Sono undici milioni i bambini nati a luglio 2023, il mese più caldo mai registrato a livello globale. Lo scrive Save the Children in una nota, in cui sollecita i leader mondiali ad una maggiore responsabilità climatica. Il calcolo delle nascite è stato effettuato con i dati delle Nazioni Unite sui tassi di natalità annuali previsti a livello mondiale (133,99 milioni), divisi per 12.
L’organizzazione chiede ai leader proteggere i bambini e il loro futuro. “Con la giusta ambizione e decisione da parte dei leader per eliminare rapidamente l’uso e i sussidi ai ai combustibili fossili e frenare il riscaldamento delle temperature, possiamo agire per rendere il mondo più sicuro per i bambini e le bambine. Dobbiamo anche garantire che i diritti, i bisogni e le voci dei più piccoli siano posti al centro dei finanziamenti per il clima; e siano tenuti in considerazione nella definizione delle modalità di finanziamento per riparare le perdite e i danni causati dalla crisi climatica“. A dirlo è Kelley Toole, responsabile globale dei cambiamenti climatici di Save the Children.
A luglio 2023 undici milioni di nascite
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Più di undici milioni di bambini, dunque, sono nati nel luglio 2023, secondo i dati il mese più caldo mai registrato a livello mondiale. “In parallelo – denuncia Save The Children – la crisi climatica minaccia di annullare decenni di progressi nei diritti e nel benessere dei minori, compresa la lotta alla fame.
Questo record è un triste promemoria di quante giovani vite rischiano di essere rovinate dalla crisi climatica, crescendo in un mondo con temperature in aumento e rischi ambientali senza precedenti. Anche le donne incinte sono più vulnerabili durante le ondate di calore. L’esposizione alle alte temperature, anche nelle prime fasi della gravidanza, infatti è associata a parti prematuri e a mortalità perinatale“.
Sempre più ondate di calore nel prossimo futuro
L’Organizzazione ha esortato i leader mondiali ad agire immediatamente. Devono fare tutto il possibile per contenere il riscaldamento delle temperature a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali; al fine di limitare l’impatto di pericolosi eventi meteorologici estremi sulla vita dei bambini e delle bambine.
Oltre ad essere stato il mese più caldo registrato a livello globale, luglio ha battuto anche altri due record: giovedì 6 luglio è stato il giorno più caldo mai registrato; ed anche il ghiaccio marino antartico ha raggiunto livelli minimi mai registrati prima. I dati arrivano dal Servizio Cambiamenti Climatici Copernicus (Organizzazione Meteorologica Mondiale) e dal National Snow & Ice Data Center del Colorado.
“Questi record – spiega l’organizzazione – fanno seguito al giugno più caldo del mondo[4] e alle ondate di calore marino estreme di maggio, giugno e luglio, con la temperatura superficiale del mare più alta mai registrata”. Una ricerca di Save the Children ha calcolato i rischi per il futuro per coloro che oggi sono bambini. Pubblicata in collaborazione con la Vrije Universiteit Brussel, “ha rilevato che le bambine e i bambini dovranno affrontare, in media, un numero di ondate di calore sette volte superiore, un numero doppio di incendi selvaggi; e un numero triplo di perdite di raccolti rispetto ai loro nonni, in base agli impegni iniziali di riduzione delle emissioni definiti nell’Accordo di Parigi“.
La ricerca sottolinea inoltre che l’esposizione aggiuntiva dei neonati alle ondate di calore nel corso della vita diminuirà del 45%, del 39% per la siccità; del 38% per le inondazioni fluviali; del 28% per le perdite di raccolto e del 10% per gli incendi. Se il surriscaldamento si limiterà a 1,5°C.