Grasso addominale e cuore: un recente studio internazionale mostra che l’adipe accumulato nella zona addominale accelera l’invecchiamento del cuore, mentre il grasso localizzato sui fianchi o sulle cosce sembra meno pericoloso. I dati provengono da un’ampia ricerca pubblicata sull’European Heart Journal, che ha coinvolto oltre 21.000 persone.

La domanda chiave è: perché il grasso viscerale è così dannoso per il cuore?

Grasso addominale e cuore: cos’è il grasso viscerale e perché è diverso?

Il grasso viscerale è quello che si accumula in profondità, intorno a organi come stomaco, fegato e intestino. Non sempre si nota dall’esterno, ma ha un impatto diretto sulla salute.

Questo tipo di grasso rilascia sostanze pro-infiammatorie che possono danneggiare tessuti e organi. A lungo termine, provoca un’infiammazione cronica che colpisce anche il sistema cardiovascolare. Diverso è il caso del grasso sottocutaneo, quello più visibile che si deposita su fianchi, cosce o glutei.

Gli studiosi hanno osservato che il grasso sottocutaneo non altera in modo significativo le funzioni cardiache, mentre quello addominale è strettamente legato a un invecchiamento precoce del cuore.

Grasso addominale e cuore: come è stato condotto lo studio?

La ricerca è stata realizzata a Londra dal Medical Research Council e dall’Imperial College. I dati provengono dalla Biobank britannica, un grande archivio che raccoglie informazioni mediche e genetiche di centinaia di migliaia di persone.

Il campione di oltre 21.000 volontari è stato sottoposto a risonanze magnetiche e ad analisi del sangue. Gli esami hanno permesso di mappare con precisione la localizzazione del grasso corporeo e di valutare lo stato del cuore.

A ogni partecipante è stata assegnata un’età biologica del cuore, poi confrontata con l’età anagrafica. È emerso che chi aveva più grasso viscerale mostrava un cuore più vecchio rispetto alla sua età reale.

Grasso addominale e cuore: quali effetti sono stati osservati sul cuore?

Nei soggetti con eccesso di grasso addominale, i ricercatori hanno riscontrato segni evidenti di invecchiamento cardiaco. Le pareti del cuore apparivano più rigide, con una ridotta capacità di contrazione. Anche i tessuti degli organi interni mostravano segni di infiammazione diffusa.

Nel sangue erano presenti livelli elevati di marker infiammatori, indicatori di uno stato di allerta cronico dell’organismo. Tutti questi fattori, insieme, aumentano il rischio di ipertensione, scompenso cardiaco e malattie coronariche.

Qual è la differenza tra uomini e donne?

Lo studio ha rivelato differenze significative tra i sessi. Negli uomini, la cosiddetta “pancetta” è risultata un predittore affidabile dell’invecchiamento cardiaco. Anche un aumento moderato del grasso addominale ha mostrato conseguenze negative.

Nelle donne, invece, la situazione è più complessa. Una figura a pera, con adipe localizzato soprattutto su fianchi e cosce, sembra proteggere il cuore. Il motivo è legato al ruolo degli estrogeni, che hanno effetti positivi sulla distribuzione del grasso e sul sistema cardiovascolare. Tuttavia, dopo la menopausa, la protezione si riduce e i rischi aumentano anche per le donne.

Il Bmi non basta per valutare il rischio

Uno degli aspetti più innovativi dello studio riguarda il ruolo del Bmi, l’indice di massa corporea che si calcola dividendo il peso per l’altezza al quadrato.

Tradizionalmente, il Bmi è stato usato come parametro per valutare il rischio di malattie legate al peso. Tuttavia, i ricercatori londinesi hanno dimostrato che il Bmi da solo non è sufficiente a spiegare l’invecchiamento del cuore.

Un individuo con Bmi normale può avere molto grasso viscerale e quindi un rischio elevato. Al contrario, una persona con Bmi alto ma grasso prevalentemente sottocutaneo può non avere un cuore invecchiato.

Quali sono i meccanismi biologici in gioco?

Il grasso viscerale agisce in vari modi. Produce citochine infiammatorie, sostanze che favoriscono lo stato di infiammazione cronica. Inoltre, aumenta la resistenza all’insulina, facilitando lo sviluppo del diabete di tipo 2.

