GLI AGONISTI DEL GLP-1 SONO TRA LE TERAPIE PIÙ USATE PER CALO PONDERALE E DIABETE. DOPO ALCUNI CASI MEDIATICI, LA SID PRECISA CHE NON ESISTONO PROVE DI UN RAPPORTO DI CAUSA-EFFETTO TRA FARMACI ANTIOBESITÀ E CECITÀ. NIENTE ALLARMISMI, MA LE TERAPIE NON VANNO MAI AUTOGESTITE E IL CONTROLLO OCULISTICO REGOLARE RESTA FONDAMENTALE PER CHI HA DIABETE O OBESITÀ.

Farmaci antiobesità e cecità: la discussione sulla possibile relazione tra i farmaci anti-obesità e il rischio di danni oculari è esplosa dopo le dichiarazioni del cantante Robbie Williams e, in Italia, della senatrice Michaela Biancofiore. Entrambi hanno attribuito problemi alla vista all’uso dei nuovi agonisti del GLP-1, farmaci nati per il diabete ma oggi ampiamente prescritti anche per perdere peso.
L’eco mediatica è stata immediata e il timore di un possibile legame diretto si è diffuso rapidamente, alimentato dall’enorme popolarità di queste terapie. La Società Italiana di Diabetologia (Sid) è intervenuta con una nota ufficiale per riportare la questione sul piano scientifico: i segnali vanno monitorati con attenzione, ma al momento non esistono prove di un rapporto di causa-effetto.

Farmaci antiobesità e cecità: la posizione della Società Italiana di Diabetologia

Secondo la presidente della Sid, Raffaella Buzzetti, è importante ribadire che i pazienti devono mantenere la tranquillità necessaria per gestire in modo corretto le proprie terapie. Gli agonisti del GLP-1 sono farmaci utilizzati da molti anni nel trattamento del diabete di tipo 2 e, più di recente, nell’obesità. La vasta esperienza clinica accumulata non ha mostrato un nesso diretto tra l’uso di questi medicinali e la comparsa di danni oculari permanenti.

La Sid ricorda che le visite oculistiche periodiche restano comunque fondamentali in tutte le persone con diabete, indipendentemente dai farmaci assunti, poiché l’iperglicemia prolungata può danneggiare la retina e il nervo ottico. È un controllo che andrebbe mantenuto con regolarità, a prescindere dagli allarmi sollevati dai media.

Farmaci antiobesità e cecità: nessuna terapia va autogestita

Gli specialisti sottolineano un punto essenziale: ogni farmaco può avere effetti indesiderati e proprio per questo va assunto solo sotto stretto controllo medico. Gli agonisti del GLP-1 non fanno eccezione. Sono terapie efficaci, ma il loro impiego richiede valutazioni cliniche accurate, soprattutto quando il paziente assume altri medicinali o ha comorbidità rilevanti.

Le recenti testimonianze pubbliche hanno dunque riportato in primo piano un messaggio di buon senso: non si devono mai iniziare o proseguire cure complesse sulla base di consigli informali o spinte emotive. Il medico resta la figura centrale per modulare dosaggi, monitorare sintomi, riconoscere eventuali segnali d’allarme e intervenire tempestivamente.

Farmaci antiobesità e cecità: chi è più a rischio di problemi oculari?

La presidente della Sid lo chiarisce con grande precisione: le persone maggiormente esposte a complicanze agli occhi non sono quelle che assumono GLP-1, bensì i pazienti con diabete di lunga durata, ipertensione non controllata o abitudine al fumo. In queste condizioni il rischio di sviluppare retinopatia diabetica, edema maculare, glaucoma o neuropatia ottica è già elevato.

Ciò che realmente protegge la vista non è sospendere il farmaco, ma ottenere un buon compenso glicemico, ridurre i fattori di rischio noti e seguire i controlli indicati. Da questo punto di vista, gli agonisti del GLP-1 aiutano molti pazienti a migliorare il proprio quadro metabolico e potrebbero persino contribuire, indirettamente, a ridurre i danni oculari legati alla glicemia elevata.

