Uno studio americano pubblicato su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology, mette in guardia sul consumo delle carni rosse. Nutrirsi in particolare di carni rosse lavorate come pancetta, salsiccia e mortadella, aumenta la probabilità di sviluppare declino cognitivo e demenza. Sostituirla con una porzione al giorno di noci e legumi diminuisce il rischio di demenza del 19% e di 1,37 anni in meno di invecchiamento cognitivo.

Sostituire le stesse quantità di carni rosse con il pesce diminuisce il rischio del 28% di demenza, sostituirle con il pollo riduce del 16% il rischio.

Per carne rossa lavorata i ricercatori intendono: bacon, hot dog, salsicce, salame, mortadella e altri prodotti a base di carne lavorata. Per rossa non lavorata si intende: manzo, maiale, agnello e hamburger.

Lo studio ha coinvolto 133.771 persone

Per esaminare il rischio di demenza, i ricercatori hanno osservato un gruppo di 133.771 persone con un’età media di 49 anni senza demenza all’inizio dello studio. Hanno calcolato quanta carne rossa mangiavano in media ogni giorno i partecipanti. Per la carne rossa lavorata, hanno diviso i partecipanti in tre gruppi. Il gruppo basso mangiava in media meno di 0,10 porzioni al giorno; il medio tra 0,10 e 0,24 porzioni al giorno; e il gruppo alto, 0,25 o più porzioni al giorno. Hanno poi corretto fattori quali età, sesso e altri fattori di rischio per il declino cognitivo.

Per misurare il declino cognitivo soggettivo, i ricercatori hanno esaminato un gruppo diverso di 43.966 partecipanti con un’età media di 78 anni. Il declino cognitivo soggettivo di una persona include problemi di memoria e di pensiero prima che sia evidenziato nei test standard.

Studiata la funzione cognitiva oggettiva

Per misurare la funzione cognitiva oggettiva, i ricercatori hanno esaminato un gruppo diverso di 17.458 partecipanti di sesso femminile con un’età media di 74 anni. Per funzione cognitiva oggettiva si intende il buon funzionamento del cervello per ricordare, pensare e risolvere i problemi, Durante lo studio, questo gruppo è stato sottoposto a test di memoria e di ragionamento quattro volte.

I ricercatori hanno corretto i soliti fattori (età, sesso e altri fattori di rischio per il declino cognitivo). Hanno, così, scoperto che mangiare una maggiore quantità di carne rossa lavorata era associato a un invecchiamento cerebrale più rapido. Ossia, nella cognizione globale si verificava un invecchiamento di 1,61 anni per ogni porzione aggiuntiva di carne rossa lavorata al giorno. Nella memoria verbale, invece, di 1,69 anni per ogni porzione aggiuntiva al giorno.

La carne rossa si associa a una ridotta salute del cervello

La carne rossa è ricca di grassi saturi e studi precedenti hanno dimostrato che aumenta il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache. Entrambi sono collegati a una ridotta salute del cervello.

«Il nostro studio ha scoperto che la carne rossa lavorata può aumentare il rischio di declino cognitivo e demenza». Lo ha affermato l’autore dello studio Dong Wang, MD, ScD, del Brigham and Women’s Hospital di Boston. «La buona notizia è che ha anche scoperto che sostituirla con alternative più sane, come noci, pesce e pollame può ridurre il rischio di una persona. Diminuire la quantità di carne rossa e sostituirla con altre fonti proteiche e opzioni a base vegetale potrebbe essere inclusa nelle linee guida dietetiche. Ciò per promuovere la salute cognitiva. Ma sono necessarie ulteriori ricerche per valutare i nostri risultati in gruppi più diversificati», ha concluso Wang.