L’infiammazione colpisce anche i vasi sanguigni, riducendo l’elasticità delle arterie e accelerando l’aterosclerosi. Tutto questo porta a un cuore più rigido e a un maggiore rischio di eventi cardiovascolari precoci.

Al contrario, il grasso sottocutaneo, soprattutto nelle donne giovani, produce ormoni e sostanze che hanno un effetto neutro o addirittura protettivo sul cuore.

Come si misura il grasso addominale?

Non sempre è facile capire quanto grasso viscerale si ha. L’addome gonfio è un indizio, ma non sempre accurato. La misurazione più semplice è la circonferenza vita.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, un valore superiore a 94 centimetri negli uomini e a 80 centimetri nelle donne indica un rischio elevato. Tecniche più precise includono la risonanza magnetica e la TAC, usate in ambito clinico e di ricerca.

Quali strategie riducono il grasso viscerale?

Ridurre il grasso addominale è possibile, ma richiede un approccio completo. L’alimentazione equilibrata è il primo passo. Diete ricche di fibre, verdure, frutta e proteine magre aiutano a contenere l’accumulo.

L’attività fisica regolare è altrettanto importante. Gli studi mostrano che l’esercizio aerobico, come camminata veloce, corsa o ciclismo, è particolarmente efficace contro il grasso viscerale. Anche l’allenamento con i pesi contribuisce a migliorare il metabolismo.

Il sonno regolare e la gestione dello stress hanno un ruolo non trascurabile. Dormire poco o male favorisce la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress che stimola l’accumulo di grasso addominale.

Una tabella per distinguere i tipi di grasso

Tipo di grassoDove si accumulaEffetti sul cuoreRischio per la salute
VisceraleIntorno a stomaco, fegato, intestinoInvecchiamento precoce, infiammazione, rigidità cardiacaAlto
SottocutaneoFianchi, cosce, gluteiEffetto neutro o protettivoBasso
Totale corporeo (Bmi)Tutto il corpoNon sempre correlatoVariabile

Cosa cambia per la prevenzione cardiovascolare?

I risultati dello studio spingono a ripensare la prevenzione. Non basta valutare il peso complessivo, occorre considerare dove si deposita il grasso.

Questo significa che le visite di controllo dovrebbero includere la misurazione della circonferenza vita e, nei casi a rischio, esami più accurati. I medici potrebbero così identificare meglio chi è esposto a un invecchiamento precoce del cuore e intervenire per tempo.

Ci sono studi in disaccordo?

Non tutti gli studi hanno raggiunto le stesse conclusioni. Alcune ricerche precedenti avevano ridimensionato l’impatto del grasso viscerale, sottolineando il ruolo di fattori genetici e dello stile di vita.

Tuttavia, la grande dimensione del campione analizzato in questo studio rafforza la validità delle conclusioni. Gli esperti concordano che la localizzazione del grasso è un fattore chiave per la salute cardiovascolare.

Quali sono le prospettive future?

Il professor Declan O’Regan, autore principale dello studio, sottolinea che nei prossimi anni sarà importante sviluppare strumenti pratici per valutare il grasso viscerale senza ricorrere a esami complessi.

Nuove tecnologie, come sensori indossabili e algoritmi di intelligenza artificiale, potrebbero aiutare a stimare il rischio in modo semplice e personalizzato. L’obiettivo è arrivare a una prevenzione su misura, capace di ridurre i casi di malattie cardiache legate al grasso addominale.

FAQ

Il grasso addominale è sempre visibile?
No, può accumularsi in profondità senza apparire all’esterno.

Il Bmi è un indicatore affidabile?
Non sempre. Può essere normale anche in persone con molto grasso viscerale.

Le donne sono protette dal grasso sui fianchi?
Sì, soprattutto prima della menopausa, grazie agli estrogeni. Dopo i 50 anni il rischio aumenta anche per loro.

Come posso sapere se ho troppo grasso addominale?
Misurare la circonferenza vita è un metodo semplice e attendibile.

Si può eliminare il grasso viscerale?
Sì, con dieta equilibrata, attività fisica, sonno regolare e gestione dello stress.