Utilizzarli o disfarsene? I farmaci scaduti sono presenti in abbondanza nelle case degli Italiani, abituati a riempire gli armadietti dei più svariati medicinali che spesso rimangono inutilizzati. Sciroppi, antidolorifici, antibiotici, pomate e pastiglie di diversa natura hanno una data di scadenza che deve essere rispettata, così come prescrive il bugiardino. Non sempre, però, si presta attenzione alle date e può capitare di assumere una medicina ormai scaduta. Prima di farsi prendere dal panico, è importante sapere che la data di scadenza indica il periodo in cui il produttore garantisce le proprietà del farmaco. Però, solo se la medicina è stata conservata correttamente.
La scadenza, quindi, specifica che fino alla data che si trova sulla scatola del farmaco, esso mantiene la sua efficacia. Il laboratorio che lo produce, d’altro canto, assicura che entro quel termine non perde la sua attività.
Cosa rappresenta la data di scadenza sulla scatola
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La scadenza non rappresenta una data limite per usare il farmaco, ma una garanzia della sua attività. Le medicine, tuttavia, non sono tutte uguali, alcune risultano più facilmente deperibili di altre. Le compresse, infatti, sono un tipo di farmaco molto stabile e circa l’80 per cento di esse mantiene l’efficacia dopo la data di scadenza.
Colliri, sciroppi o fiale da iniettare sono più deperibili e si deve prestare molta attenzione alla data di scadenza e non utilizzarli oltre. Controllare sempre se il farmaco è stato bene conservato, se il liquido si presenta torbido, se ci sono sedimenti e se il colore o la consistenza sono diversi dal solito. In questi casi, non si deve assumerlo.
Come conservare i farmaci per preservarne l’efficacia
Se un farmaco è esposto alla luce diretta, all’umidità, a fonti di calore e alle alte temperature può deteriorarsi in breve tempo. Le medicine devono essere conservate in un luogo fresco e asciutto e sotto chiave se si vive in una casa in cui sono presenti dei bambini. Da evitare di riporli in bagno o in cucina perché sono ambienti caldi e umidi, mentre sono ideali il soggiorno e la camera da letto.
Alcuni farmaci devono essere conservati in frigorifero o tenuti lontani da fonti di luce diretta. Insuline o vaccini devono essere sempre riposti in frigorifero, a una temperatura tra i 2° e gli 8° C. Può accadere che la luce, l’aria e gli sbalzi di temperatura a cui sono sottoposti i farmaci ogni volta che si apre la confezione deteriorino il principio attivo.
A volte sono evidenti alcuni cambiamenti nel farmaco: compresse che si sbriciolano, fasi separate, soluzioni intorbidite, pomate diventate secche. In presenza di questi segni, il farmaco non deve essere utilizzato, ma abbandonato negli appositi contenitori posti nelle farmacie e non insieme agli altri rifiuti.
Farmaci scaduti, cosa accade se si ingeriscono
Usare un medicinale scaduto è sempre sconsigliabile. Molte volte, però, la sua assunzione può non provocare nel paziente alcun effetto, quindi né peggiorare, né migliorare lo stato di salute.
La data di scadenza rappresenta, infatti, il periodo in cui il medicinale conserva la sua piena efficacia. In seguito, può diventare meno attivo o perdere le proprietà terapeutiche, ma generalmente non diventa nocivo.
Tranne le tetracicline, perché possono subire nel tempo alcune trasformazioni chimiche del principio attivo. Si sconsiglia, inoltre, l’uso dell’insulina, dei vaccini e dei colliri oltre il termine riportato sulla confezione. Inoltre, per evitare rischi, le case farmaceutiche anticipano di tre mesi la data effettiva di scadenza. Non si può, infatti, escludere la possibilità che un paziente su mille possa accusare disturbi dopo aver assunto un farmaco scaduto.