Un cambio di rotta nella politica sanitaria globale
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L’Italia, il 18 luglio, ha formalmente comunicato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il rifiuto degli emendamenti proposti al Regolamento Sanitario Internazionale. Uno strumento cruciale per la gestione globale delle emergenze sanitarie, tra cui le pandemie. Si tratta dunque di una decisione che segna una significativa svolta nella partecipazione italiana al sistema di tutela della salute pubblica.
Cosa prevedevano gli emendamenti OMS
Gli emendamenti del 2024, miravano a rafforzare la capacità degli Stati di rispondere in modo coordinato e vincolante alle pandemie. Dunque introducevano obblighi giuridici per i Paesi membri. L’intento era evitare ritardi e lacune nella gestione di crisi sanitarie come quelle vissute negli ultimi anni.
Le motivazioni dell’Italia
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha comunicato la posizione italiana con una lettera inviata al Direttore Generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus.
Questa scelta è in linea con quella degli Stati Uniti. Infatti gli Usa rigettarono le norme in quanto non in linea con la sovranità statunitense. Inoltre Trump a gennaio ha firmato l’uscita formale dall’OMS ancora non esecutiva. Un processo che diverrà effettivo solo nel gennaio 2026, salvo nuove decisioni. Ciò suscita un dibattito acceso sul bilanciamento tra cooperazione internazionale e autonomia nazionale nella gestione della salute.
Le implicazioni per il futuro con il rifiuto delle norme OMS
Rifiutando un quadro giuridico vincolante, l’Italia rischia di limitare la propria influenza nelle decisioni globali sulle emergenze sanitarie, ma intende mantenere una posizione che tuteli maggiormente le proprie prerogative. Tuttavia, resta fondamentale preservare canali di collaborazione efficaci, visto che le pandemie non conoscono confini. Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit – Malattie infettive, ha fatto presente che la decisione potrebbe essere un errore. Ed ha affermato che il rischio è di isolarsi, escludersi dalla possibilità di avere contatti con gli altri Paesi.