Il ricovero in ospedale può rappresentare un’esperienza destabilizzante per gli anziani, spesso associata a un rapido declino della salute mentale. Espressioni come “Di giorno è tranquillo, ma di notte diventa agitato” o “Continua a chiamare la madre, deceduta da anni” sono situazioni ben conosciute da chi assiste gli anziani, sia tra i loro cari sia tra il personale sanitario. Questo stato di confusione e disorientamento può indicare la presenza di delirio. A differenza della demenza, che si sviluppa gradualmente, questa condizione richiede interventi tempestivi per proteggere la salute mentale e fisica dei pazienti. È dunque essenziale riconoscere e distinguere tra queste due condizioni per offrire cure adeguate e mirate

Il delirio negli anziani: comprendiamo il fenomeno 

Negli anziani, il delirio può manifestarsi in vari modi, tra cui confusione, allucinazioni e disturbi dell’attenzione

Il delirio è una condizione complessa e spesso trascurata, particolarmente comune tra gli anziani in ospedale. Questa sindrome è caratterizzata da una rapida alterazione della cognizione e della consapevolezza, con insorgenza acuta e fluttuante.

Può manifestarsi in vari modi, tra cui confusione, allucinazioni e disturbi dell’attenzione. La sua prevalenza tra la popolazione anziana è preoccupante.

Si stima che colpisca tra il 20% e il 30% dei pazienti ricoverati, rendendolo una complicazione significativa da affrontare in ambito clinico.

Fattori che contribuiscono al delirio

Numerosi fattori possono contribuire all’insorgenza del delirio negli anziani. Cosa che rende questa condizione particolarmente insidiosa. Tra le principali cause ci sono i cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento.

Ad esempio, la polifarmacia, ovvero l’uso simultaneo di più farmaci, è frequente tra gli anziani e può aumentare il rischio di effetti collaterali e interazioni. Il che, complica ulteriormente il quadro clinico.

La compromissione sensoriale, come la perdita dell’udito o della vista, riduce le risorse cognitive disponibili e può rendere i pazienti più vulnerabili agli stimoli ambientali, favorendo l’emergere del delirio.

In aggiunta, il contesto ospedaliero stesso può rivelarsi estremamente stressante. Gli anziani possono affrontare situazioni acute, come malattie gravi o interventi chirurgici, che minacciano la loro stabilità psicofisica. Inoltre, le interruzioni continue, i rumori e le luci forti possono contribuire a un ambiente confuso e disorientante, accentuando la suscettibilità al delirio. I pazienti con demenza, in particolare, sono a maggior rischio.

La loro ridotta capacità cognitiva e le scarse risorse per affrontare situazioni di stress aumentano infatti le probabilità di sviluppare delirio durante il ricovero. Tuttavia, occorre fare differenza fra i due quadri clinici.

Differenze tra delirio e demenza

Sebbene entrambi possano manifestarsi con sintomi cognitivi compromessi, la demenza è un termine generico che comprende un insieme di sintomi caratterizzati da una progressiva perdita delle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione e l’orientamento. Questo declino avviene in un arco di tempo esteso, che porta a una compromissione delle abilità quotidiane e influenza profondamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Al contrario, i sintomi del delirio possono variare rapidamente.

Essi includono confusione, alterazioni del livello di vigilanza e allucinazioni, che possono manifestarsi in un lasso di tempo breve, talvolta nell’arco di pochi giorni.

Questa differenza temporale e caratteriale è fondamentale. Mentre la demenza rappresenta un processo degenerativo e cronico, il delirio è un episodio acuto che può essere trattato e, in molti casi, reversibile se identificato tempestivamente. La consapevolezza di queste differenze è fondamentale per gli operatori sanitari, che devono saper riconoscere e gestire il delirio in modo efficace, evitando così complicazioni che possono aggravare ulteriormente la salute dei pazienti anziani.

Trattamento e prevenzione del delirio

Se il delirio è indotto da farmaci, il semplice ritiro del medicinale può risolvere il problema. In caso di infezione, il trattamento della causa sottostante allevierà i sintomi. Spesso, un intervento farmacologico può essere necessario per gestire i disturbi comportamentali.

Tuttavia, ogni decisione deve essere presa in consultazione con uno specialista.

La prevenzione è altrettanto importante. Iniziative come il programma HELP (Hospital Elder Life Program) adottato negli Stati Uniti includono misure non farmacologiche, come la promozione di un ambiente calmo, la mobilizzazione precoce, il supporto per la salute del sonno e l’uso di dispositivi sensoriali per migliorare la comunicazione. Questi interventi mirano a mantenere il paziente orientato e ridurre l’ansia, creando condizioni ottimali per il recupero.

Il ruolo dei caregiver

I caregiver svolgono un ruolo imprescindibile nella gestione e nella prevenzione del delirio, dal momento che agiscono come intermediari tra il paziente e il sistema sanitario. La loro presenza attenta e proattiva può fare la differenza tra un recupero rapido e il protrarsi di una condizione critica. È fondamentale che i caregiver stabiliscano e mantengano una routine regolare per i pazienti, poiché una struttura quotidiana ben definita contribuisce a creare un senso di stabilità e sicurezza.

Un aspetto importante di questa routine è l’esposizione alla luce solare durante il giorno, che favorisce la regolazione del ritmo circadiano e può migliorare l’umore e la vigilanza. Al contempo, è essenziale garantire un ambiente silenzioso e tranquillo durante le ore notturne, poiché il riposo adeguato è fondamentale per il benessere psicofisico del paziente.

Inoltre, è opportuno utilizzare frasi semplici e concise durante la comunicazione, affinché il messaggio risulti chiaro e facilmente comprensibile. La comunicazione chiara è particolarmente importante nei momenti di confusione, in quanto può ridurre l’ansia e il disorientamento. Rassicurare i pazienti circa la loro situazione attuale è un ulteriore passo che può contribuire ad alleviare il loro stato d’animo, fornendo conforto e sicurezza.

Quando si affrontano allucinazioni o disturbi percettivi, è importante non contraddire il paziente. Anziché negare la loro esperienza, i caregiver dovrebbero riconoscere i sentimenti del paziente e offrire supporto emotivo. Mostrare comprensione e empatia può favorire un clima di fiducia e serenità, contribuendo a mitigare l’angoscia che spesso accompagna queste manifestazioni.

Fonte 

The Conversation