IN ITALIA OLTRE 6 MILIONI DI PERSONE CONVIVONO CON L’OBESITÀ. IL SENATO APPROVA UNA LEGGE CHE NE RICONOSCE LA NATURA DI MALATTIA CRONICA E PROGRESSIVA. ORA LA SFIDA È GARANTIRE CURE GRATUITE E ACCESSIBILI ATTRAVERSO I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA.
Obesità come malattia: perché il voto del Senato è definito “atto di civiltà”?
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Il riconoscimento legislativo dell’obesità come malattia segna una svolta storica. L’Italia diventa il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge specifica che non solo definisce l’obesità come patologia cronica e recidivante, ma istituisce programmi nazionali di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e percorsi di inclusione scolastica, lavorativa e sportiva.
La decisione arriva insieme all’approvazione di un secondo disegno di legge, che istituisce la Giornata nazionale contro il body shaming il 16 maggio, un segnale culturale forte contro la discriminazione legata all’aspetto fisico.
Obesità come malattia: che cos’è l’obesità?
L’obesità non è solo un problema estetico né un semplice squilibrio alimentare. È una malattia complessa caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo che altera profondamente il metabolismo.
Gli effetti sull’organismo sono molteplici: aumenta il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari, ma anche di tumori e malattie articolari. Nei bambini ostacola la crescita e l’apprendimento, mentre negli adulti riduce aspettativa e qualità di vita.
Definirla ufficialmente “malattia” non ha solo un valore simbolico, ma implica l’obbligo per il Servizio sanitario di occuparsene come di ogni altra patologia cronica.
Quali misure prevede la nuova legge?
La norma fissa alcuni punti cardine:
- istituzione di un osservatorio nazionale sull’obesità;
- campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro;
- percorsi formativi per medici, pediatri e operatori sanitari;
- finanziamenti per programmi di prevenzione e cura (700.000 euro nel 2025, fino a 1,2 milioni annui dal 2027);
- fondi per la formazione universitaria e continua dei professionisti sanitari.
Il passaggio decisivo resta però l’inserimento dell’obesità nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), condizione necessaria per garantire la gratuità delle cure.
Perché l’inserimento nei Lea è cruciale?
I Lea rappresentano le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale deve fornire gratuitamente o dietro pagamento di ticket. Oggi chi soffre di obesità può incontrare enormi difficoltà ad accedere a visite specialistiche, farmaci specifici, supporto psicologico o chirurgia bariatrica.
Con l’inserimento nei Lea, invece, queste cure diventerebbero accessibili a tutti, senza discriminazioni legate al reddito o alla regione di residenza. Per le associazioni di pazienti si tratta di una priorità assoluta, perché senza finanziamenti adeguati il rischio è che la legge resti un contenitore vuoto.
Obesità come malattia: quali sono le implicazioni previdenziali e sociali?
Il riconoscimento dell’obesità come malattia apre scenari nuovi anche in ambito previdenziale e lavorativo. Se considerata a pieno titolo patologia cronica, chi ne è affetto potrebbe accedere a misure di tutela simili a quelle previste per altre malattie invalidanti.
Questo significa:
- possibilità di riconoscimento di invalidità civile in caso di obesità grave con complicanze;
- accesso a permessi e congedi per cure, sulla base della legge 104;
- maggiore tutela in sede lavorativa contro discriminazioni dirette o indirette;
- programmi di reinserimento lavorativo e sostegno sociale.
Inoltre, le aziende potrebbero essere incentivate ad attivare programmi di benessere e prevenzione, trasformando la legge in un volano anche per la salute nei luoghi di lavoro.
Obesità e stigma: perché serve anche la giornata contro il body shaming?
Accanto alla dimensione clinica c’è quella sociale. L’obesità è ancora oggi vissuta da molti come “colpa personale”, generando stigma, isolamento e discriminazione. La legge istituisce il 16 maggio come giornata nazionale contro il body shaming, con iniziative volte a sensibilizzare i cittadini e contrastare i pregiudizi.
Il colore scelto, il fucsia, simboleggia ottimismo e trasformazione personale. Un segno che lottare contro le discriminazioni significa anche favorire percorsi di cura più efficaci, perché chi si sente accolto e non giudicato è più incline a chiedere aiuto.
Quanti sono i malati in Italia?
Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, in Italia vivono oltre 6 milioni di persone con obesità. Di queste, molte convivono con malattie croniche correlate come diabete, cardiopatie e problemi articolari.
La diffusione crescente anche tra bambini e adolescenti rende urgente l’adozione di strategie di prevenzione precoci, che includano scuole, famiglie e servizi sanitari territoriali.
Obesità in Italia: numeri essenziali
Categoria | Prevalenza stimata |
---|---|
Persone obese totali | > 6 milioni |
Bambini/adolescenti | 10% circa |
Adulti | 12-13% |
Obesità grave (BMI >40) | 1,5-2% |
FAQ
Perché riconoscere l’obesità come malattia?
Perché comporta rischi gravi per la salute ed è una condizione cronica e recidivante, non una semplice scelta di vita.
Cosa cambia per i pazienti?
Si aprono le porte a percorsi di cura più strutturati e, una volta inserita nei Lea, alla gratuità di visite e trattamenti.
L’obesità dà diritto all’invalidità civile?
Nei casi gravi, con complicanze importanti, il riconoscimento come malattia cronica può facilitare l’accesso a tutele previdenziali.
La chirurgia bariatrica sarà gratuita?
Con l’inserimento nei Lea, anche gli interventi chirurgici diventeranno prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale.
Perché una giornata contro il body shaming?
Perché discriminazioni e offese sull’aspetto fisico aggravano la sofferenza psicologica e ostacolano l’accesso alle cure.