Si è spesso sentito parlare di un gas – il Radon (Rn) – che è nocivo per la salute e che si può trovare in alte concentrazioni all’interno delle nostre case, senza che ce ne accorgiamo. Cos’è il Radon esattamente? Si tratta di un gas naturale, inerte e radioattivo. Questo gas è inodore, incolore e insapore, impercettibile dunque ai sensi, ma altamente pericolosa per la salute. Le sue particelle alfa infatti, quando inalate, possono causare danni al Dna delle nostre cellule e provocare l’insorgenza di patologie come il tumore del polmone.
Dal punto di vista chimico, il Radon è un prodotto del decadimento nucleare del radio che, a sua volta, si forma internamente alla catena di decadimento dell’uranio. L’isotopo più stabile è il radon-222, che decade nel giro di pochi giorni. Quest’ultimo emette radiazioni ionizzanti di tipo alfa e forma altri prodotti di decadimento come il polonio-218 e il polonio-214 che emettono anch’essi radiazioni alfa. Il Becquerel (Bq) è l’unità di misura per le sue radiazioni. Ogni Becquerel equivale alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La quantità di Radon in un ambiente si misura per concentrazione (Bq/metro cubo).
L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), considera il Radon nel gruppo 1 della classificazione dei cancerogeni elaborata dalla IARC (International Agency for Research on Cancer). In particolare, risulta essere più pericoloso per i fumatori, in quanto già a rischio per cancro al polmone a causa del tabacco.
Esposizione: dove si trova il gas radon?
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Trattandosi di un gas proveniente dalla crosta terrestre e quindi dal suolo, il Radon si trova ovunque. La domanda che ci preoccupa di più è però: dove si trova il radon in casa?
Facciamo il punto. Questo gas si trova in particolare dove siano presenti formazioni rocciose. Mentre all’aperto non è pericoloso perché si disperde molto facilmente nell’atmosfera, negli ambienti chiusi diventa pericoloso per la salute per gli alti livelli di concentrazione che può raggiungere. Tra i luoghi a rischio ci sono case, uffici, scuole ed ogni luogo in cui siano presenti materiali edili con quelle caratteristiche.
Come avviene l’esposizione al Radon? Nella maggior parte dei casi avviene all’interno dell’abitazione e negli ambienti della propria quotidianità. Sul lavoro, a casa e a scuola avviene in genere la principale esposizione. La concentrazione in cui è presente dipende invece dalla quantità di uranio presente nel terreno. Infatti si possono frequentare case ed altri edifici costruiti con materiali edili derivanti da rocce vulcaniche (ad esempio il tufo), da cave o derivanti dalla lavorazione di terreni.
Come arriva il gas negli edifici? Questa è un’altra domanda a cui, quando si viene a conoscenza della presenza del Radon nei propri ambienti, si cerca una risposta. Esso penetra negli edifici tramite i materiali da costruzione oppure arirvando dal suolo, insinuandosi da fessure o microfessure. Oppure ancora entra dai vari impianti presenti in casa: elettrico, termico, idraulico. I piani più esposti sono quelli bassi e le cantine.
Il Radon nell’aria e nell’acqua potabile
In quanto gas, il Radon può anche disperdersi nell’aria o nell’acqua. Inoltre vi sono forti variazioni sia spaziali che temporali nella sua distribuzione e concentrazione nell’ambiente.
Quando il Radon si trova nell’aria, si distribuisce in modo uniforme. I suoi derivati invece si depositano su muri e mobili, oppure si attaccano al particolato dell’aria (polveri, aerosol) che respiriamo. Gran parte del Radon che respiriamo è espulsa prima del suo decadimento, ma una piccola quantità raggiunge comunque i polmoni, il cuore, il sangue (e attraverso di esso gli altri organi).
Il radon si distribuisce uniformemente nell’aria di una stanza, mentre i suoi prodotti di decadimento si attaccano al particolato (polveri, aerosol) dell’aria che noi respiriamo e poi si depositano sulle superfici dei muri, dei mobili ecc. La maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada (ma una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, quindi, negli altri organi), mentre i prodotti di decadimento si attaccano alle pareti dell’apparato respiratorio e qui irraggiano (tramite le radiazioni alfa) soprattutto le cellule dei bronchi.
