Fridays for Future, che letteralmente vuol dire “venerdì per il futuro“, è uno sciopero globale per il clima che si terrà il prossimo Venerdì 25 Marzo. A dar vita al movimento di protesta alunni e studenti che decidono di non frequentare le lezioni per rivendicare azioni contro il cambiamento. Infatti, il movimento ambientalista e anticapitalista internazionale pone l’attenzione sul riscaldamento globale ed il cambiamento climatico.
#PeopleNotProfit, l’hashtag del prossimo Fridays for Future
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A tre anni di distanza dal primo storico sciopero globale del 15 marzo 2019, gli studenti del Fridays for Future scenderanno nuovamente in piazza.
#PeopleNotProfit, ovvero persone e non profitto: è l’hashtag che accompagnerà lo sciopero globale di Venerdì 25 Marzo. In questa data, i giovani studenti attivisti, scenderanno nelle piazze per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni. I ragazzi del Fridays for Future si rivolgeranno ai politici e alle Istituzioni per chiedere di creare dei sistemi basati sull’amore, che siano empatici e mettano al primo posto la cura e non il profitto!
“È il momento di agire – dicono ancora – risarcire le popolazioni più colpite e storicamente oppresse, ridistribuire le ricchezze, le tecnologie e il potere politico. Mettiamo al centro le comunità, la cura per le persone piuttosto che il denaro”.
Infatti, secondo i giovani attivisti “viviamo in un sistema dove le nazioni ricche sono responsabili del 92 per cento delle emissioni globali e l’1 per cento più ricco della popolazione è responsabile del doppio delle emissioni generate dal 50 per cento più povero”.
Sensibilità dei giovani al cambiamento climatico
Oggi, più nessuno ha dubbi sul fatto che siano in atto importanti mutazioni nel clima del Pianeta, e ciò rientra nella nostra responsabilità. I nuovi fenomeni climatici sono sempre più estremi, frequenti e devastanti. Ad esempio, dal punto di vista ecologico, molte specie faunistiche e floristiche stanno reagendo ai cambiamenti climatici.
Alcuni uccelli migratori stanno cambiando le loro rotte, le fioriture anticipano i loro tempi e le specie montane si spingono in alta quota. Il binomio biodiversità ed ecosistema costituisce l’equilibrio per un ambiente naturale sano. Infatti, una corretta salvaguardia dell’ambiente, si traduce anche in una corretta tutela della salute umana.
Fortunatamente, le nuove generazioni sono sempre più sensibili alla tematica del cambiamento climatico. Anche in piena pandemia, gli studenti hanno continuato a sollecitare la necessità di adottare comportamenti atti a prevenire i cambiamenti climatici.
Fridays for future: come nasce il movimento
I primi movimenti di protesta sono stati iniziati dalla svedese Greta Thunberg, che appena quindicenne, ha protestato per un mese intero fuori dal Parlamento svedese. Tra le sue mani un cartello, che è diventato lo slogan dei successivi movimenti. Sul cartello “Skolstrejk för klimatet“, ovvero sciopero scolastico per il clima”.
Le proteste della Thunberg sono iniziate per le ondate di calore anomale e per gli incendi boschivi divampati nel suo paese, la Svezia. L’adolescente chiedeva al Governo svedese la riduzione delle emissioni di anidride carbonica previste dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Infatti, con l’accordo di Parigi del 2015, i Paesi si sono impegnati a limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di +1,5 gradi rispetto all’era pre-industriale.
Il movimento di protesta di venerdì 25 Marzo 2022
Venerdì 25 Marzo, gli attivisti di tutto il mondo scenderanno nelle piazze per chiedere che “vengano garantiti i risarcimenti climatici da parte del Nord del mondo, che ha le maggiori responsabilità. Questi risarcimenti non dovrebbero essere prestiti, ma finanziamenti per le comunità indigene ed emarginate. Per la restituzione delle loro terre, per l’adattamento e le perdite e i danni“.
L’attivista milanese Martina Comparelli, portavoce del movimento Fridays for Future per l’Italia, sostiene che “Le persone al potere peggiorano questa crisi con i loro discorsi falsamente ‘verdi’ e le bugie che portano avanti nel nome della ‘transizione ecologica’. Abbiamo bisogno di una vera azione climatica, ed è per questo che torniamo in piazza”.
Anche il giovane attivista Giovanni Mori parteciperà allo sciopero globale. Secondo lui: “Siamo ancora troppo dipendenti dai combustibili fossili come il gas, che fa esplodere le bollette di chiunque, mentre se avessimo molte più rinnovabili le pagheremmo molto meno”. Continua Mori: “E nel frattempo il nostro Governo continua a insistere, in maniera criminale, sulla strada sbagliata, quella indicata dalle lobby del fossile e del gas, quelli che hanno prima negato la crisi climatica e ora portano avanti un greewashing senza pari, dicendosi green mentre aumentano le estrazioni di gas e petrolio”.
Il cambiamento climatico e le nuove generazioni
Le gravi conseguenze del cambiamento climatico riguardano tutti quanti noi, nessuno escluso. Purtroppo, le persone maggiormente colpite sono proprio i giovani, come affermato da un sondaggio speciale Eurobarometro 517 “il futuro dell’Europa”.
Secondo lo studio, per un giovane europeo su due la partita del futuro si gioca sul contrasto dei cambiamenti climatici. Inoltre, chi ha tra i 13 ed i 24 anni, i cambiamenti climatici saranno determinanti per la propria salute ed il proprio benessere.
Fortunatamente le nuove generazioni sono sensibili alla tematica. Durante la recente Conferenza delle Nazioni Unite, riunita per discutere dei cambiamenti climatici, più di 100 mila studenti hanno occupato le strade di Glasgow mentre gli esperti di tutto il mondo si riunivano insieme a Capi di Stato, esperti di clima, attivisti e imprenditori per concordare un’azione concertata. Nelle stesse giornate, a Milano, più di 50 mila studenti hanno aderito allo sciopero del clima, appoggiando la giovane attivista Greta Thunberg.
Per sapere di più sul prossimo Fridays for future, consulta la pagina ufficiale.