Solo pochi giorni fa è deceduto il paziente ricoverato in ospedale per il primo caso umano di influenza aviaria ad alta patogenicità negli Stati Uniti. Il tragico evento ha riacceso i timori degli americani e di tutta la popolazione mondiale, sebbene ad oggi, rassicurano i medici, il rischio generale rimane basso.

Ma che cos’è l’influenza aviaria e perché se ne parla?

Si definisce così un’infezione virale che si verifica principalmente negli uccelli. In particolare in quelli selvatici, soprattutto acquatici, che sono il veicolo principale di diffusione dei virus in questione. Virus che possono poi essere trasmessi agli animali da allevamento, provocando danni economici ingenti, e, sporadicamente, all’uomo.

I virus aviari hanno una grande capacità di mutare e, recentemente, alcuni di questi ceppi virali sono stati trasmessi anche ai mammiferi, tra cui bovini, e animali da compagnia, in particolare gatti.

Non si segnalano infezioni in allevamenti italiani di bovini

Negli ultimi mesi, si è parlato molto dei virus aviari soprattutto per i diversi focolai scoppiati negli USA. I casi hanno coinvolto soprattutto gli allevamenti di bovini da latte, con centinaia di casi negli animali e alcune decine di contagi nell’uomo. Generalmente, la sintomatologia è lieve, associata soprattutto a congiuntivite e talvolta a sintomi che coinvolgono le vie respiratorie superiori.

Al momento in Italia non si segnalano infezioni in allevamenti di bovini. Mentre, come accade ormai da diversi anni, ci sono stati focolai in allevamenti di volatili analogamente ad altri paesi europei.

Attualmente il rischio infezione per la popolazione è basso

La maggior parte dei virus aviari è relativamente innocua per l’uomo. Tuttavia, qualche ceppo virale può presentare mutazioni che aumentano il potenziale di infettare altre specie, compreso l’uomo. I casi umani possono essere asintomatici o con sintomi lievi.

Al momento non c’è nessuna conferma della possibilità di una trasmissione da uomo a uomo dei virus aviari. Non ci sono casi nell’uomo nell’Unione Europea.

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ad oggi il rischio infezione per la popolazione generale è basso. Può diventare moderato solo per i lavoratori o altro personale esposto in un allevamento in cui siano presenti casi confermati.

La sorveglianza in Italia per i virus dell’influenza aviaria

In Italia, la sorveglianza dei virus dell’influenza aviaria negli animali è affidata ai servizi veterinari. Il Ministero della Salute progetta, coordina e monitora le attività previste dal Piano Nazionale di Sorveglianza per l’Influenza Aviaria. Ha il supporto scientifico e tecnico del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria ospitato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). I Servizi Veterinari delle Regioni/PPAA svolgono le attività del Piano attraverso le ASL/ULSS e attraverso gli Istituti Zooprofilattici.

La sorveglianza nel pollame e nell’avifauna si basa su un sistema di sorveglianza attivo, con controlli sugli animali in vita per l’individuazione precoce della malattia. Ciò tramite una sorveglianza passiva su animali con sintomi sospetti o deceduti.  

La sorveglianza della circolazione dei virus dell’influenza nell’uomo è coordinata dall’ISS ed effettuata attraverso la rete RespiVirNet. Quest’ultima è in grado di monitorare gran parte dei virus respiratori e fornisce settimanalmente i dati epidemiologici e virologici.

È sicuro mangiare carne o prodotti derivati da animali infetti?

La principale via attraverso cui è possibile contrarre l’infezione da virus aviari dagli animali è l’inalazione di particelle solide o liquide contaminate dal virus. La contaminazione può essere dovuta, ad esempio, all’esposizione ad animali o a prodotti infetti.

Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non c’è nessuna evidenza che l’influenza aviaria possa essere trasmessa all’uomo mediante consumo di carne contaminata. Il rischio di entrare in contatto con prodotti contenenti il virus è minimizzato dalle misure di sicurezza previste dalle normative. Normative che impongono l’abbattimento e lo smaltimento sicuro dei capi degli allevamenti in cui sono presenti animali positivi.

In Italia, finora, non sono stati trovati bovini infetti da virus aviari. Tuttavia, il Centro di Referenza Nazionale ha effettuato dei test su oltre 3000 capi bovini. Ciò in aree in cui erano stati identificati casi nel pollame e negli uccelli selvatici che hanno dato esito negativo.

Quali pericoli per gli animali domestici come cani e gatti?

Non si può escludere il rischio infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti.

È importante evitare il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, in aree in cui sono presenti i virus aviari. Si consiglia di evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti (es. visceri) provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale.

A cura della Rete One Health per il monitoraggio dell’Influenza aviaria