Il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana, si confronta oggi con sfide e opportunità derivanti dalle recenti innovazioni della medicina.
Terapie geniche: traguardi nella cura delle malattie rare
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Le terapie geniche rappresentano una svolta nel trattamento di malattie precedentemente incurabili. Ad esempio, Beremagene geperpavec (Vyjuvek) è la prima terapia genica topica approvata per la distrofia epidermolitica bollosa. Viene utilizzato un virus herpes simplex modificato per veicolare il gene COL7A1 direttamente nelle lesioni cutanee.
Altre terapie geniche approvate sono per l’emofilia B, per l’anemia falciforme e per la carenza di AADC. Quest’ultima porta a una carenza di neurotrasmettitori, causando gravi disturbi neurologici.
Intelligenza artificiale nella diagnosi oncologica
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la medicina e la diagnosi precoce del cancro. Un modello IA sviluppato da Harvard Medical School è stato in grado di identificare individui ad alto rischio di cancro al pancreas fino a tre anni prima della diagnosi clinica, analizzando esclusivamente i dati delle cartelle cliniche. Inoltre, il modello impiegato ha raggiunto un’accuratezza del 94% nella diagnosi di vari tipi di cancro, analizzando oltre 60.000 immagini istopatologiche.
Questi strumenti potrebbero migliorare significativamente la diagnosi precoce, ma è fondamentale garantire che siano accessibili a tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro posizione geografica o situazione socioeconomica.
Test del sangue e diagnostica non invasiva
Il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito ha introdotto un test del sangue innovativo. In grado di rilevare il DNA tumorale circolante in pazienti con sospetto di cancro al polmone o al seno. Questo esame consente diagnosi più rapide e trattamenti personalizzati, riducendo la necessità di biopsie invasive e mutilanti. Lo ha reso noto la rivista Times.
Disparità nell’accesso alle cure: il caso delle terapie di affermazione di genere
Nel 2023, lo stato dello Utah ha vietato le cure mediche di affermazione di genere per i minori, sostenendo potenziali danni a lungo termine. Tuttavia, uno studio parallelo nello stesso stato ha rilevato che tali cure contribuiscono invece a migliorare la salute mentale e psicosociale delle persone transgender. Si è anche ridotto il rischio di suicidio. Un esempio che evidenzia come le decisioni politiche possano ostacolare l’accesso a cure basate su evidenze scientifiche, sottolineando la necessità di politiche sanitarie informate e inclusive.
Solo attraverso un impegno condiviso tra comunità scientifica, istituzioni e società civile sarà possibile garantire che il diritto alla salute sia effettivamente universale.
E soprattutto, se si deve scrivere a riguardo, sarebbe opportuno interrogare i diretti interessati.