Infarto

Le malattie cardiovascolari (MCV) rappresentano attualmente la principale causa di morte in Europa e in Italia. L’impatto è devastante sia sulla salute pubblica sia sulla sostenibilità economica dei sistemi sanitari. Quotidianamente, oltre 5000 persone perdono la vita in Europa per patologie del cuore, mentre solo in Italia esse sono responsabili del 31% di tutti i decessi. Si stima che l’80% dei casi potrebbero essere evitati.

In Europa, i costi associati a queste patologie corrispondono a 282 miliardi di euro, pari a 636 euro pro-capite. In Italia i costi ammontano a oltre 41 miliardi di euro, ovvero il 15% della spesa sanitaria, pari a 726 euro pro-capite, al di sopra della media europea. 

I suddetti dati sono emersi nel corso del convegno ‘Un Cuore per l’Europa: Salute Cardiovascolare da Bruxelles a Roma‘.

Malattie del cuore, spesa stimata attorno ai 15 miliardi l’anno

Secondo lo studio ESC/Oxford, circa il 74 % della spesa totale europea per la salute del cuore è assorbita da assistenza sanitaria diretta e assistenza informale. In Italia, la spesa ‘diretta’ è stimata attorno a 15 miliardi l’anno, con altri 5 miliardi di costi indiretti per produttività persa e invalidità.

A fronte di questi numeri, secondo gli esperti, appare “evidente la necessità di un intervento sistemico e coordinato a livello europeo. Ciò per sostenere gli sforzi nazionali già in atto e favorire l’adozione di strategie più efficaci di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento“.

La Commissione Europea è ora impegnata nella definizione di un Piano europeo per la salute cardiovascolare, vista l’esperienza positiva del Piano europeo contro il cancro.

Eliminare le disuguaglianze nella prevenzione, diagnosi e cura

Investire nella salute cardiovascolare non significa solo salvare vite umane, ma anche ridurre i ricoveri ospedalieri, contenere i costi sanitari. Per questi motivi, l’evento ha promosso una riflessione condivisa tra rappresentanti istituzionali, società scientifiche, associazioni di pazienti e stakeholder europei e nazionali. Ciò affinché la salute cardiovascolare diventi “una vera priorità politica e finanziaria dell’Unione Europea nel prossimo ciclo di programmazione”.

I partecipanti si sono, inoltre, soffermati sulle disuguaglianze nella prevenzione, diagnosi e cura. Risulta di fondamentale importanza assicurare equità di accesso per i pazienti più fragili (donne, anziani, popolazioni rurali o socioeconomicamente svantaggiate). E promuovere contestualmente modelli di presa in carico adattati ai bisogni specifici, rafforzando l’aderenza terapeutica e riconoscendo il ruolo cruciale dei caregiver.

È, infine, necessario allineare le strategie europee con gli strumenti nazionali per garantire coerenza e uniformità degli interventi e utilizzare i fondi europei. Questi potrebbero ridurre le disparità territoriali in Italia e negli altri Stati Membri, migliorando l’accesso agli screening e alle cure innovative anche nelle aree periferiche.

Dall’evento sono scaturite cinque richieste

Per affrontare al meglio la sfida delle malattie cardiovascolari, che restano la prima causa di morte e invalidità in Italia, sono state avanzate 5 richieste. Ovvero:

  1. Consolidare e finanziare il Piano europeo per la salute cardiovascolare.
  2. Rafforzare la prevenzione primaria e affrontare i determinanti di rischio.
  3. Istituzionalizzare lo screening cardiovascolare a livello nazionale ed europeo.
  4. Ridurre le diseguaglianze nella prevenzione, diagnosi e cura.
  5. Rendere operativo il ponte tra livello europeo e nazionale.

È emersa la necessità di definire e sostenere programmi di screening cardiovascolare strutturati e armonizzati, in particolare per la popolazione anziana.