Molte persone sperimentano la sensazione di addormentarsi tranquillamente, per poi essere bruscamente risvegliate da un rumore improvviso e assordante, come quello di un’esplosione nella propria testa. Questa esperienza può essere il segno della Sindrome della testa che esplode (EHS), un disturbo del sonno poco conosciuto e ancora oggetto di studio. Questo articolo esplorerà in dettaglio la condizione, dai primi riconoscimenti nella storia medica ai sintomi caratteristici, fino alle ipotesi più recenti sulle sue cause
Che cos’è la Sindrome della testa che esplode?
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La Sindrome della testa che esplode (EHS) è una forma di parasonnia, ovvero un disturbo del sonno che si manifesta con comportamenti o esperienze anomale durante il passaggio tra sonno e veglia. Rientra nella stessa categoria di altri fenomeni noti, come la paralisi del sonno e i colpi ipnici, cioè quelle sensazioni di caduta che molti sperimentano durante l’addormentamento. L’EHS si distingue per episodi improvvisi in cui la persona percepisce rumori estremamente forti, simili a «esplosioni di pistola, porte che sbattono o colpi secchi, che sembrano provenire dall’interno della propria testa».
Ad affermarlo, Dan Denis, docente di psicologia all’Università di York.
Alcune persone segnalano anche allucinazioni visive, come lampi di luce, e sensazioni di calore intenso o scosse elettriche. Questi episodi si verificano tipicamente durante la fase di transizione tra veglia e sonno.
Nonostante la drammaticità dell’evento, l’EHS non causa dolore fisico né rappresenta un pericolo per la salute.
Può tuttavia può generare ansia e disturbare il sonno, soprattutto se l’individuo non è consapevole della natura benigna del fenomeno.
Primi casi clinici accertati
Il disturbo è stato documentato per la prima volta nel 1876. Sebbene si parli di un’esperienza del filosofo e scienziato René Descartes, questo riferimento è probabilmente apocrifo, poiché Descartes visse nel XVII secolo, molto prima che il disturbo venisse riconosciuto in ambito scientifico. In ogni caso, l’EHS è un disturbo descritto da secoli, ma ancora oggi non completamente compreso.
La ricerca scientifica è in corso per indagare meglio le cause della condizione. Le ipotesi attuali suggeriscono che l’EHS potrebbe derivare da un malfunzionamento neurologico durante la fase di addormentamento, quando il cervello “spegne” i segnali sensoriali. In particolare, si ritiene che la formazione reticolare, una rete di strutture cerebrali che regolano il passaggio tra stato di veglia e sonno, rallenti durante l’addormentamento. Questo, può causare un’attivazione neuronale disgiunta e ritardata delle reti sensoriali, percepita come suoni forti e inspiegabili. Altre teorie suggeriscono che lo stress, la fatica o i disturbi del sonno preesistenti possano aumentare il rischio di sperimentare episodi di EHS.
«Le variabili di benessere come lo stress della vita erano associate all’esperienza dell’EHS, mediata da sintomi di insonnia», spiega Denis.
Nonostante il riconoscimento del disturbo, resta una condizione poco studiata e spesso sottovalutata, in parte perché molte persone non lo segnalano ai medici.
Prevalenza e incidenza
Determinare la prevalenza esatta dell’EHS è complesso a causa della mancanza di dati sistematici. Tuttavia, studi hanno rivelato che fino all’11% degli adulti sani ha sperimentato l’EHS. Tra gli studenti universitari, la prevalenza è fino al 17%, con circa il 6% che vive episodi mensili. Nonostante questi numeri, l’EHS sembra essere meno comune di altre parasonnie, come i colpi ipnici, che affliggono fino al 70% della popolazione.
L’EHS è pericoloso?
Nonostante il nome suggestivo e potenzialmente allarmante, la Sindrome della testa che esplode è generalmente considerata un fenomeno innocuo. Gli episodi sono solitamente di breve durata e non provocano dolore fisico. Tuttavia, l’esperienza può risultare estremamente spaventosa, soprattutto per coloro che non conoscono la natura del disturbo. In un sondaggio condotto su oltre tremila partecipanti, il 45% ha dichiarato di aver provato paura da moderata a grave durante un episodio di EHS, mentre il 25% ha riferito di aver sperimentato un forte disagio emotivo o psicologico in risposta agli eventi.
La paura generata può disturbare il ciclo del sonno e aumentare l’ansia legata al riposo, con conseguenze indirette sulla salute mentale e fisica.
L’importanza di una corretta diagnosi
Distinguere l’EHS da altre condizioni, come mal di testa, cefalee o emicranie, è fondamentale per una corretta diagnosi e gestione. A differenza dell’EHS, i mal di testa e le cefalee sono spesso accompagnati da dolore prolungato e altri sintomi fisici come nausea, sensibilità alla luce o al suono, e possono richiedere trattamenti medici specifici.
Le cefalee, in particolare le emicranie, sono patologie neurologiche complesse che richiedono un’attenzione diversa e possono influenzare la qualità della vita in modo molto più persistente.
L’importanza di distinguere tra queste condizioni risiede anche nel fatto che, se l’EHS viene confuso con un disturbo più grave come un’emicrania, il paziente potrebbe finire per sottoporsi a esami e trattamenti non necessari, o peggio, ignorare una cefalea cronica che potrebbe richiedere un intervento mirato.
Strategie di gestione e trattamento
Al momento, non esistono studi sistematici sui trattamenti per l’EHS, ma alcune strategie possono aiutare a mitigare i sintomi. Cambiare la posizione durante il sonno e adottare tecniche di consapevolezza sono state segnalate come potenzialmente utili. Conoscere la natura della condizione e riconoscerla come comune e non pericolosa può essere rassicurante. In alcuni casi, l’educazione e la consapevolezza hanno ridotto la frequenza degli episodi.
Inoltre, il supporto psicologico può essere particolarmente utile per coloro che sviluppano una forte ansia a causa della sindrome. Una corretta comprensione della natura innocua del disturbo può alleviare il timore legato a questi episodi e contribuire a ridurre lo stress che spesso li accompagna.
Fonte
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