La febbre di Lassa è una malattia virale emergente che rappresenta una minaccia crescente in Africa occidentale e, potenzialmente, in tutto il mondo.

Mentre la maggior parte dei casi si verifica in regioni endemiche di questo continente, la mancanza di vaccini e trattamenti efficaci alimenta il timore di una futura pandemia globale.

Per la prima volta, uno studio condotto da ricercatori delle Università di Liverpool e Oxford e pubblicato su Nature Medicine ha stimato l’attuale impatto della febbre di Lassa e valutato l’efficacia di possibili campagne di vaccinazione. La ricerca potrebbe essere fondamentale per prevenire la prossima grande pandemia

Che cos’è la febbre di Lassa?

Febbre di Lassa: la mancanza di vaccini e trattamenti efficaci alimenta il timore di una futura pandemia globale

La febbre di Lassa è una malattia virale causata dal virus omonimo.

Parliamo di un patogeno che si trasmette principalmente attraverso il contatto con alimenti o superfici contaminate da urine o feci di roditori infetti, in particolare del genere Mastomys.

Questa malattia è endemica in molti Paesi dell’Africa occidentale, come Nigeria, Guinea, Liberia e Sierra Leone, e rappresenta un rischio per le popolazioni locali a causa della sua capacità di diffondersi rapidamente e causare gravi complicazioni di salute.

Secondo le stime degli studiosi, ogni anno in queste aree si verificano circa 2,7 milioni di infezioni da virus Lassa, con un conseguente carico sanitario ed economico significativo.

I ricercatori hanno calcolato che questa malattia provoca circa 200mila DALY (anni di vita aggiustati per disabilità) all’anno nella regione, un indicatore che misura la quantità di vita persa a causa di malattie, disabilità o morte prematura.

Sintomi e diagnosi

I sintomi variano ampiamente da lievi a gravi. Inizialmente, i pazienti possono manifestare febbre, stanchezza, mal di testa e dolori muscolari. Nei casi più gravi, la febbre di Lassa può causare emorragie, problemi respiratori, danni agli organi e, in alcuni casi, può essere fatale. Diagnosticarla è complesso, in quanto i sintomi iniziali sono simili a quelli di altre malattie febbrili comuni nella regione, come la malaria. La conferma della diagnosi richiede test di laboratorio specifici per il virus, spesso non disponibili nelle aree colpite.

Trattamenti attuali

Al momento, non esistono vaccini approvati per la febbre di Lassa, e il trattamento si limita principalmente alla gestione dei sintomi. Il farmaco antivirale ribavirina può essere efficace se somministrato nelle prime fasi della malattia, ma l’accesso a questa terapia è spesso limitato nelle regioni rurali colpite. Questo scenario evidenzia l’urgenza di sviluppare soluzioni vaccinali e migliorare l’accesso alle cure.

Lo studio sulle campagne di vaccinazione

I ricercatori delle Università di Liverpool e Oxford hanno valutato sei diversi approcci di vaccinazione, concentrandosi su programmi preventivi su larga scala. I risultati indicano che una campagna di vaccinazione preventiva a livello di popolazione nelle aree endemiche potrebbe evitare la perdita di 20,1 miliardi di dollari in valore DALY e ridurre i costi sociali di 128,8 milioni di dollari.

In confronto, le campagne di vaccinazione reattiva in risposta ai focolai locali si sono rivelate meno efficaci, evitando solo un decimo del carico economico-sanitario rispetto alle campagne preventive a livello di popolazione.

David Smith, ricercatore dell’Health Economics Research Center di Oxford Population Health, spiega il suo punto di vista.

«Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio sull’onere della malattia per la febbre di Lassa e il primo a proiettare gli impatti delle campagne di vaccinazione di Lassa sulla salute e sulle economie della popolazione». 

La minaccia di Lassa-X: un’ipotesi pandemica

I ricercatori hanno anche simulato l’emergere e la diffusione di una variante pandemica ipotetica del virus, denominata Lassa-X.

Secondo lo studio, se questa dovesse emergere, diffondendosi in tutta l’Africa occidentale e causando circa 1,2 milioni di DALY persi entro due anni, l’implementazione di un vaccino entro cento giorni dall’emergenza potrebbe evitare il 22% dei DALY con un vaccino efficace al 70% contro la malattia e il 74% dei DALY con un vaccino efficace al 70% sia contro l’infezione che contro la malattia.

A tal proposito,«le campagne di vaccinazione di Lassa incluse nella nostra analisi sono state progettate per riflettere ipotesi realistiche sullo stock e l’amministrazione dei vaccini… I dati alla base del nostro modello suggeriscono che probabilmente c’è già un peso significativo di febbre di Lassa al di fuori di questi Paesi». A dichiararlo, Joanne Turner, ricercatrice dell’Università di Liverpool.

Prepararsi al futuro

L’OMS ha avvertito che la febbre di Lassa potrebbe essere il prossimo grande rischio pandemico, in particolare in assenza di vaccini e trattamenti efficaci.

Richard Hatchett, CEO di CEPI, ha quindi sottolineato l’urgenza di un vaccino.

«La febbre di Lassa è un grave problema di salute pubblica in Africa occidentale. Ha già minacciato di diffondersi ad altre regioni man mano che il cambiamento climatico e ambientale aumenta il rischio epidemico».

Fonti 

David R. M. Smith et al, “Health and economic impacts of Lassa fever vaccination campaigns in West Africa,” Nature Medicine (2024).