La plastica in mare è uno dei grandi problemi ambientali che affliggono la nostra epoca. Oggi arriva però una novità, che si spera possa riuscire ad invertire il trend dell’inquinamento dei mari; esso infatti porta anche tanti danni alla fauna marina, come i pesci e le tartarughe che sono gli animali più a rischio per l’ingestione della plastica in mare. Con la risoluzione di Nairobi, lo scorso marzo, l’Onu ha posto le basi per un accordo internazionale legalmente vincolante entro il 2024; al vertice hanno partecipato i vertici di 175 Paesi.
La novità tecnologica che nel frattempo è stata realizzata, consiste in piccoli robot – i cosiddetti pesci mangiaplastica – che arrivano dalla Cina per ripulire i mari. L’invenzione, messa a punto da un gruppo di ricercatori guidati dalla Sichuan University, ha lo scopo di ripulire gli ambienti acquatici dalla plastica e dalle microplastiche. Possono essere raggiunti, grazie alle ridotte dimensioni dei robot e alla loro flessibilità, anche punti molto difficili come le fessure e le crepe dei fondali. Come funzionano i pesci mangiaplastica? I piccoli robot si attivano con la luce, mediante brevi impulsi laser, e quando questi pesci passano vicino alle plastiche sono in grado di assorbirle e di portarle via. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista sulla rivista Nano Letters della Società Americana di Chimica (Acs).
Gli inventori dei pesci mangiaplastica si sono ispirati alla madreperla delle conchiglie. Grazie a questo spunto, li hanno resi flessibili ma anche resistenti; inoltre il materiale usato per costruirli è costituito da nanofogli di ciclodestrina e grafene, incorporati in diverse concentrazioni dentro una miscela di lattice poliuretanico. Il risultato finale è di piccoli pesci robot lunghi circa 15 millimetri. Il materiale è inoltre in grado di auto-ripararsi in caso si danneggi.
Il video di presentazione dei pesciolini robot mangiaplastica