La frutta non è solo un prezioso alleato per la salute del corpo, ma anche della mente. Lo rivela un recente studio condotto da un team dell’Università di Verona pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Plos One. I ricercatori hanno messo in evidenza una proprietà dell’acido chinico, un acido organico naturalmente presente in molti frutti, ma particolarmente abbondante nel kiwi. L’acido in questione è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica ed esercitare un effetto antidepressivo.
La docente di botanica generale Flavia Guzzo ha coordinato il gruppo di ricerca del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona (Univr). Con il team ha collaborato Cristiano Chiamulera, docente di farmacologia.
La Regione Veneto e il PNRR hanno finanziato lo studio, una conferma dell’interesse istituzionale verso ricerche che coniugano salute, alimentazione e innovazione.
Acido chinico, è presente in diversi frutti e vegetali
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L’acido chinico è presente in moltissimi frutti e vegetali commestibili legata ad altre sostanze (quali l’acido caffeico). Nel frutto del kiwi raggiunge concentrazioni piuttosto elevate (circa 300-500mg/frutto), non sempre presenti in altri tipi di frutti. Si ottiene dalla corteccia di china, chicchi di caffè, foglie di tabacco, foglie di carota, mele, pesche, pere, prugne e verdure.
L’acido chinico è in grado di convertirsi in triptofano e nicotinammide tramite la microflora del tratto gastrointestinale. Gli studiosi lo hanno riconosciuto come agente antimicrobico, antimicotico, citotossico, antidiabetico, insetticida, anticancro, antiossidante e analgesico.
Team Univr scopre la molecola con attività antidepressiva
Per capire quali sostanze del kiwi potessero influenzare l’umore, i ricercatori hanno usato un doppio approccio. Da un lato hanno analizzato in maniera molto dettagliata la “mappa chimica” del frutto, cioè l’insieme delle sue molecole, grazie a una tecnica chiamata metabolomica. Dall’altro hanno osservato il comportamento di alcune cavie, che rappresentano un modello utilizzato di frequente per studiare la depressione.
Il doppio approccio utilizzato dagli studiosi
Il doppio approccio ha consentito di notare importanti particolari. Il succo di kiwi verde riduceva, infatti, in modo proporzionale alla quantità somministrata i segnali tipici di uno stato depressivo negli animali. Analizzando il loro sangue e il loro cervello, i ricercatori hanno individuato soltanto due molecole provenienti dal kiwi: l’acido chinico e l’acido caffeico solfato. Quando ai topi hanno dato direttamente l’acido chinico puro, questo ha riprodotto quasi del tutto l’effetto positivo del succo, dimostrando di essere la sostanza chiave. Inoltre, si è scoperto che la sua efficacia è potenziata dalla presenza di altre molecole del frutto. Esse ne facilitano l’assorbimento e il passaggio fino al cervello.
Il kiwi potrebbe diventare un alleato della salute fisica e mentale
L’attività antidepressiva dell’acido chinico è stata brevettata prima della pubblicazione, a tutela del potenziale utilizzo in campo applicativo.
«Questa ricerca – spiega Flavia Guzzo – ci ha permesso di identificare l’esatta molecola responsabile dell’attività antidepressiva del kiwi. Ha così aperto la possibilità di un suo futuro impiego come principio attivo naturale per farmaci o nutraceutici. Se in futuro sarà possibile sviluppare integratori o prodotti funzionali a base di acido chinico, il kiwi potrebbe diventare non solo un alleato della salute fisica, ma anche della salute mentale».
L’idea di affiancare molecole naturali a farmaci tradizionali nel trattamento dei disturbi dell’umore rappresenta un passo importante. «Specialmente in un’epoca in cui si ricerca sempre di più un approccio integrato e sostenibile al benessere», conclude Guzzo.
Fonte: Università di Verona