Trascorrere la gravidanza in un ambiente ricco di verde può contribuire a proteggere il neonato dagli effetti biologici dello stress materno. Lo rivela un nuovo studio italiano pubblicato sulla rivista internazionale Molecular Psychiatry, che sottolinea l’impatto positivo della natura fin dalle primissime fasi della vita.
Analizzato il legame tra ansia materna in gravidanza e verde
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La ricerca è stata condotta dal Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia e dell’Irccs Fondazione Mondino. Ha analizzato il legame tra ansia materna in gravidanza, esposizione a spazi verdi e alcuni meccanismi epigenetici. Questi coinvolgono un gene fondamentale per il neurosviluppo che codifica per il Fattore Neurotrofico Cerebrale (BDNF in inglese). Il gene BDNF è coinvolto in processi chiave come lo sviluppo cerebrale e la neuroplasticità. Alterazioni epigenetiche di questo gene alla nascita potrebbero rappresentare potenziali marcatori di vulnerabilità precoce. In particolare, i ricercatori hanno esaminato i livelli di metilazione del gene alla nascita, un processo biologico che contribuisce a regolare quanto un gene viene “attivato” o “spento”. Questo in parte riflette l’impatto delle esperienze prenatali sullo sviluppo fetale.
I ricercatori hanno valutato i livelli di ansia materna
Lo studio ha coinvolto 110 diadi madre-bambino, reclutate nell’ambito di un progetto longitudinale multicentrico condotto tra 2020 e 2023.
I ricercatori hanno valutato i livelli di ansia materna e la quantità di spazi verdi presenti nei dintorni dell’abitazione durante la gravidanza. Ciò grazie a un’analisi geospaziale condotta in collaborazione con studiosi dell’Università di Hannover (Grazia Zulian) e del Joint Research Centre (JRC) di Ispra (Enrico Pisoni). Nei neonati, a poche ore dalla nascita, è stata analizzata la metilazione del gene BDNF attraverso la raccolta di cellule buccali. Si tratta di una procedura semplice e non invasiva.
I risultati hanno mostrato che livelli più elevati di ansia materna sono associati a modifiche biologiche nel neonato. Ovvero un aumento della metilazione del gene BDNF alla nascita, ma solo quando la gravidanza avviene in contesti urbani poveri di spazi verdi.
Al contrario, tale associazione non emerge nei contesti caratterizzati da una maggiore disponibilità di spazi verdi. Questo risultato ha suggerito che vivere in zone ad alta densità di verde vicino a casa può esercitare un effetto protettivo sull’impatto biologico dello stress prenatale.
Sostenere la salute materna e infantile valorizzando il verde urbano
Promuovere il contatto con la natura durante la gravidanza, valorizzando il verde urbano, potrebbe rappresentare una strategia semplice per sostenere la salute materna e infantile.
«Per la prima volta dimostriamo che l’esposizione agli spazi verdi durante la gravidanza può attenuare gli effetti biologici dell’ansia materna sul neonato già alla nascita». Così Sarah Nazzari, ricercatrice e prima autrice dello studio. «Questi risultati indicano che l’ambiente fisico in cui una donna trascorre la gravidanza può svolgere un ruolo neuroprotettivo nelle primissime fasi dello sviluppo. In particolare, il verde urbano vicino a casa».
Lo studio apre prospettive importanti anche in termini di prevenzione e suggerisce l’utilità di investire in collaborazioni tra diverse discipline.
«Lo studio sottolinea l’importanza di adottare una prospettiva integrata che tenga conto sia delle condizioni psicologiche materne sia dell’ambiente in cui la gravidanza si svolge». A spiegarlo è Livio Provenzi, direttore del Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo. «I risultati rafforzano l’idea che la salute mentale non dipenda solo da fattori individuali, ma anche dall’ambiente in cui viviamo. E attestano che investire nella progettazione urbana e negli spazi verdi significa investire nel benessere delle future generazioni».