Se il radon invece si trova nell’acqua potabile, la sua concentrazione può essere molto variabile. Può distribuirsi nel tempo e nel liquido in maniera molto diversa e nonostante la concentrazione minore rispetto a quella in atmosfera, può comunque diventare per lo stomaco una fonte di esposizione a radiazioni ionizzanti.
Fluttuazioni stagionali: come si misura il Radon
Edifici anche vicini, possono avere concentrazioni di Radon molto diverse. Si possono verificare, infatti, forti variazioni stagionali di concentrazione del gas, oppure nell’alternanza tra giorno e notte, nonché tra diverse condizioni meteorologiche. Tali fluttuazioni non permettono di avere una stima precisa immediata della concentrazione di Radon nella propria casa. Per ottenere una stima media di questo valore, è necessario che sia effettuata una misurazione lunga almeno un anno solare.
Come si miusra il Radon? Per effettuare la misurazione del Radon si usa un piccolo dispositivo nel quale è presente un materiale sensibile alle particelle alfa che il gas emette durante il processo di decadimento. Tale processo lascia tracce indelebili su questo materiale ed il numero delle tracce rilevate su di esso, è proporzionale alla concentrazione del gas nell’ambiente.
Gas Radon, le zone in cui è più diffuso
In Italia i dati sul Radon sono raccolti nell’Archivio Nazionale Radon. Secondo quanto risulta, le misurazioni si sono svolte in 50mila edifici tra case (36mila), scuole (8.300) e luoghi di lavoro (7500) grazie a campagne istituzionali.
Nelle abitazioni, il valore medio della concentrazione in Italia è di circa 70 Bq/metro cubo (superiore rispetto alla media mondiale di circa 40 Bq/metro cubo); di poco superiore il valore nei luoghi di lavoro, generalmente ubicati in seminterrati o pian terreno. I valori medi riscontrati nelle scuole variano invece tra i 33 Bq/metro cubo ed i 438 Bq/metro cubo.
Il quadro normativo in Italia: i massimi consentiti
La normativa stabilisce quali sono i livelli di concentrazione massima di Radon negli ambienti quotidiani. L’OMS nel rapporto WHO Handbook on Indoor Radon: A Public Health Perspective raccomanda un livello di riferimento di 100 Bq/metro cubo o comunque non superiore a 300 Bq/metro cubo.
In Italia il quadro normativo impone livelli massimi di concentrazione nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Il valore imposto coincide con il tetto dei 300 Bq/metro cubo suggerito dall’OMS. A disciplinare la materia è il D.Lgs. 101/2020, che riprende la direttiva europea 2013/59/Euratom sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti e che ha previsto la realizzazione di un Piano nazionale d’azione per il radon. Tale piano prevede l’adozione di campagne informative e
Concentrazioni elevate: come ridurre il radon in casa?
Se si abita o si lavora in un edificio in cui si sospetta una forte concentrazione del gas nocivo, è necessario avviare subito la misurazione della concentrazione di Radon negli ambienti chiusi. Ci sono professionisti specializzati, che possono essere chiamati per svolgere una analisi a domicilio. Oppure è possibile eseguire una analisi fai-da-te acquistando un kit per la misurazione; ce ne sono sul mercato a prezzi popolari. Il kit è dotato di un dosimetro molto piccolo da posizionare nell’ambiente da monitorare; al termine dell’esposizione deve essere restituito al laboratorio (generalmente dell’Arpa) perché effettui le analisi.
Come si effettua la bonifica degli ambienti?
E’ possibile bonificare gli ambienti dalle alte concentrazioni di Radon mettono in pratica alcuni accorgimenti. Una volta accertata la presenza di alte concentrazioni, pericolose per la salute, si può rimediare. I costi variano in genere tra i 500 e i 3000 euro.