Cosa dice oggi la letteratura scientifica?

Alcuni studi osservazionali descrivono possibili associazioni tra l’uso prolungato di GLP-1 e disturbi oculari specifici. È un’informazione che merita attenzione, ma la correlazione infatti non equivale a causalità.

Uno studio su circa 140 mila pazienti con diabete, pubblicato su Jama Ophthalmology, ha osservato un aumento di casi di degenerazione maculare neovascolare tra coloro che assumevano GLP-1 da più di sei mesi. Gli autori ipotizzano che una riduzione rapida della glicemia possa creare una temporanea condizione di “stress” retinico, favorendo fenomeni come l’ipossia.

Un altro studio, basato su cartelle cliniche, suggerisce una possibile associazione tra semaglutide e un rischio aumentato di una rara forma di neuropatia ottica. Ma la sua incidenza resta molto bassa e i ricercatori stessi invitano alla prudenza nell’interpretazione.

L’elemento comune a tutte queste pubblicazioni è la necessità di ulteriori ricerche. Nessuna prova definitiva indica che gli agonisti del GLP-1 causino danni, ma questi segnali giustificano programmi di monitoraggio mirati.

Studi più recenti mostrano possibili benefici oculari

Uno studio pubblicato su Communications Medicine ha confrontato i nuovi farmaci anti-diabete e anti-obesità con terapie tradizionali, analizzando oltre due milioni di cartelle cliniche. I risultati mostrano che i pazienti trattati con GLP-1 presentavano meno eventi oculari, inclusi cataratta e occhio secco.

Nel caso della tirzepatide, il rischio di cataratta appariva addirittura dimezzato rispetto a chi usava farmaci più datati. È un dato che complica ulteriormente il quadro e conferma la necessità di valutare questi medicinali nel loro insieme, senza semplificazioni eccessive.

Farmaci antiobesità e cecità: la valutazione degli enti regolatori

Nel giugno 2025, gli enti regolatori hanno inserito la neuropatia ottica ischemica anteriore tra gli effetti indesiderati rarissimi del semaglutide, con una frequenza inferiore a un caso ogni diecimila persone. È un’informazione pensata per migliorare il monitoraggio, non per generare allarme. La dulaglutide mostra un rischio lievemente superiore, ma sempre molto basso.

Gli esperti raccomandano dunque di mantenere una sorveglianza clinica adeguata, soprattutto nei pazienti che presentano già fragilità oculari, ma sottolineano che il profilo complessivo di sicurezza resta favorevole.

Farmaci antiobesità e cecità: : restare informati senza perdere fiducia

La discussione sui rischi oculari ha dimostrato quanto sia facile che il dibattito pubblico crei confusione quando riguarda farmaci molto diffusi. Gli agonisti del GLP-1, oggi al centro di un vero boom, stanno cambiando la gestione dell’obesità e del diabete e stanno offrendo benefici concreti a milioni di persone.

Il messaggio degli specialisti è chiaro: non ci sono prove di un danno diretto, ma i pazienti devono attenersi scrupolosamente alle indicazioni dei medici e mantenere i controlli necessari. È un equilibrio tra fiducia e prudenza, tra informazione e responsabilità.

FAQ

I farmaci GLP-1 possono provocare cecità?
No. Ad oggi non esistono prove scientifiche che stabiliscano un rapporto di causa-effetto.

Perché alcuni studi parlano di rischio aumentato?
Si tratta di ricerche osservazionali che segnalano associazioni, ma non dimostrano che il farmaco sia la causa diretta del problema.

Chi deve preoccuparsi di più?
Le persone con diabete da molti anni, i fumatori e chi ha ipertensione non controllata. Il rischio è legato alla malattia, non al farmaco.

I GLP-1 possono migliorare la salute degli occhi?
Alcuni studi suggeriscono un possibile effetto protettivo, come la riduzione del rischio di cataratta.

Posso usare questi farmaci senza un medico?
Assolutamente no. Le terapie anti-obesità e anti-diabete richiedono sempre una supervisione specialistica.