Nonostante il governo Draghi sia agli sgoccioli, punta a definire ulteriori misure per contrastare il caro-prezzi: ipotesi zero Iva su pane e pasta. Si starebbe studiando, infatti, la possibilità di azzerare l’Iva su pane e pasta, oggi al 4%, e disporre nuovi tagli su quella di carne e pesce; in quest’ultimo caso ci sarebbe il passaggio dal 10 al 5%. Tale manovra potrebbe costare fino a 4 miliardi di euro alle casse dello Stato, ma è ritenuta necessaria dal governo per aiutare le famiglie; con i rincari degli ultimi mesi (+9% su base annua) infatti ogni famiglia potrebbe arrivare a spendere oltre 600 euro in più all’anno.
La misura taglia-iva si aggiungerebbe così a quella del bonus 200 euro; proprio in questi giorni è possibile inviare domanda mediante il sito dell’Inps. Nel frattempo ci si “accontenta” della proroga del taglio sulle accise dei carburanti; lo sconto per ora è fino al 21 agosto, ma potrebbe prolungarsi fino a settembre. L’inflazione italiana infatti è volata, a giugno, fino all’8,6% ed è stimata in aumento fino al 10% circa in autunno.
Via l’Iva da pane e pasta, il commento
“Sì all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta, ma la misura deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari, perché non basta intervenire solo su tali beni”. Lo afferma il Codacons. “L’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo, e rende necessario un intervento che abbracci tutti i beni alimentari”.
Prosegue l’associazione dei consumatori: “Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4%. Coinvolti dagli aumenti dei listini – continua l’associazione – anche frutta, verdura, latticini, olio, acqua, tutti beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno, e per questo si rende indispensabile un intervento volto ad abbattere l’Iva e riportare i prezzi al dettaglio alla normalità”.