La bonifica del Radon può avvenire con varie azioni, anche simultanee. Si può fare impermeabilizzando il pavimento, sigillando le fessure, isolando le parti comunicanti con le cantine. E’ anche possibile pressurizzare l’edificio: ventilatori pressurizzati o impianti di aspirazione creano un vuoto nello spazio e permettono di intrappolare il gas. Si aerano gli ambienti, anche mediante una ventilazione forzata; si depressurizza il terreno. Arieggiare in modo efficace un edificio invaso dal gas Radon, significa aprire almeno per dieci minuti – tre volte al giorno – porte e finestre. L’apertura si comincia dal basso. La chiusura deve iniziare invece dai piani più alti, per evitare o limitare il più possibile l’effetto camino.
Evitare l’invasione del Radon negli edifici di nuova costruzione, invece, è possibile progettando in maniera oculata l’urbanizzazione e monitorando i terreni anche dopo lo scavo. Costruire poi con materiali isolanti e non sospetti. I materiali quasi sempre innocui sono: sabbia, ghiaia, calce, gesso naturale, cemento puro, cemento alleggerito, legno, pietra calcarea.
Effetti del Radon sulla salute dell’uomo
Il Radon può uccidere. E’ infatti la seconda causa di cancro ai polmoni nella popolazione generale, dopo il fumo ed agisce in maniera direttamente proporzionale all’esposizione. Lo certifica la IARC dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che riporta nell’Handbook: “Studi epidemiologici hanno fornito prove convincenti di un’associazione tra esposizione al radon indoor e cancro ai polmoni, anche a livelli di radon relativamente bassi comunemente presente negli edifici residenziali“.
Il maggiore pericolo per la salute umana arriva non tanto da questo gas in sé, ma dai prodotti del suo decadimento. Trattandosi di elementi carichi elettricamente, si attaccano al particolaro dell’aria e penetrano nel nostro organismo quando respiriamo.
Diretta proporzionalità tra esposizione e danni alla salute
L’OMS sottolinea che tra esposizione al Radon e cancro al polmone esiste una diretta proporzionalità. “Studi recenti sul radon indoor e sul cancro ai polmoni in Europa, Nord America e L’Asia fornisce prove evidenti che il radon causa un numero considerevole di polmoni tumori nella popolazione generale. Stime attuali della proporzione del polmone i tumori attribuibili al radon variano dal 3 al 14%, a seconda della media concentrazione di radon nel paese interessato e metodi di calcolo”.
E prosegue: “Le analisi indicano che il rischio di cancro ai polmoni aumenta proporzionalmente con aumento dell’esposizione al radon. Come molte persone sono esposte a basse e moderate concentrazioni di radon, la maggior parte dei tumori polmonari correlati al radon sono causati da questi livelli di esposizione piuttosto che da concentrazioni più elevate. Il radon è il secondo causa di cancro ai polmoni dopo aver fumato. La maggior parte dei casi di cancro del polmone indotto dal radon si verificano tra i fumatori a causa di un forte effetto combinato di fumo e radon“.
Tale condizione è simile a quanto si verifica con l’amianto e con altri cancerogeni. Maggiore è l’esposizione alla sostanza nociva, maggiori sono le possibilità di contrarre le malattie ad essa collegate. Attuare dunque tutti gli accorgimenti di prevenzione primaria si rivela fondamentale per la tutela della salute e dell’ambiente stesso. Monitoraggio e bonifica degli ambienti fanno parte delle strategie di prevenzione primaria, così come per il Radon, anche per l’asbesto.
Salvaguardare l’ambiente significa salvaguardare anche la salute ed è importante quindi porre la massima attenzione nella sua tutela. Così come, con lungimiranza, esprime anche il dettato costituzionale all’art. 9. “La Repubblica (…) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni“.
Tutela della salute e consulenza gratuita
L’Osservatorio Vittime del Dovere, presieduto dall’avv. Ezio Bonanni, effettua tramite i propri volontari consulenze gratuite per la tua salute. Questa associazione di promozione sociale si pone infatti come punto di riferimento e di assistenza tra cittadini, pazienti e riconosce il ruolo fondamentale della prevenzione e del Sistema sanitario nazionale italiano, del quale promuove l’irrinunciabile rapporto di fiducia con il medico ed al quale consiglia sempre di rivolgersi.
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