I medici dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino hanno salvato un bimbo di soli otto mesi. Il piccolo, nato con un solo ventricolo cardiaco, è arrivato a Torino dal Bangladesh dopo un viaggio di 7500 km. Il bambino, portatore di una gravissima cardiopatia congenita a causa della quale si era sviluppato solo uno dei ventricoli cardiaci, è miracolosamente sopravvissuto. La sua situazione è, infatti, incompatibile con la vita.

Quando i medici locali si sono resi conto che il bimbo sopravviveva, hanno contattato Alessio Pini Prato, direttore della Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Alessandria. Con Prato, i medici del Bangladesh avevano rapporti pregressi. Il direttore è riuscito, dunque, a mettere in contatto i sanitari asiatici con la Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

Organizzato viaggio, permanenza e cure mediche a Torino

Contro ogni previsione, quando tutti avevano ormai accettato l’ineluttabile, è partita una corsa contro il tempo. Corsa che ha consentito ai genitori di ottenere i visti indispensabili per venire in Italia e per organizzare il percorso di cura.

Il viaggio aereo, particolarmente rischioso considerate le condizioni cliniche del bimbo, ha visto la presenza di presidi medici per sostenere il piccolo paziente.

All’arrivo a Torino, i volontari dell’Associazione Amici Bambini Cardiopatici ha messo a disposizione della famiglia un appartamento, occupandosi anche di tutte le esigenze. Hanno organizzato una raccolta fondi che ha coperto interamente i costi delle spese sanitarie.

Il piccolo, ricoverato presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, è stato sottoposto ad una serie di accertamenti da parte dei sanitari della Cardiologia pediatrica. In seguito, i medici lo hanno sottoposto con successo a un delicato intervento cardiochirurgico eseguito dall’équipe della Cardiochirurgia pediatrica.

Mancanza di un ventricolo cardiaco, necessari tre interventi

La mancanza di uno dei due ventricoli presenti nel cuore solitamente viene trattata con tre interventi chirurgici. Il primo si esegue subito dopo la nascita, il secondo intorno ai 6 mesi e il terzo a circa 4 anni. Il piccolo paziente è riuscito, invece, a sopravvivere senza poter eseguire il primo intervento.

Nel Centro torinese, i sanitari lo hanno sottoposto direttamente al secondo intervento previsto, che consiste nel deconnettere una delle vene che arriva al cuore. E indirizzarne il flusso di sangue direttamente nei polmoni, in modo da ossigenarsi senza passare all’interno del cuore, dove si sarebbe mescolato con quello arterioso.

Nel contempo, è stato necessario anche rimuovere una parte di tessuto all’interno del cuore per migliorare il flusso del sangue al suo interno.

Regina Margherita, l’Ospedale dei Bambini del mondo

Per eseguire l’intervento durato circa 6 ore è stato necessario l’utilizzo della macchina per la circolazione extra-corporea. Questa ha tenuto in vita il bimbo durante la fase centrale dell’operazione. Dimesso in ottime condizioni dopo alcuni giorni, ora è seguito ambulatorialmente in attesa di rientrare in Bangladesh.

Il risultato è stato, pertanto, raggiunto grazie a una cordata di aiuti che ha strappato alla fine certa un bimbo piccolissimo.

L’Ospedale Regina Margherita, con la sua capacità di prendersi cura di tutti i bambini che hanno bisogno, si conferma l’Ospedale dei Bambini del mondo.