Il dolore cronico rappresenta una condizione clinica di grande rilevanza, sia per l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti sia per i costi economici associati. In Italia, circa 13 milioni di persone soffrono di dolore cronico, con costi annuali che superano i 36,4 miliardi di euro. Di questi, 25,2 milioni sono i costi indiretti. La gestione delle varie forme di dolore è fondamentale soprattutto nel dolore lieve e moderato, caso in cui troppo spesso si assumono FANS anche in automedicazione. Pertanto, non sempre si considera il profilo rischio beneficio del farmaco, le controindicazioni o i fattori di rischio predisponenti all’insorgenza di effetti collaterali.
Per questi motivi, è stata condotta un’analisi su 8 regioni sull’uso dei FANS (Farmaci antinfiammatori non sterodei) nella gestione del dolore cronico. Dall’analisi è emerso un aumento dell’uso di queste molecole a partire dal periodo pandemico contestualmente alle indicazioni delle Linee guida nel trattamento della -malattia Covid.
Aumento del 23,12% delle prescrizioni dei FANS 2022
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La recente analisi di Net Medica Italia sull’uso dei FANS, condotta su 8 regioni, ha evidenziato un tasso di crescita nella prescrizione dei FANS 2022. Rispetto al 2021, infatti, si è verificato un aumento del 23,12%, dato ancora più elevato di quello evidenziato nel rapporto OSMED pari al +20,22%. L’ibuprofene risulta essere il farmaco maggiormente prescritto in tutto il periodo di analisi, con una variazione di prescrizioni 2022 rispetto al 2021 del +25,40%.
L’attività prescrittiva, in parte certamente orientata alla gestione del dolore cronico, si è progressivamente riadeguata alle indicazioni provenienti dalla nota 66 già nel 2023. Così ricollocando una parte sempre più significativa delle prescrizioni del FANS in fascia C, seppure con alcune differenze tra il nord e il sud del paese.
MMG: prendere in carico il problema del dolore cronico
Costante il lavoro dei Medici di Medicina Generale (MMG) per realizzare una reale presa in carico del problema dolore cronico, assimilabile per problematiche di disabilità. E anche per l’impatto sulla vita quotidiana dei pazienti, al pari di altre patologie croniche. È la sfida che la professione, con la messa in atto dei nuovi modelli organizzativi e l’uso appropriato degli strumenti digitali, sta cogliendo. I dati del 2023, per la prima volta, mostrano una riduzione del tasso di crescita della prescrizione di FANS in fascia A. Riduzione inferiore al dato OSMED e pari al 16,69%.
«La medicina generale può svolgere un ruolo fondamentale nella presa in carico e gestione del dolore cronico quando coinvolta da parte dell’intero sistema. Ciò anche a garanzia dell’appropriatezza delle cure». Lo afferma Nicola Calabrese, Vicesegretario Nazionale di FIMMG. «È necessaria l’adozione di strategie di proattività degli interventi attraverso anche le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)».
Cosa sono i FANS, Farmaci antinfiammatori non steroidei
Appartengono a questa classe di farmaci l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene (di norma utilizzati a scopo analgesico e antipiretico). Ed anche il naprossene, il ketoprofene e il diclofenac, normalmente usati come antinfiammatori e antidolorifici in caso di disturbi articolari. O mal di testa intenso, mal di denti e le nevralgie.
Se l’infiammazione è acuta e localizzata (una contusione, il mal di schiena) sono indicate le formulazioni topiche da applicare sulla zona interessata. Come ad esempio creme, gel, unguenti, spray e cerotti a lento rilascio.
In presenza di condizioni infiammatorie generalizzate con dolore molto intenso o in caso di febbre o mal di testa si deve, invece, optare per formulazioni orali. Sono i casi in cui si assumono compresse da masticare, da deglutire o effervescenti, capsule e bustine di granulato solubile, oppure supposte.
In genere, l’azione dei FANS è rapida e si instaura nell’arco di 30-60 minuti.