La leucemia linfatica cronica (LLC)è un tumore raro che rappresenta tuttavia il tipo più frequente di leucemia che colpisce la popolazione occidentale. Un terzo delle persone colpite ha più di 80 anni.

Il trattamento e la gestione di questi pazienti rappresenta una sfida per la medicina, data la fragilità degli ammalati e l’esclusione dagli studi clinici.

Un team di ricerca guidato dall’Università di Padova ha coordinato uno studio chiave sulle terapie mirate per la cura della leucemia linfatica cronica.

LLC, tumore ematologico tipico degli anziani

La leucemia linfatica cronica è un tipo di tumore ematologico. Si verifica in seguito ad un accumulo di linfociti B nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici, come i linfonodi e la milza.

I linfociti sono cellule del sistema immunitario che vigilano sull’organismo difendendolo da microrganismi e cellule tumorali. Si distinguono in linfociti B, produttori di anticorpi, o T, responsabili dell’attacco alle cellule tumorali o infettate da virus.

Nella leucemia linfatica cronica un linfocita B acquisisce delle anomalie di solito genetiche. E riceve dei segnali dall’ambiente circostante che fanno moltiplicare di continuo la cellula, dando origine al clone linfocitario. Ovvero, un insieme di cellule uguali tra loro che si accumulano progressivamente nel tempo.

Nel mondo, ogni anno, colpisce circa 5 persone ogni 100.000 ed è tipico delle persone anziane: l’età media alla diagnosi è attorno ai 72 anni. Colpisce in misura leggermente maggiore gli uomini rispetto alle donne.

Venetoclax, principio attivo antitumorale

Sulla rivista “Blood” è stato recentemente pubblicato lo studio “Venetoclax based regimens in octogenarian CLL patients: efficacy, safety and comparison to BTKi in a multicenter cohort”.

Il lavoro è stato coordinato da Andrea Visentin del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, in collaborazione con Massimo Gentile della UOC di Ematologia di Cosenza.  

I ricercatori hanno raccolto i dati di più di 120 pazienti ricoverati in 23 istituti sparsi sul territorio nazionale. Sono riusciti ad analizzare il più grande gruppo di pazienti con più di 80 anni trattato con venetoclax.

«Venetoclax è un principio attivo antitumorale somministrato in compresse che colpisce BCL2, una proteina alterata nella leucemia linfatica cronica. Quando è colpita, porta a morte le cellule della leucemia». Così Livio Trentin, ordinario della cattedra di ematologia dell’Università di Padova e direttore della UOC di Ematologia dell’Azienda Ospedale Università di Padova.

Leucemia linfatica cronica: personalizzazione della terapia

La chiave dello studio in questione è stata la personalizzazione della terapia.

La riduzione del dosaggio del farmaco o il raggiungimento più lento della dose piena del farmaco ha permesso di limitare gli effetti collaterali della terapia. Garantendo, così, l’efficacia della stessa.

«Oggi – continua Trentinabbiamo a disposizione molti farmaci biologici attivi nei confronti dei tumori. Riuscire a bilanciare efficacia ed effetti collaterali è la grande sfida che dovremo affrontare nei prossimi anni».

I primi autori dello studio sui pazienti tra 80-94 anni sono dei giovani ricercatori: un assegnista di ricerca, Alessandro Cellini, e uno specializzando, Andrea Serafin.

La ricerca ricopre, inoltre, un’importanza sociale perché realizzata grazie al coinvolgimento e al contributo dell’associazione di volontariato Ricerca per Credere nella vita (RCV). Si tratta di una associazione creata da una paziente, Franca Boschello e da suo fratello Renzo, che supporta la struttura da circa 20 anni.

Fonte: Università di Padova