Una tecnica mini-invasiva con il vapore acqueo per la cura dell’iperplasia prostatica benigna è ora disponibile a Bologna in regime di Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di una tecnica di ultima generazione e con una esecuzione in tempi rapidi che integrerà le altre già a disposizione. Sarà proposta a pazienti con patologie e condizioni compatibili con il suo utilizzo. L’obiettivo è quello di ampliare le proposte terapeutiche ai pazienti e rendere scorrevoli le liste d’attesa delle sale operatorie.
La procedura è indicata per chi vuole evitare gli effetti collaterali dei farmaci o non vuole sottoporsi a interventi chirurgici invasivi. Ed anche per i pazienti più giovani o che comunque vogliono mantenere l’eiaculazione.
I risultati sono duraturi e in molti casi risolutivi. I tempi di ripresa sono molto rapidi.
Una nuova terapia per l’iperplasia prostatica benigna
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L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che si verifica quando è presente un aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica. Questo comporta una compressione dell’uretra, con la conseguente riduzione del flusso dell’urina dalla vescica. È una patologia estremamente diffusa nella popolazione maschile. Ne soffrono circa il 50% de gli uomini dai 60 anni e fino al 90% dagli 85 anni in su. I sintomi maggiormente riportati comprendono l’aumento della frequenza urinaria, un flusso irregolare o debole, la sensazione di minzione urgente. Ed anche lo sforzo eccessivo e la necessità di alzarsi spesso la notte per urinare.
Con la nuova tecnica, attraverso un’operazione in endoscopia, con leggera sedazione e in tempi rapidi, si utilizza il vapore acqueo per diminuire le dimensioni della prostata. La ripresa della funzione urinaria è veloce e l’obiettivo è quello di mantenere tutte le funzioni principali.
L’IBP è molto impattante sulla qualità di vita dei pazienti
Il vantaggio di accrescere l’offerta delle prestazioni mini-invasive e con tempi rapidi per i pazienti ha il principale obiettivo di ridurre l’impatto sulla qualità della vita. Ma anche sul decorso post-operatorio dei pazienti che hanno le caratteristiche per accedervi.
Importante è il contributo sullo smaltimento delle liste d’attesa chirurgiche e la gestione dei posti letto.
«L’IPB è una patologia estremamente diffusa nella popolazione maschile. È benigna – spiega Eugenio Brunocilla, Direttore dell’Unità Operativa dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – ma molto impattante sulla qualità di vita dei pazienti. I risultati di questa nuova tecnica sono percepibili dai pazienti già dopo pochi giorni. È importante sottolineare come tutte le altre tecniche attualmente in uso restano valide. La scelta del chirurgo, in accordo con i pazienti, è sempre mirata e pensata sui bisogni e le condizioni dei singoli».
«Si vuole offrire un trattamento alternativo mininvasivo soprattutto nei pazienti giovani sintomatici che vogliono mantenere l’eiaculazione». Così Roberta De Stefano, Direttrice dell’Urologia di San Giovanni in Persiceto e Santo Lupo, responsabile del progetto».
La procedura avviene in Day Hospital e nella stessa seduta possono essere trattati fino a 10 pazienti.
Procedura praticata da tempo anche presso il Policlinico San Marco
Il cosiddetto Rezum, l’innovativa terapia micro-invasiva con vapore acqueo, è praticato da tempo anche presso il Policlinico San Marco. È una delle poche strutture bergamasche a utilizzare la terapia che sfrutta la corrente di radiofrequenza per creare energia termica sotto forma di vapore acqueo.
La procedura viene effettuata utilizzando un particolare strumento endoscopico, che viene inserito all’interno dell’uretra, ovvero il canale dal quale fuoriesce l’urina. Attraverso questo cistoscopio viene inserito un ago particolare, sottilissimo, che somministra vapore acqueo direttamente nella prostata e più precisamente nei lobi prostatici.
Il vapore acqueo agisce distruggendo l’eccesso di tessuto prostatico che causa i disturbi urinari tipici dell’ipertrofia prostatica. In questo modo, si verifica una progressiva riduzione del volume della ghiandola prostatica e la ri-apertura dell’uretra, con conseguente risoluzione dei sintomi. Non richiede anestesia generale né ricovero e non comporta rischi di sanguinamento.