L’amianto è una delle sostanze più pericolose e pervasive della nostra era industriale. In questo contesto, due strumenti potenti per affrontare e prevenire ulteriori danni sono il Long Life Learning (apprendimento continuo) e una solida educazione civica. Combinando questi approcci, possiamo sensibilizzare e agire in modo più efficace per proteggere le persone e l’ambiente dagli effetti dell’amianto. Oltre a evitare che questa tragedia si ripeta in futuro.
Un approccio per il futuro contro l’amianto
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Il “Long Life Learning” è essenziale per sensibilizzare la popolazione sugli effetti nocivi dell’amianto (e non solo) e per educare le persone su come prevenirne l’esposizione. La formazione continua è cruciale per affrontare i rischi. Questo tipo di apprendimento non si limita al periodo scolastico, ma si estende per tutta la vita. Gli individui possono quindi acquisire conoscenze, competenze e consapevolezza su questioni ambientali e sanitarie.
“L’investimento primario è sul futuro, sulla formazione permanente. Il long life learning riguarda soprattutto i primi anni della formazione. Non illudiamoci di poter intervenire su una formazione già avvenuta di persone che non hanno il concetto di quella che può essere la pericolosità di queste sostanze sul territorio.” ha affermato Matteo Villanova, professore di Roma Tre durante il convegno “Sicurezza sul lavoro e benessere psicologico” organizzato dall’Avv. Ezio Bonanni.
Salvare il mondo dall’amianto
Creare dei cittadini consapevoli ed empatici è il primo passo per un mondo migliore.
“Fare questo richiede una conoscenza molto ampia, un impianto etico, deontologico, umano. Non è soltanto un mettere insieme dei dati, questo lo può fare anche l’intelligenza artificiale.
E’ necessario un processo di umanizzazione e spiritualità. L’idea che stiamo facendo qualcosa di molto più grande, ossia salvare il mondo. Un sentimento che supera le barriere ideologiche, religiose, partitiche. Un sentimento che ci portiamo da quando abbiamo avuto la dignità di essere un Paese liberale, costruito da coloro che l’hanno costituito con grande sacrificio, impegno.” Ha continuato Villanova.
Educazione per la popolazione generale
In passato l’amianto è stato utilizzato perché non si era coscienti della sua pericolosità.
Se questo materiale, come spesso ricordato da Bonanni, è una metafora della contrapposizione tra il bene ed il male, la formazione diviene un dovere sociale imprescindibile.
Non si tratta di fare solo informazione sull’amianto, ma di formare individui attenti al mondo che li circonda e empatici verso chi soffre. Una educazione che dovrebbe essere fornita a tutte le età e in vari contesti, come scuole, università, comunità locali e via internet.
Se i cittadini inizieranno ad essere consapevoli dei rischi legati all’amianto e impareranno a riconoscerne la presenza nei materiali edilizi o nei prodotti di consumo, impareranno anche a proteggere sé stessi e gli altri. Potranno fare pressione per richiedere bonifiche per le loro case, le scuole, gli ospedali, il posto di lavoro.
Un impegno globale per la salute e la sicurezza
Solo con un apprendimento continuo a tutti i livelli, dai lavoratori agli studenti, dalle famiglie agli amministratori locali, è possibile affrontare efficacemente la minaccia rappresentata dall’amianto. Inoltre, l’educazione civica deve promuovere politiche pubbliche più forti per la protezione della salute e la sicurezza sul lavoro, nonché garantire che le pratiche di gestione dell’amianto siano sicure ed efficaci.
Con un impegno collettivo nell’apprendimento possiamo proteggere le generazioni future e creare un mondo più sano, sicuro e giusto per tutti.