Dorian Gray, icona delle aspirazioni e delle fobie di una società che teme l’invecchiamento, stipulò un patto con il Diavolo per mantenersi giovane in eterno.
Senza voler arrivare a tanto, cosa possiamo fare per contrastare i segni del tempo? Un nuovo studio svela il mistero
Nelle proteine il segreto dell’invecchiamento
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Invecchiamento che dramma! Guardandoci allo specchio, ogni giorno scopriamo una nuova rughetta, i capelli iniziano a diventare bianchi, il nostro fisico, nonostante la palestra o i massaggi, non risponde più agli stimoli. Il cervello, neanche a dirlo, perde colpi. Eppure, per alcune persone, il tempo sembra non trascorrere. Quale sarà il loro segreto?
Secondo una nuova ricerca condotta da un team di scienziati della Stanford University, il segreto della giovinezza è nascosto nei meandri delle proteine.
Questi piccoli mattoncini del nostro corpo sembrano essere infatti i principali artefici di tutto il pasticcio.
Portando avanti un esperimento degno di Sherlock Holmes, alcuni studiosi hanno scrutato oltre 5.000 persone per capire quali organi invecchiano più rapidamente degli altri.
Risultato? È come se i nostri organi avessero un proprio orologio biologico, con uno che va avanti come un razzo e un altro che si prende tutto il tempo del mondo.
E ora, i ricercatori, armati di microscopi e cervelli affilati, stanno scavando più in profondità per capire come tutto questo possa influire sulla nostra salute e sulla nostra longevità.
Undici organi sotto esame
Secondo questi cervelloni della scienza, coordinati dal professor Tony Wyss-Coray, neurologo alla direzione dellla Phil and Penny Knight Initiative for Brain Resilience, circa un quinto delle persone coinvolte nello studio ha mostrato segni di invecchiamento “accelerato” in almeno un organo.
Ma c’è una parte meno divertente di questa corsa. I ricercatori hanno notato che gli organi che invecchiano più rapidamente sono anche quelli che tendono a essere più malandati.
Tradotto in parole semplici: l’organo più pigro è anche quello che si ammala prima.
Lo studio può aiutarci a rallentare l’invecchiamento?
Secondo gli studiosi, questa scoperta potrebbe essere la chiave per sviluppare trattamenti atti a contrastare le sfide legate all’invecchiamento.
In che modo?
Monitorare le proteine nei pazienti potrebbe diventare una pratica standard, una sorta di esame del sangue speciale per capire chi è in testa nella corsa all’invecchiamento.
Dopodichè, si passerà all’azione, crearendo dei super-farmaci antietà, in grado di rallentare il processo di invecchiamento degli organi.
Ovviamente, lo studio non è solo finalizzato all’estetica, quanto alla prevenzione.
Per fare un esempio, coloro che presentano segni di invecchiamento accelerato del cuore, corrono un rischio del 250% in più di complicanze cardiache.
Insomma, non ci sarà bisogno di scomodare il Diavolo per restare giovani più a lungo.
Fonti
Nature paper
doi: https://doi.org/10.1038/d41586-023-03821-w