La gravidanza è un periodo di profondi cambiamenti ormonali e fisiologici sperimentati da milioni di donne ogni anno.

Da una ricerca pubblicata sulla rivista “Nature Neuroscience” è emerso che la gravidanza modifica l’anatomia del cervello, lasciando immutate solo poche aree. Tutte le altre si restringono e contemporaneamente, al loro interno si rafforzano le connessioni fra le cellule nervose.

È questa la prima osservazione continuativa della plasticità e della capacità di adattamento degli organi. «Finora non avevamo mai visto il cervello nel bel mezzo di questa metamorfosi», ha detto la coordinatrice della ricerca Emily Jacobs, dell’Università della California. La prima autrice è Laura Pritschet, della stessa università.

Gravidanza, un periodo di notevole neuroplasticità

L’85% delle donne sperimenta una o più gravidanze nel corso della propria vita. In una finestra gestazionale di circa 40 settimane, il corpo materno subisce profondi adattamenti fisiologici per supportare lo sviluppo del feto. Tra questi, aumenti del volume plasmatico, del tasso metabolico, del consumo di ossigeno e della regolazione immunitaria. Si tratta di rapidi adattamenti avviati da aumenti da 100 a 1.000 volte nella produzione di ormoni, tra cui estrogeni e progesterone. Gli ormoni neuromodulatori guidano anche una significativa riorganizzazione del sistema nervoso centrale.

Le prove provenienti da modelli animali e studi sull’uomo convergono sulla gravidanza come un periodo di notevole neuroplasticità.

Gli aumenti gestazionali nella sintesi degli ormoni steroidei guidano la neurogenesi, la crescita delle spine dendritiche, la proliferazione della microglia. Ma anche la mielinizzazione e il rimodellamento degli astrociti. Questi cambiamenti cellulari sono pronunciati nei circuiti cerebrali che promuovono il comportamento materno.

Osservate riduzioni del volume della materia grigia

Negli esseri umani sono state osservate riduzioni del volume della materia grigia (GMV) nel post-partum, in particolare nelle regioni centrali per l’elaborazione della teoria della mente. Questi cambiamenti del GMV persistono fino a 6 anni dal parto, sono rintracciabili decenni dopo e attestano la permanenza dell’evento di rimodellamento. Tuttavia, i cambiamenti che si verificano all’interno del cervello materno durante la gestazione stessa sono praticamente sconosciuti.

Nel corso della ricerca, diverse donne sono state sottoposte a scansione una volta nel terzo trimestre e di nuovo nel periodo post-partum. L’esame ha rilevato una riduzione del volume corticale osservabile nell’ecografia tardiva della gravidanza.

I risultati suggeriscono che la gravidanza è un periodo altamente dinamico per il rimodellamento neurale. Ma i neuroscienziati non dispongono ancora di una mappa dettagliata dei cambiamenti che il cervello umano subisce durante il periodo gestazionale.

I cambiamenti regrediscono nel tempo

Gli studiosi hanno notato che il volume della materia grigia si riduce in modo pronunciato, così come lo spessore della corteccia, la struttura della materia bianca diventa più solida.

Lo stesso avviene nel liquido cerebrospinale (cefalorachidiano) e nelle cavità (ventricoli) nelle quali questo viene prodotto.

Sono cambiamenti che regrediscono nel tempo, ma non è chiaro in quali tempi: alcuni anche a due anni dal parto.
Il risultato di questo “tour de force”, come l’hanno definito i ricercatori, è la prima mappa completa del modo in cui la gravidanza modella il cervello. E rappresenta pure un contributo importante alla medicina di genere. «Le scienze biomediche hanno storicamente ignorato la salute delle donne», ha detto Jacobs.

Necessari nuovi studi per capire l’impatto a lungo termine

La ricerca rappresenta solo l’inizio anche sul fronte scientifico.

«Questo articolo apre più domande che risposte, perché in realtà stiamo solo iniziando a scalfire la superficie», ha osservato la ricercatrice.

È un campo di ricerca appena aperto: saranno necessari nuovi studi per capire l’impatto a lungo termine della gravidanza sul cervello.

Bisognerà fare ricerche su una popolazione più ampia. Si potranno esplorare eventuali implicazioni sulla salute mentale nel periodo intorno alla nascita, come la depressione post-partum, sull’invecchiamento cerebrale o su disturbi come l’emicrania.