in un decennio) e si stimano i 100mila nuovi casi all’anno su scala globale. L’incidenza è maggiore nelle popolazioni con la pelle più chiara. In Italia siamo a circa 7mila nuovi casi all’anno.

Prevenzione del melanoma: proteggere la pelle

La migliore prevenzione del melanoma è proteggere la pelle dai raggi UV. In che modo si può attuare?

  • Esporsi al sole in maniera moderata;
  • Usare una adeguata protezione solare, da riapplicare più volte;
  • Evitare le ustioni sin dall’infanzia;
  • Non esporsi durante le ore più calde del giorno, soprattutto in estate (tra le 10 e le 16);
  • Indossare cappelli e occhiali da sole;
  • Ridurre al minimo l’uso di lampade o lettini abbronzanti.

Questa serie di semplici regola aiuta a prevenire danni sulla pelle, dalle ustioni all’invecchiamento precoce, così come anche lo sviluppo di tumori come il melanoma. Prevenire i danni della pelle sin dall’infanzia è essenziale, non soltanto perché la pelle dei bambini è più delicata e soggetta ad ustioni con maggiore probabilità, ma anche perché il processo di trasformazione cellulare è lento e può durare molti anni; un danno o una alterazione della pelle durante l’infanzia, può determinare un melanoma in etòà adulta.

Un’altra forma di prevenzione è quella secondaria, ossia sottoporsi a controlli periodici da uno specialista (dermatologo), in particolare se si notano mutamenti.

La diagnosi precoce è fondamentale ed incide molto sulla prognosi: nel caso del melanoma cutaneo, l’evoluzione del tumore infatti, è strettamente legata allo spessore raggiunto al momento della diagnosi e asportazione.