Inizia a circolare l’ipotesi che possa venir meno l’isolamento positivi Covid. A lanciarla è stato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, durante una recente intervista radiofonica. Il sottosegretario ha parlato di un provvedimento che potrebbe palesarsi entro qualche settimana, nell’ottica di un futuro di “necessaria convivenza con il virus“. L’obiettivo è quello di un ritorno alla normalità.
In base a questa ipotesi, anche i positivi con sintomi potrebbero circolare liberamente, come già avviene in realtà per gli asintomatici ma senza che essi ne siano a conoscenza. Perché anche da asintomatico, allo stato attuale, una volta fatto il test con risultato positivo, si resta in isolamento per una durata variabile di giorni a seconda delle dosi di vaccino ricevute.
Isolamento positivi Covid e “liberi tutti”
L’ipotesi sulla revoca per l’isolamento positivi Covid, come era prevedibile, ha scatenato un polverone; per molti infatti ha suonato come un “liberi tutti” che stona con il numero crescente di contagi. Parliamo infatti di 36.573 nuovi casi positivi (aggiornamento al 16 giugno), di 600mila positivi in tutta Italia e più di 4.300 persone ricoverate (+20 rispetto al giorno precedente). Il numero dei morti per Covid in Italia dall’inizio dell’emergenza è di 167.617 (+64 rispetto al giorno precedente).
Contrari al “liberi tutti” i medici, che invitano alla prudenza. “La circolazione del virus è molto alta” – ha ricordato Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo). “Non ci sono più le mascherine obbligatorie e quindi la possibilità che i contagi aumentino è reale. Consiglio quindi molta prudenza, soprattutto per solidarietà nei confronti dei più fragili che potrebbero essere infettati. Il consiglio è di riflettere, perché al momento non ci sono le condizioni per una simile decisione“.
I medici – che costantemente monitorano la situazione – oltre che per la cura dei pazienti, sono molto sensibili al tema Covid perché nel corso dei due anni, sono stati 374 i colleghi che hanno perso la vita a causa della pandemia, per essersi contagiati. Il primo decesso l’11 marzo 2020, quello più recente il primo aprile 2022 e non è detto, purtroppo che l’elenco si fermi.
L’obbligo di mascherina al chiuso infatti è decaduto dal 16 giugno; fanno eccezione dei mezzi pubblici di trasporto (treni e bus) e i luoghi di cura (ospedali, rsa, cliniche) dove l’obbligo resta fino al 30 settembre; nei luoghi in cui non sia possibile mantenere il distanziamento, invece, resta solo la raccomandazione: parliamo di cinema, teatri, luoghi sportivi, scuola.