Convegno a Milano amianto e prevenzione il tema. Questa mattina appuntamento con L’Osservatorio nazionale amianto, in collaborazione con l’ordine degli avvocati di Milano che ha dato il suo patrocinio all’evento formativo e con Labor Network. “Rischio amianto: prevenzione del danno e tutela delle vittime”, durante l’evento formativo saranno presentati anche i nuovi dati.
Siamo ancora in piena emergenza amianto a distanza di 30 anni dalla legge. Come riporta il “Libro Bianco delle morti di Amianto in Italia, edizione 2022” – l’amianto “è quel killer silenzioso che continua ad uccidere in Italia, in Europa e nei cinque continenti”.
E’ possibile seguire il convegno, che si tiene al Salone Valente del Tribunale di Milano, anche in diretta streaming e sul canale YouTube.
Milano amianto, il programma della giornata
Indice dei contenuti
In apertura dei lavori, la presidente della nona sezione penale, Mariolina Panasiti, magistrato specializzato in processi per reati ambientali, anche legati all’esposizione all’amianto. Quindi l’avv. Ezio Bonanni, con i dati sull’amianto in Lombardia” e quelli relativi alle bonifiche nel territorio regionale.
Tra gli ospiti, l’avvocato Giuseppe Colucci, presidente di Labor Network, Gabriele Minniti e Angelo Leone, avvocati del Foro di Milano e consiglieri dell’Ordine; Paolo Ricci, epidemiologo.
Quindi Nicola De Marinis, consigliere della Corte Suprema di Cassazione e il pm Maurizio Ascione. Quest’ultimo ha condotto le indagini in materia di reati per esposizione all’amianto.
Il dibattito ha la moderazione di Massimo Lucidi, direttore di “The Map Report”, altro partner dell’evento.
Amianto, un problema di salute pubblica. I dati in Lombardia
“L’amianto è il cancerogeno del Terzo Millennio, il big killer che ha già ucciso, e continua ad uccidere, e purtroppo ucciderà centinaia di migliaia di esseri umani” – si leggeva nella prefazione della prima edizione del Libro bianco. “Le sue fibre provocano il mesotelioma, il tumore al polmone, alla laringe e all’ovaio, e al tratto digerente (faringe, stomaco e colon); asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici con complicazioni cardiocircolatorie e cardiovascolari. Circa 125.000.000 di lavoratori sono ancora oggi esposti ad amianto”.
I dati della Lombardia emersi oggi ci dicono che la situazione non è cambiata. Anche se è la prima regione per quantità di amianto rimosso, solo nel 2021 ha contato duemila morti per amianto tra mesoteliomi (500 l’anno) ed altre patologie. I dati specifici dei mesoteliomi sono presenti nel VII Rapporto ReNaM dell’Inail.
Milano amianto, i numeri delle bonifiche ambientali
“Il volume di strutture in amianto è nella sola Lombardia di 5.639.924 metri cubi – ha evidenziato l’ONA in una nota – così ridotto rispetto ai 6 milioni di mq di cui 1,5 di amianto in matrice friabile, rispetto al 2018. La mappatura prosegue con il censimento di altri siti. Questi siti sono per circa il 12% riguardano il settore pubblico, e circa l’88% quello privato. E’ quindi fondamentale ultimare la mappatura e la bonifica“. Così come è necessario intensificare sia la sorveglianza sanitaria e la ricerca per la cura.
“Milano e la Lombardia – ha spiegato l’avv. Bonanni durante il convegno – sono ancora l’epicentro delle malattie di amianto in Italia per i casi di mesotelioma (più del 25% del totale in Italia) e per le esposizioni dei lavoratori e cittadini, ma la regione è anche la prima nel nostro Paese per lo smaltimento di amianto (28,6%)”. Solo in Lombardia “ci sono ancora 213.483 strutture e 5.639.924 metri cubi di amianto da smaltire“.
Nesso di causalità e amianto, il dibattito
Il dibattito durante il convegno si è focalizzato anche da un punto di vista giuridico. Al centro, il nesso di causalità. Perché se è vero, come ha sostenuto Panasiti, che in sede penale è difficile dimostrarlo per malattie come quelle derivanti dall’asbesto che hanno una latenza di 50 anni, come dice l’avv. Bonanni, bisogna distinguere caso per caso e indagare al meglio; inoltre in sede civile c’è il principio del “più probabile che non”. De Marinis ha invece sottolineato l’importanza della condotta omissiva da parte del datore di lavoro: se l’amianto è presente nell’ambiente, il datore di lavoro ha la responsabilità di contenere la situazione di pericolo. Se non l’ha fatto, è quello che conta per tutelare il diritto, che non viene meno anche se è difficile capire quando è nata la malattia.
I consiglieri dell’Ordine degli avvocati di Milano, Minniti e Leone, nel loro intervento hanno evidenziato che responsabilizzando gli enti si possono accelerare le azioni di bonifica. E nel frattempo, “per il passato l’unica risposta che può dare lo Stato è quella di risarcire le vittime di amianto. Per il presente e per il futuro per evitare altri disastri è invece necessario prevenire. Le norme ci sono già“.