La ricerca sull’oncologia oculare negli ultimi dieci anni ha avuto una grande evoluzione. Tutto è iniziato con la codifica del genoma umano, che ha consentito di individuare il ruolo dei diversi geni nell’esordio e nella progressione delle varie patologie. Tra queste, ad esempio, il melanoma uveale, che è tra i tumori più importanti. Grazie alla codifica del genoma, sono state sviluppate terapie sempre più mirateche interferiscono con l’azione di questi geni e che dovrebbero arginare l’avanzata del tumore.

Su questi argomenti si è discusso al simposio dal titolo “Attualità e nuovi protocolli in oncologia oculare, palpebrale e orbitaria”, Organizzato da AIMO, Associazione italiana medici oculisti, in occasione del terzo Congresso nazionale SISO – Società Italiana di Scienze Oftalmologiche, l’evento si è svolto a Roma.

Linee guida per il trattamento dei melanomi uveali

Nel corso del simposio, si è discusso delle Linee guida per il trattamento dei melanomi uveali.

«Le linee guida sul trattamento del melanoma uveale sono in corso di valutazione, ma presto potrebbero essere pubblicate». Sono le parole di Cinzia Mazzini, responsabile dell’Oncologia Oculare dell’Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze e responsabile scientifica per l’oncologia oculare di AIMO. «Le finalità sono indicare i comportamenti corretti in linea con le attuali conoscenze sulla patologia. Da applicare alla diagnosi, al trattamento e al follow-up di pazienti affetti da melanoma uveale e melanoma uveale metastatico. L’obiettivo è introdurre nuove raccomandazioni o rafforzare quelle in uso. Definendo, inoltre, gli esami diagnostici necessari per l’individuazione delle metastasi nei pazienti a più alto rischio e gli intervalli di sorveglianza. Infine – ha concluso Mazzinisi valuteranno le terapie proposte per il trattamento del melanoma uveale metastatico alla luce della disponibilità dei nuovi farmaci immunoterapici».

Farmaci innovativi per la malattia metastatica

Sono molte lenovità anche in termini di trattamento vero e proprio.

«C’è stato un affinamento delle tecniche della radioterapia, oggi sempre più specifiche». Così Maria Antonietta Blasi, UOC Oncologia Oculare del Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli di Roma e responsabile scientifica per l’oncologia oculare dell’Associazione Italiana Medici Oculisti. «Inoltre, sono a disposizione nuovi farmaci per il trattamento della malattia metastatica, nuovi ne stanno ancora arrivando e altri dovranno essere sperimentati nei prossimi anni. Insomma, c’è stata una grande evoluzione».

Ma oggi fanno meno paura i tumori oculari?

«In linea di massima sì – ha detto l’esperta – ma se parliamo ancora del melanoma uveale, si tratta di un tumore estremamente aggressivo. Che ha una sopravvivenza del 50% a dieci anni. Sicuramente si stanno aprendo opportunità di ricerca e terapia che fanno ben sperare per il futuro. Siamo sulla strada giusta».

Nuovi protocolli in oncologia oculare

I nuovi protocolli per il trattamento dei diversi tumori dell’apparato visivo riguardano sia la terapia medica sia quella chirurgica e radioterapica.

In Italia, intanto, non esiste un registro dei tumori oculari e i dati epidemiologici a disposizione del nostro Paese sono mutuati dalla letteratura internazionale.

Questo non rappresenta un grande problema. Se vogliamo conoscere, per esempio, l’incidenza in Italia del melanoma uveale, possiamo ricavare l’informazione facendo un confronto con i Paesi del sud Europa.

Liste d’attesa, le proposte AIMO per decongestionare i PS

AIMO è intervenuta ultimamente anche sulle liste d’attesa, presentando alcune proposte per decongestionare i Pronto soccorso.

«Le liste d’attesa per tutte le prestazioni ambulatoriali e, in particolare, per quelle di oculistica sono da tempo argomento di grande attualità. L’applicazione e l’utilizzo del Manuale RAO (Raggruppamenti di attesa omogenea) potrebbe costituire un aiuto di facile applicazione per snellire e razionalizzare le liste d’attesa. Decongestionando nel contempo le strutture di pronto soccorso». A ribadirlo la presidente dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, Alessandra Balestrazzi, e il referente AIMO per la specialistica ambulatoriale, Danilo Mazzacane.  

«È determinante pensare alle ipotesi di soluzione – hanno continuato – cercando di realizzare la migliore appropriatezza prescrittiva. E, in tal modo, riorganizzare il sistema di erogazione delle prestazioni. Oltre a costruire una rete clinica di assistenza che definisca i ruoli e i compiti dei poli ospedalieri e territoriali».