L’importanza del sonno è risaputa per il benessere psicofisico di una persona. Di solito ci si accorge di quanto sia fondamentale dormire bene, solo nel momento in cui non ci si riesce più. Il sonno, di base, è un meccanismo del tutto naturale, molto delicato e molto labile. Infatti può essere facilmente influenzato da fattori psicologici, organici o ambientali che arrivano a turbarlo con una rapidità disarmante. Tuttavia, è un momento fondamentale per gli esseri viventi: è durante questa fase della giornata che si prende una pausa e ci si rigenera, fisicamente e mentalmente.
Importanza del sonno: i meccanismi biologici
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Durante il sonno si ha un rallentamento dei ritmi biologici, c’è un recupero delle energie spese e una riduzione al minimo dell’attività cerebrale. Il cervello, infatti, si “placa” e la sua unica occupazione diventa la rielaborazione delle esperienze fatte durante le ore di veglia. La durata del sonno ha un’importanza fondamentale per il benessere psicofisico dell’essere umano.
Di base, gli adulti necessitano di dormire almeno 7-8 ore a notte, i bambini invece si aggirano intorno alle 10-12 ore. Chiaramente, il fabbisogno di riposo è una caratteristica puramente individuale. La fase dell’addormentamento varia per ogni persona, in base alle abitudini, all’età e del momento della vita in ci si trova. È necessario capire le proprie esigenze per dormire bene e, soprattutto, attivarsi per rispettarle.
Tutto ciò che modifica questi bisogni, come risvegli anticipati o notti insonni, costituiscono un’alterazione del naturale equilibrio e possono portare a soffrire di insonnia e disturbi del sonno. Quando non si riesce a dormire secondo i ritmi biologici, richiesti dall’organismo, ci si ritrova stanchi e sonnolenti già la mattina, rischiando di compromettere la propria vita, il lavoro, l’umore e le relazioni sociali.
Importanza del sonno: abitudini negative
Tuttavia, ci sono anche delle abitudini che non fanno bene al sonno, sebbene possano sembrare “ristoratrici”. Secondo uno studio dell’Università di Sidney, in Australia, dormire più di nove ore a notte, praticare meno di 150 minuti di attività fisica a settimana e stare seduti più di sette ore al giorno potrebbe accorciare la durata della vita.
Pensare, invece, che dormire di più nel weekend possa aiutare a recuperare la stanchezza della settimana è un mito da sfatare. Infatti, restare a letto più a lungo il sabato e la domenica può portare a sviluppare patologie cardiovascolari o il diabete di tipo 2. Questo secondo uno studio dell’Università di Pittsburgh, negli Stati uniti.
Sonno e patologie cardiovascolari: lo studio
Secondo un’altra ricerca, coordinata dal Vanderbilt University Medical Center di Nashville, negli Stati Uniti, le abitudini irregolari del sonno favoriscono lo sviluppo dell’aterosclerosi. Sui dati di questo studio, pubblicato sul Journal of the American Heart Association, questa condizione patologica a lungo può portare a ictus o infarto. La correlazione tra cattiva qualità del sonno e malattie cardiovascolari è nota già da tempo.
I ricercatori, in questo studio, hanno voluto approfondire tale rapporto in termini di irregolarità del sonno, ovvero come le diverse durate del riposo notturno nella settimana influiscano su certi aspetti patologici. Nella ricerca, gli scienziati hanno analizzato i dati di oltre 2mila soggetti tra i 45 e gli 84 anni, proprio per valutare la ripercussione delle abitudini di sonno notturno sul rischio di sviluppare aterosclerosi. Si tratta di una condizione patologica che provoca una perdita di elasticità delle pareti arteriose per l’accumulo di colesterolo, calcio, materiale fibrotico e cellule infiammatorie.
I risultati di questa ricerca hanno portato alla scoperta che le persone con una durata del sonno che subisce variazioni settimanali maggiori di due ore sviluppano un rischio più alto del 40% di avere calcificazioni coronariche, del 12% per le placche carotidee e del 91%, quindi quasi il doppio, di presentare occlusioni alle arterie degli arti inferiori.