Le orecchie esterne, caratteristiche distintive dei mammiferi, celano segreti affascinanti legati alla loro origine e struttura. Studi recenti hanno rivelato un’inaspettata connessione tra i circuiti genetici che modellano le orecchie e quelli responsabili della formazione delle branchie nei pesci, cosa che offre una nuova prospettiva sull’evoluzione delle specie

Il ruolo della cartilagine: un nuovo materiale scoperto

Coltivando cellule staminali umane si possono creare strutture cartilaginee simili a quelle facciali e cervicali

Le orecchie dei mammiferi, con la loro incredibile varietà di forme e funzioni, continuano a rappresentare un intrigante campo di indagine scientifica. Da quelle del cane, perfette per captare suoni a distanza, ai grandi padiglioni uditivi degli elefanti, progettati per dissipare il calore corporeo, queste formazioni anatomiche si rivelano molto più complesse di quanto possa sembrare. Un recente studio pubblicato su Science ha portato alla luce un aspetto sorprendente. La cartilagine che le costituisce non segue gli schemi tradizionali, ma rappresenta una variante del tutto inedita. Questo materiale, definito “cartilagine non ortodossa”, è ricco di lipidi, estremamente flessibile e al contempo dotato di una resistenza notevole.

Approfondiamo la questione

Le caratteristiche uniche di questa cartilagine derivano dalla disposizione uniforme delle sue cellule, che si organizzano in microstrutture straordinariamente precise, simili a un complesso mosaico. La sua presenza non è limitata ai padiglioni auricolari, ma si estende anche ad altre zone anatomiche come il naso, la laringe e lo sterno di vari mammiferi. Al contrario, questa struttura innovativa è completamente assente negli anfibi, nei rettili e negli uccelli, che non possiedono componenti uditive esterne.

Il team di ricerca, guidato da Maksim Plikus dell’Università della California, ha evidenziato come la flessibilità di questa cartilagine sia attribuibile ai lipidi presenti al suo interno, che la rendono capace di resistere a notevoli tensioni senza perdere elasticità. Quando questi lipidi vengono rimossi, il tessuto diventa sensibilmente più rigido, dimostrando il ruolo determinante di tali molecole. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione dell’anatomia dei mammiferi, ma apre nuovi orizzonti nel campo della ricerca biomedica e dell’ingegneria dei tessuti.

L’origine genetica delle orecchie: una connessione con le branchie

Un secondo studio, pubblicato su Nature, ha approfondito le basi genetiche delle orecchie esterne, rivelando un legame sorprendente con le branchie dei pesci. Le analisi condotte sul pesce zebra e sull’uomo hanno mostrato che la cartilagine delle branchie e quella delle orecchie umane condividono circuiti genetici simili. Questa scoperta suggerisce che i mammiferi abbiano ereditato i programmi genetici dai loro antenati acquatici.

Cinque sequenze genetiche presenti nelle orecchie umane compaiono anche nella cartilagine branchiale del pesce zebra.

Queste sequenze non sono state rilevate in altre parti del corpo. Trasferite negli embrioni di topo, hanno attivato i geni che formano le orecchie. Questo risultato dimostra una sorprendente continuità evolutiva..

Un viaggio nella storia evolutiva

L’indagine si è spinta ancora più indietro nel tempo, analizzando il tessuto branchiale dei granchi a ferro di cavallo, antichi parenti dei vertebrati. Anche qui è stato trovato un attivatore genetico simile a quello del pesce zebra. Trasferendo questa sequenza negli embrioni del pesce zebra, i ricercatori hanno osservato che attivava i geni nelle branchie del pesce, suggerendo che le orecchie dei mammiferi potrebbero essere un residuo evolutivo delle prime strutture cartilaginee apparse negli invertebrati.

Secondo il biologo J. Gage Crump della University of Southern California, questa scoperta potrebbe riscrivere la storia evolutiva degli animali, confermando che le orecchie umane sono il prodotto di un adattamento genetico ancestrale che ha attraversato milioni di anni di evoluzione.

Implicazioni scientifiche e mediche

Queste ricerche non sono solo affascinanti dal punto di vista evolutivo, ma offrono anche importanti applicazioni pratiche. Gli scienziati hanno già dimostrato di poter replicare questa cartilagine in laboratorio, coltivando cellule staminali umane per creare strutture cartilaginee simili a quelle facciali e cervicali. Questi progressi potrebbero portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per riparare i danni alla cartilagine, migliorando significativamente la chirurgia ricostruttiva.

La biologa Mary Goldring, esperta di cartilagine, ha sottolineato come queste scoperte stiano trasformando la nostra visione di un tessuto che si pensava fosse semplice, rivelandone invece una complessità straordinaria.

Le orecchie: una struttura anatomica affascinante 

Le orecchie esterne, simbolo dell’eccezionale capacità uditiva dei mammiferi, non sono solo strutture anatomiche affascinanti, ma anche testimoni di una storia evolutiva condivisa con creature acquatiche lontane nel tempo. Le recenti scoperte scientifiche non solo arricchiscono la nostra comprensione dell’evoluzione, ma promettono anche di aprire nuove frontiere nella medicina rigenerativa. Le orecchie, con la loro singolare composizione cartilaginea, ci ricordano che il passato e il futuro della vita sono strettamente intrecciati.