Ogni anno in Italia il carcinoma mammario colpisce molte donne. Statisticamente, una donna su otto svilupperà un tumore al seno nel corso della vita. In molti casi, la terapia oncologica prevede un intervento chirurgico che può essere più o meno demolitivo. Per ricostruire l’integrità fisica, riacquisire una forma naturale e favorire il benessere psicologico, la ricostruzione mammaria è fondamentale. Eppure, non tutte le donne che potrebbero farlo lo fanno.
Secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), solo circa il 50% delle donne eleggibili sceglie effettivamente di sottoporsi all’intervento ricostruttivo. Nonostante la procedura sia prevista e garantita dal Servizio Sanitario Nazionale.
In realtà, nei centri specializzati (le cosiddette Breast Unit), la percentuale di ricostruzioni immediate è significativamente più alta. Ciò evidenzia una disparità di accesso e una lacuna informativa.
Il “Bra Day” e la sensibilizzazione
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Il Breast Reconstruction Awareness Day (Bra Day) è l’iniziativa internazionale dedicata a diffondere consapevolezza e informazione sulla ricostruzione mammaria post-oncologica.
In Italia, la SICPRE organizza eventi ogni anno per parlare di ricostruzione, rispondere ai dubbi delle pazienti e far conoscere gli strumenti e le tecniche disponibili. Nell’edizione del 2025, dal titolo “Col seno di poi. Cibo e arte per superare la malattia”, l’obiettivo è quello di raggiungere il pubblico e accrescere la consapevolezza su opzioni, modalità, risultati e diritti legati alla ricostruzione.
Non tutte le donne sanno, infatti, che la ricostruzione mammaria è interamente a carico del SSN, cioè non comporta costi per le pazienti quando eseguita in strutture pubbliche o convenzionate.
Molti casi di mancata ricostruzione sembrano dipesi più da mancanza di informazione, timori o disorientamento che da reali limiti tecnici o medici.
Numeri e criticità
Il Registro nazionale degli impianti protesici mammari fornisce dati utili sul panorama della chirurgia mammaria in Italia. Ogni anno vengono impiantate circa 59.000 protesi mammarie, di cui:
- il 63% è destinato a scopi estetici
- il 37% a scopi ricostruttivi, vale a dire dopo mastectomia o interventi oncologici
Questo significa che circa 41.000 donne all’anno riceverebbero protesi ricostruttive.
Nonostante questi numeri, il fatto che solo metà delle donne eligibili scelga la ricostruzione indica falle nel sistema informativo e organizzativo. Le Breast Unit, con team multidisciplinari e specialisti dedicati, rappresentano un ambiente in cui le probabilità di accesso alla ricostruzione immediata sono più elevate.
Il ruolo istituzionale e il messaggio del Ministro della Salute
In occasione del Bra Day 2025, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato che la ricostruzione mammaria è parte integrante del percorso terapeutico, non un optional. Offrire la ricostruzione sin dal primo momento significa aiutare la paziente non solo a livello fisico, ma anche psicologico, favorendo un ritorno più sereno alla vita quotidiana.
Schillaci ha inoltre annunciato un impegno con le Regioni per rafforzare la rete dei centri di senologia sul territorio nazionale, così da ridurre le disuguaglianze regionali nell’accesso ai trattamenti e garantire opportunità uniformi ovunque si risieda.
Perché molte donne non si sottopongono alla ricostruzione?
Diversi fattori contribuiscono al fenomeno:
- Disinformazione
Molte pazienti non sanno che la ricostruzione è gratuita e prevista dal sistema sanitario. Alcune non conoscono le opzioni tecniche, i tempi o le strutture dove rivolgersi. Questo gap informativo è stato evidenziato anche dai protagonisti del Bra Day. - Timore e incertezza
L’idea di un intervento aggiuntivo in un momento già drammatico può spaventare. Dubbi sul decorso, sull’efficacia e sui rischi possono dissuadere molte donne dal richiederla subito. - Differenze territoriali
L’accesso alle tecnologie, alle competenze chirurgiche e alle strutture complesse varia significativamente tra regioni. Dove la rete è debole o meno capillare, le possibilità di ricostruzione immediata si riducono. - Organizzazione delle Breast Unit
Negli ospedali dotati di vere Breast Unit, il lavoro integrato di oncologi, chirurghi senologi e chirurghi plastici favorisce che la ricostruzione venga considerata come parte della terapia sin dall’inizio. Ciò accresce le probabilità che la donna venga informata e riceva l’intervento al momento giusto.
Benefici della ricostruzione immediata
La ricostruzione mammaria può essere effettuata in tempo immediato (nello stesso intervento demolitivo) oppure in tempi successivi. Le ricostruzioni immediate presentano vantaggi notevoli:
- Recupero psicologico più rapido: riducono il periodo in cui la donna vive senza la simmetria del seno
- Migliore aderenza alle terapie oncologiche: favorendo il benessere sia fisico sia mentale
- Riduzione del numero di interventi complessivi: intervenire subito può evitare operazioni successive separate
Per questi motivi, molte realtà specializzate spingono per rendere la ricostruzione immediata la norma ogni volta che è possibile.
Il percorso “da sapere” per le pazienti
Per garantire che una donna possa accedere alla ricostruzione mammaria, è importante che sin dalla diagnosi e nella programmazione dell’intervento oncologico, si includa la valutazione plastica. La paziente deve essere informata in modo chiaro sui pro e contro, sulle tecniche disponibili e sui tempi. Alla Breast Unit, inoltre, l’equipe multidisciplinare può offrire tutte le informazioni e le opzioni migliori.
Si verifichi che la struttura in cui opera l’ospedale sia abilitata e abbia chirurghi plastici esperti
Si assicuri che la ricostruzione sia coperta dal SSN e che la paziente sappia che non dovrà sostenere costi aggiuntivi
Sfide da affrontare e prospettive future
- Uniformità territoriale: ridurre il divario tra regioni avanzate e aree meno attrezzate
- Formazione e sensibilizzazione: medici oncologi, chirurghi senologi e plastici devono collaborare ai fini dell’informazione condivisa
- Comunicazione efficace: campagne pubbliche e Bra Day sono strumenti preziosi per raggiungere chi non è a conoscenza
- Incentivi istituzionali: politiche che favoriscano l’istituzione e il potenziamento delle Breast Unit su tutto il territorio nazionale
- Monitoraggio dei dati: un registro completo e aggiornato delle ricostruzioni potrebbe aiutare a individuare gap e migliorare l’equità
Colmare il divario
Il diritto alla ricostruzione mammaria dopo un tumore è quindi un tema di dignità, identità e equità sanitaria. In Italia, pur essendo garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, questa opportunità riguarda solo una donna su due che ne avrebbe diritto. È urgente colmare il divario informativo e strutturale che impedisce un accesso più ampio, affinché ogni donna possa scegliere consapevolmente e ricevere le cure migliori.
La ricostruzione del seno è un gesto terapeutico che completa il percorso oncologico, favorisce il recupero psicologico e sostiene la qualità di vita.
Fonte: Ansa