Nel 1789 il panico correva a cavallo sulle strade francesi come un virus. Oggi viaggia sui social network. Uno studio internazionale mostra che le fake news hanno sempre avuto il potere di orientare la storia.
Che cos’era la Grande Paura?
Indice dei contenuti
Tra il 20 luglio e il 6 agosto 1789, all’inizio della Rivoluzione Francese, migliaia di contadini francesi furono travolti dal panico. Si diffusero voci incontrollate su bande armate pronte a reprimere la rivoluzione e su complotti dell’aristocrazia. Questo alimentò rivolte locali e la distruzione di documenti feudali, preludio alla decisione dell’Assemblea Nazionale di abolire i privilegi feudali il 4 agosto.
Come si diffondeva il panico?
Lo studio guidato dall’Università Statale di Milano ha applicato modelli epidemiologici alle reti di comunicazione dell’epoca. Vie, stazioni postali e strade erano i “social network” del XVIII secolo. Le voci correvano a una velocità media di 45 km al giorno, colpendo soprattutto i villaggi vicini a stazioni di posta.
Perché le zone più ricche furono le più colpite?
Gli storici pensavano fosse isteria collettiva. I dati dimostrano invece che furono le aree più alfabetizzate e con prezzi del grano più alti a reagire con forza. Qui i contadini avevano di più da guadagnare dalla distruzione dei registri feudali. Era dunque una reazione razionale, alimentata da condizioni economiche insostenibili.
Che insegnamento offre alla storia delle fake news?
Il panico del 1789 mostra che le fake news non nascono con Internet. Anche in passato voci e informazioni distorte potevano cambiare il corso degli eventi. Oggi i social network hanno solo accelerato un meccanismo antico: reti di comunicazione che amplificano emozioni, paure e sospetti.
Fake news di ieri e di oggi: cosa cambia?
- Nel 1789 le voci viaggiavano a cavallo, attraverso corrieri e stazioni postali.
- Oggi si diffondono istantaneamente tramite smartphone e piattaforme digitali.
- Allora erano legate a carestie, rivolte e rapporti di potere.
- Adesso riguardano politica, salute, vaccini, guerre e crisi economiche.
Nonostante le differenze tecnologiche, la logica è la stessa: notizie false si diffondono più velocemente di quelle vere, perché fanno leva su paura ed emozioni.
Perché le fake news sono così pericolose?
Perché non si limitano a disinformare, ma influenzano decisioni collettive. Durante la pandemia di Covid-19, per esempio, fake news sui vaccini hanno ridotto le coperture vaccinali, mettendo a rischio la salute pubblica. In politica, campagne di disinformazione possono condizionare elezioni e destabilizzare governi.
Le fake news nel tempo
Epoca | Reti di diffusione | Contenuti tipici | Effetti |
---|---|---|---|
XVIII secolo | Strade, corrieri, stazioni postali | Carestie, complotti, rivolte contadine | Panico, rivolte, decisioni politiche |
XX secolo | Radio, stampa, propaganda | Guerra, ideologie, nemici esterni | Mobilitazione, manipolazione di massa |
XXI secolo | Social media, chat, piattaforme online | Vaccini, politica, clima, conflitti | Polarizzazione, complotti, crisi sociali |
Come possiamo difenderci oggi?
Gli esperti invitano a investire nell’alfabetizzazione digitale e scientifica. Saper distinguere fonti attendibili da contenuti manipolati è la prima arma. Anche la cooperazione tra scienziati, storici, psicologi e comunicatori è cruciale, proprio come nello studio sulla Grande Paura, che ha unito discipline diverse.
FAQ sulle fake news
Le fake news sono sempre esistite?
Sì, solo che oggi circolano più velocemente grazie ai media digitali.
Perché le persone credono alle fake news?
Perché fanno leva su emozioni forti come paura, rabbia e senso di ingiustizia.
Cosa rende le fake news così virali?
La loro semplicità e l’impatto emotivo. Una notizia che spaventa o indigna si condivide più facilmente.
Si possono fermare?
Non del tutto, ma si può ridurne l’impatto con educazione critica, fact-checking e regolamentazione delle piattaforme.
Cosa insegna la Grande Paura del 1789?
Che le fake news non sono solo bugie: sono anche specchio di tensioni sociali reali che trovano sfogo nella disinformazione.