Cos’è il Parkinson: una malattia che va oltre i sintomi motori
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La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa cronica che colpisce principalmente il controllo del movimento. Tuttavia può manifestarsi anche con disturbi cognitivi e comportamentali. Si sviluppa a causa della perdita progressiva di neuroni dopaminergici in specifiche aree del cervello. In particolare nella substantia nigra, influenzando la capacità di coordinare movimenti fluidi e volontari. Oltre ai tipici sintomi motori, come tremore, rigidità e lentezza nei movimenti, molti pazienti manifestano difficoltà cognitive che spesso precedono l’insorgenza di questi segni più evidenti. Comprendere e identificare precocemente questi segnali rappresenta una sfida cruciale per migliorare la gestione della malattia e la qualità della vita dei pazienti.
L’intelligenza artificiale come strumento innovativo nella ricerca sul Parkinson
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha dimostrato un potenziale straordinario nell’analisi delle malattie neurologiche. Di recente, un importante studio italiano condotto dall’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia e dall’IRCCS Maugeri di Bari ha sfruttato le capacità dell’AI per analizzare il linguaggio naturale dei pazienti, individuando biomarcatori digitali che possono segnalare precocemente la presenza della malattia, anche prima che compaiano i sintomi motori tradizionali. Una delle fonti da cui apprendiamo la notizia è Il Corriere.
Come funziona l’analisi del linguaggio per individuare il Parkinson
La ricerca, pubblicata su npj Parkinson’s Disease, ha coinvolto decine di pazienti con diagnosi di Parkinson e soggetti di controllo sani. Ai partecipanti è stato chiesto di svolgere esercizi linguistici come descrivere immagini complesse o parlare liberamente. Mentre le loro risposte venivano registrate e analizzate con algoritmi di machine learning. Questi modelli hanno permesso di rilevare specifici tratti del linguaggio. Ad esempio la diminuzione nell’uso dei verbi d’azione, frequenti riformulazioni del discorso e difficoltà nell’accesso al lessico. Tutti segni che si correlano con le prime alterazioni cognitive della malattia.
Risultati promettenti con implicazioni cliniche concrete
I ricercatori avrebbero ottenuto un’accuratezza fino al 77% nel distinguere i pazienti affetti da Parkinson da soggetti sani, e fino all’85% nel riconoscimento dei diversi profili cognitivi all’interno della malattia. Questi dati sottolineano come l’analisi del linguaggio tramite AI possa diventare uno strumento non invasivo, scalabile e utilizzabile anche a distanza, utile per la diagnosi precoce e il monitoraggio dell’efficacia delle terapie.