Un recente sondaggio condotto tra esperti di biologia dell’invecchiamento ha evidenziato una mancanza di consenso sulle questioni fondamentali legate a questo processo. Ma cos’è davvero l’invecchiamento? Quando ha inizio? È una malattia? E cosa significa “ringiovanimento”? Queste domande, apparentemente semplici, trovano risposte divergenti tra gli scienziati

Invecchiamento: un campo di ricerca diviso

Cos’è davvero l’invecchiamento? Quando ha inizio? È una malattia? E cosa significa “ringiovanimento”?

Il sondaggio, condotto durante la 2022 Systems Aging Gordon Research Conference, ha coinvolto oltre cento esperti di biologia dell’invecchiamento, tra professori, ricercatori post-dottorato, studenti laureati e professionisti del settore. L’obiettivo era esplorare come i principali studiosi definiscono e comprendono l’invecchiamento e il ringiovanimento, oltre a identificare le questioni irrisolte del campo.

Le risposte hanno evidenziato una notevole varietà di opinioni. Per alcuni, l’invecchiamento è un processo di accumulo di danni molecolari nel tempo; per altri, è una perdita graduale di funzione o un declino sistemico della salute. Alcuni lo vedono come un fenomeno multifattoriale, influenzato da cambiamenti genetici, ambientali e stocastici. Altri ancora lo descrivono come una fase programmata dello sviluppo biologico. Questa diversità di definizioni riflette non solo la complessità del fenomeno, ma anche la difficoltà di progettare strategie di intervento efficaci quando manca un accordo su cosa si stia realmente studiando.

Quando inizia l’invecchiamento?

Anche sulla questione dell’inizio dell’invecchiamento, le risposte sono state varie e sorprendenti. Alcuni ricercatori ritengono che esso inizi con la concezione, quando il genoma dell’individuo viene formato. Altri lo collocano durante la gastrulazione, un momento cruciale dello sviluppo embrionale. Per altri ancora, 

comincia con la pubertà, quando il corpo subisce profondi cambiamenti ormonali, o intorno ai 20-25 anni, quando si raggiunge il picco delle capacità fisiche e si osservano i primi segni di declino funzionale.

Questa diversità di opinioni è significativa perché influisce direttamente sulle strategie di intervento. Se l’invecchiamento inizia a livello molecolare già durante lo sviluppo embrionale, le terapie dovrebbero essere orientate alla prevenzione dei danni sin dalle prime fasi della vita. Se invece è considerato un fenomeno che emerge solo dopo il completamento dello sviluppo fisico, le strategie potrebbero concentrarsi su interventi mirati a rallentare il declino funzionale.

Malattia o condizione naturale?

Un altro punto di disaccordo riguarda la natura stessa dell’invecchiamento: è una malattia o una condizione fisiologica normale? Alcuni scienziati lo considerano patologico, in quanto coinvolge cambiamenti che portano inevitabilmente a malattie e mortalità. Altri ritengono che sia un fenomeno naturale, radicato nell’evoluzione, e che combatterlo significhi andare contro i principi fondamentali della biologia.

Questa distinzione non è solo accademica. Se l’invecchiamento fosse riconosciuto come una malattia, potrebbe attirare maggiori investimenti nella ricerca e accelerare lo sviluppo di trattamenti mirati. Tuttavia, questa definizione potrebbe anche ridurre l’attenzione su strategie preventive e promuovere approcci focalizzati esclusivamente sui sintomi piuttosto che sulle cause profonde.

Cosa significa ringiovanimento?

La definizione di “ringiovanimento” è stata altrettanto controversa. Per alcuni, significa ridurre l’età biologica attraverso interventi che eliminano i danni molecolari accumulati. Per altri, implica un ripristino delle funzioni fisiologiche a uno stato più giovane o la capacità di invertire gli effetti dell’invecchiamento a livello cellulare, tessutale o sistemico.

Anche qui, le diverse interpretazioni riflettono visioni contrastanti su come affrontare il problema. Un approccio potrebbe concentrarsi sul rallentamento dell’accumulo di danni, mentre un altro potrebbe mirare a invertire i segni visibili del declino. La mancanza di consenso rende difficile stabilire obiettivi chiari per le terapie e ostacola il progresso verso interventi più efficaci.

Questioni irrisolte e direzioni future

Tra le questioni più urgenti identificate nel sondaggio, spiccano la necessità di definire con precisione l’invecchiamento e di comprendere meglio i meccanismi che lo causano. Molti scienziati concordano sul fatto che i principali interventi attuali, come i trattamenti genetici, farmacologici e dietetici, abbiano migliorato la qualità e la durata della vita nei modelli animali, ma mancano prove convincenti della loro efficacia negli esseri umani.

Un aspetto interessante emerso dal sondaggio è il contrasto tra le opinioni dei ricercatori e i focus attuali della ricerca. Mentre molte risposte sottolineano l’importanza di comprendere la natura fondamentale dell’invecchiamento, gran parte degli studi si concentra su interventi specifici o su malattie correlate all’età, trascurando le domande di base.

In definitiva, il sondaggio rivela un campo scientifico frammentato, ma ricco di opportunità.

L’invecchiamento rimane uno dei misteri più affascinanti della biologia. Comprendere le sue dinamiche fondamentali non è solo una questione accademica, ma una sfida che potrebbe trasformare il futuro della medicina e della qualità della vita umana. Con un maggiore coordinamento e una visione condivisa, il campo potrebbe finalmente fare un passo avanti verso la scoperta di soluzioni che oggi sembrano solo un sogno.

Fonti

Gordon Research Conference on Systems Aging, 2022

Nature Aging, Survey on Foundational Principles of Aging

WHO Global Report on Aging and Health