Secondo i neuropsichiatri infantili è necessario, oggi, sviluppare nuovi modelli di cura per bambini e adolescenti con Disturbi dello spettro autistico. Bisogna tener presente, infatti, le specificità di ogni individuo in ogni fase della vita attraverso un processo di cura continuo, sistematico e personalizzato.
È quanto evidenzia la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo del 2 aprile.
Disturbi dello spettro autistico, cause ancora non chiare
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I Disturbi dello spettro autistico (Dsa) colpiscono circa l’1% della popolazione mondiale e in Italia circa 1 persona su 100.
I Dsa sono dovuti a una complessità di cause tutte da chiarire. Ad una base neurobiologica si associano fattori ambientali di vario tipo, tra cui infezioni o esposizione a farmaci o ad agenti tossici in gravidanza. Si deve anche considerare lo status immunologico materno-fetale e l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento.
La complessità di cause si riversa nel quadro clinico. Oltre ai sintomi specifici del disturbo dello spettro autistico, possono comparire in co-occorrenza altri disturbi di tipo neurologico (epilessia, disturbi del movimento) o di tipo psicopatologico. Sempre maggiore è, infatti, la consapevolezza della possibile comorbidità con disturbi depressivi e ansiosi che richiedono necessariamente cure multidisciplinari, integrate e personalizzate.
Autismo, condizione di fragilità specifica del neurosviluppo
L’autismo è una condizione di fragilità specifica del neurosviluppo. «La potremmo definire paradigmatica perché sfida le famiglie che hanno tra i loro componenti una persona autistica». Così Elisa Fazzi, presidente Sinpia, direttore della UO di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili, Professore Ordinario dell’Università di Brescia. «Non è facile organizzare una vita di relazione e di comunicazione intra familiare che tenga conto delle specifiche attitudini del bambino autistico. L’autismo sfida la società perché per raggiungere una reale inclusione è necessario ripensare e riformulare alcuni modelli che guidano il mondo della scuola e del lavoro. Sfida anche il Servizio Sanitario Nazionale perché la diagnosi, la cura e gli interventi abilitativi vanno inseriti in un processo di cura continuo, sistematico. E a diversi gradi di intensità in base al naturale incedere del ciclo di vita, tenendo insieme alta tecnologia, competenze professionali specialistiche. Ma anche relazione e continuità di cura», conclude l’esperta.
Ricerca scientifica e sensibilizzazione, strumenti necessari
II 2 aprile deve essere la giornata di una rinnovata consapevolezza.
La ricerca scientifica e anche la sensibilizzazione pubblica sono strumenti fondamentali per garantire un futuro più inclusivo per le persone con Disturbo dello spettro autistico.
«Investire in formazione, in tecnologie innovative, in interventi “evidence based” e in supporto alle famiglie deve essere una priorità per riuscire ad affrontare questa condizione». Lo afferma Stefania Millepiedi, vice-presidente Sinpia e Responsabile Neuropsichiatria Infantile Versilia. «Dobbiamo accettare di interrogarci anche modificando abitudini consolidate, per intraprendere con forza la strada dell’inclusione, per tutte le condizioni di fragilità. Dobbiamo riuscire a creare una nuova cultura di salute. Capace di tenere insieme le sfide ipertecnologiche dell’Intelligenza Artificiale con l’umanità e la professionalità insita nel prendersi cura dell’altro».
I 10 campanelli d’allarme per riconoscere un Dsa nei bambini
- Non rispondono al proprio nome dopo i dodici mesi.
- Non si voltano verso gli oggetti quando un’altra persona li indica.
- Evitano il contatto con gli occhi e vogliono stare da soli.
- Hanno problemi a relazionarsi con gli altri o non presentano alcun interesse verso le altre persone.
- Non amano essere abbracciati o coccolati o lo accettano solo quando è una loro iniziativa.
- Appaiono assenti quando le altre persone parlano loro, ma reagiscono ad altri suoni.
- Presentano un linguaggio immaturo e più in generale un ritardo nelle competenze linguistiche.
- Ripetono le parole o le frasi che sentono invece di usare il linguaggio adeguato all’età e comunicativo.
- Spesso compiono azioni ripetitive come battere le mani, dondolarsi o girare su se stessi.
- Hanno reazioni inusuali a odori, sapori, suoni e alle cose come si presentano al tatto.