È disponibile la nuova terapia per la fase avanzata della Malattia di Parkinson presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate di ASST Valle Olona. Si tratta della levodopa tramite infusione continuativa sottocutanea.

Il 3 dicembre scorso, al Centro Parkinson del reparto di Neurologia del suddetto ospedale è stato posizionato al primo paziente un dispositivo per l’infusione sottocutanea di levodopa, gold standard della terapia per la Malattia di Parkinson.

La malattia di Parkinson è caratterizzata da tremore, lentezza nei movimenti (bradicinesia) e rigidità. È una malattia neurodegenerativa che colpisce 6 miliardi di persone nel mondo e sono circa 300.000 gli italiani che ne sono affetti.  

Nuove strategie terapeutiche per le fasi avanzate

Nelle fasi avanzate della malattia cominciano a comparire le cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero i blocchi motori e/o le discinesie. Si tratta di movimenti involontari eccessivi che colpiscono gli arti o il tronco e che possono inficiare notevolmente la deambulazione con aumento del rischio di cadute.

«Quando compaiono le fluttuazioni motorie, e la terapia orale non basta più a controllare i sintomi, è necessario ricorrere a nuove strategie terapeutiche». Sono le parole di Luca Tricoli, referente del Centro Parkinson del reparto di Neurologia. «Tra le strategie terapeutiche, l’infusione sottocutanea di levodopa rappresenta una tecnica sicura, efficace, mini invasiva e facilmente attuabile. È indicata in pazienti in fase avanzata, che mantengono ancora una buona risposta alla levodopa, e che non rispondo più alla terapia orale», precisa Tricoli.

Un micro-ago somministra il farmaco sottocute

La somministrazione del farmaco sottocute avviene per mezzo di un micro-ago. Quest’ultimo viene inserito nello strato adiposo e tenuto in sito da un cerotto che comporta minima invasività per il paziente. Infatti, la sua inserzione è effettuata manualmente e non necessita di intervento chirurgico o del posizionamento di una Gastrostomia Endoscopica Percutenea (PEG).

«La plurisomministrazione giornaliera dei farmaci orali, associata al rallentato e irregolare svuotamento gastrico, è alla base delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue. Esse – prosegue Tricolisono responsabili dei movimenti involontari o dei blocchi (fasi off). L’infusione continua di farmaco permette una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, con conseguente riduzione delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue», sottolinea l’esperto.

Terapia all’avanguardia che cambia la vita del paziente

La formulazione unica a rilascio continuo ad uso sottocutaneo è una terapia all’avanguardia. Essa permette un notevole cambiamento nella qualità di vita sia del paziente che dei familiari. Grazie a questa tecnica, molti pazienti passano dall’assumere 10-12 compresse al giorno a zero compresse. Ciò è possibile utilizzando esclusivamente un dispositivo portatile collegato tramite un tubicino con il sottocute.

«La possibilità di effettuare questa tecnica anche nel nostro Centro, è di fondamentale importanza». Così Isidoro La Spina, Direttore della Struttura Complessa di Neurologia di Gallarate. «Ciò perché permette un minor disagio per i pazienti, spesso complessi e compromessi, che evitano lunghi spostamenti. Oltre ad un riferimento stabile e più vicino nella gestione delle problematiche quotidiane legate alla terapia».

Per l’inizio del 2025 sono già previsti due nuovi posizionamenti a pazienti affetti da malattia di Parkinson in fase avanzata.