Il Parkinson è tra le malattie neurodegenerative più diffuse che colpisce circa 6,1 milioni di persone nel mondo.

In Italia si stimano oltre 300mila persone affette dalla patologia, un numero che si prevede raddoppierà entro il 2050. Si tratta di una malattia complessa caratterizzata da tremore, rigidità muscolare, lentezza dei movimenti e difficoltà di equilibrio.

Nei giorni scorsi, l’Agenzia regolatoria ha dato il via libera alla rimborsabilità della combinazione foslevodopa/ foscarbidopa per uso sottocutaneo.

La combinazione è usata per il trattamento della malattia di Parkinson in fase avanzata con gravi fluttuazioni motorie e ipercinesia o discinesia.

È la prima e unica terapia a base di foslevodopa/foscarbidopa in infusione sottocutanea continua per 24 ore. Può aiutare i pazienti a prolungare il periodo in cui i sintomi sono ben controllati, generalmente definito come stato di “On”.

La somministrazione continua aiuta i pazienti a controllare efficacemente i sintomi motori e i movimenti involontari.

Gli studi a sostegno della nuova combinazione

Lo sviluppo della nuova combinazione è stato supportato da due studi. Il primo, durato 12 mesi, ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia a lungo termine dell’infusione sottocutanea continua. Il secondo, della durata di 12 settimane, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza della combinazione.

«Le persone che convivono con il Parkinson devono affrontare sfide quotidiane e incertezze», dichiara Annalisa Iezzi, Direttore Medico di AbbVie. «Soprattutto quando la malattia progredisce e i sintomi non sono più adeguatamente controllati, nonostante l’ottimizzazione delle terapie. In questa fase i pazienti tendono a sperimentare una maggiore disabilità e una ridotta capacità di svolgere le attività della vita quotidiana. Negli anni, la nostra ricerca e sviluppo si è indirizzata sempre più verso lo studio di soluzioni innovative. Soluzioni che permettano ai pazienti e alle loro famiglie una migliore gestione della patologia e della propria quotidianità. Anche nelle ore più difficili, come quelle serali e notturne».

Il Levodopa è tuttora il gold standard della terapia

L’approvazione rappresenta un progresso significativo per i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson, che storicamente hanno avuto opzioni di trattamento limitate per gli stadi avanzati.

«Quando il trattamento orale non è più sufficiente a migliorare le fluttuazioni motorie, i pazienti hanno bisogno di opzioni alternative». Così Angelo Antonini, MD, PhD, Professore di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. «L’infusione 24 ore su 24 consente una somministrazione continua di levodopa, che è tuttora il gold standard della terapia».  

Il Parkinson richiede impegno fisico ed emotivo

Il Parkinson, nella sua progressione, può richiedere un notevole impegno fisico ed emotivo. Non solo per i pazienti, ma anche per chi si ne prende cura e per le famiglie. Queste, spesso svolgono un ruolo di supporto fondamentale nella loro vita quotidiana.

«La ricerca scientifica rende oggi disponibile una nuova strategia terapeutica che può migliorare la qualità di vita dei pazienti». A parlare èMichele Tinazzi, Ordinario di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona. «È fondamentale adesso garantire a tutti un accesso omogeneo alla cura nelle diverse Regioni italiane. E favorire così una migliore gestione di questi pazienti anche nella fase avanzata di malattia».