Una recente indagine ha messo in luce una criticità significativa: l’impatto delle complicanze del diabete sul sistema sanitario, già gravato dal sovraffollamento delle strutture di emergenza. Infatti, tra i 3,5 milioni di persone affette da diabete in Italia, una su sei viene ricoverata almeno una volta all’anno. Spesso restano in osservazione in Pronto soccorso anche per 36 ore.
Le complicanze sono di sovente attribuibili a una gestione inadeguata della terapia farmacologica, a un monitoraggio insufficiente della glicemia e ad una scarsa aderenza terapeutica. E, più in generale, alla limitata diffusione di modelli di medicina preventiva e proattiva.
Il risultato è un aumento considerevole dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale SSN).
Definite le basi per un nuovo e adeguato Pdta
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Per affrontare questa problematica, la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB) ha organizzato a Roma un Dialogue Meeting.
Promosso sotto l’egida dell’Intergruppo Parlamentare Diabete, Obesità e Stili di Vita, l’evento ha visto la partecipazione di società scientifiche e associazioni di pazienti.
L’obiettivo è stato quello di definire le basi per un Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) dedicato alla gestione delle persone con diabete nei Pronto soccorso. Elaborando, così, un documento-proposta che possa guidare interventi futuri.
Il documento pone l’accento sulla mancanza di una strutturata continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Raccomanda anche di concretizzare una gestione integrata dei dati clinici che possa essere disponibile ai diversi operatori sanitari che gravitano attorno alla persona con diabete. È emerso l’utilizzo inadeguato dell’innovazione tecnologica che oggi consentirebbe una più agevole gestione della patologia.
Alleggerire la pressione sui Pronto soccorso con il Pdta
Rafforzando una organica presa in carico del paziente cronico e diabetico sul territorio si contribuisce ad alleggerire la pressione sui Pronto soccorso. Questi sono un caposaldo centrale del Sistema Sanitario Nazionale dove gli operatori devono prestare la propria opera con meno affanno.
La sanità nazionale mostra limiti di efficienza nonostante esistano oggi diversi Pdta (regionali e/o aziendali) per il diabete. Pdta che identificano iter, sequenza e tempi del processo assistenziale che dovrebbe assicurare appropriatezza ed efficacia. Le persone con diabete, tuttavia, continuano ad accedere ai Pronto soccorso a causa del mancato controllo glicemico. Accade frequentemente che gli stessi servizi di emergenza diagnosticano per primi il diabete.
È pertanto reale la necessità di mettere a punto un nuovo Pdta specifico che prenda le mosse da un’adeguata formazione del personale ospedaliero/territoriale. E che preveda, prima della sua dimissione, una organica azione informativa sul paziente oltre che sull’eventuale caregiver.
Diabete, il Pronto soccorso costituisce un nodo strategico
Il Pronto soccorso è, di fatto, un nodo strategico nella gestione del diabete. È anche un polo di acquisizione di dati e informazioni in grado di offrire importanti elementi di valutazione. Tra questi, il numero assoluto dei pazienti che vi accedono per la mancata presa in carico da parte della rete territoriale diabetologica. Ed anche la valutazione della ripetitività prescrittiva dei medici di medicina generale/ pediatri di libera scelta o al loro livello di aggiornamento in materia. O, ancora, al loro mancato engagement del paziente.
Altri elementi di valutazione sono:
- Gli accessi determinati dal piede diabetico, da considerarsi come indicatore indiretto di inadeguatezza del Pdta adottato e della scarsa diffusione della medicina di iniziativa.
- La percentuale di utilizzo dei dispositivi di monitoraggio in continuo dei livelli glicemici.
- Lo stato di aggiornamento della medicina di base come referente per gli specialisti.
- La possibilità di essere il primo step per valutare la capacità del paziente di utilizzare le nuove tecnologie per la misurazione dei livelli glicemici.