Un utilizzo inappropriato ed eccessivo dei dispositivi elettronici presenta numerosi rischi e può avere un impatto negativo sul corpo, sulla psiche e sul rendimento scolastico.
Negli ultimi anni, l’utilizzo degli smartphone è aumentato in misura esponenziale in tutte le fasce di età. In Italia, circa 8 bambini su 10 tra i 3 e i 15 anni sono in grado di utilizzare il cellulare. La maggior parte degli adolescenti trascorre in media 3-6 ore al giorno davanti allo schermo. L’utilizzo è comune anche durante le ore scolastiche e oltre la metà degli adolescenti si addormenta con il telefono in mano.
Se da un lato questi dispositivi offrono opportunità educative e sociali imprescindibili, l’uso smodato può produrre diversi problemi. Soprattutto i bambini sotto i 12 anni sono particolarmente vulnerabili a tali conseguenze.
Eccessivo uso del cellulare, i sintomi di ansia e/o depressione
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La dipendenza da telefono cellulare non è ad oggi riconosciuta come disturbo autonomo nei principali manuali diagnostici. «Ma – afferma Annalisa Cordone, SOSD Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza AOU Meyer Irccs – è oggetto di crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Diversi studi propongono criteri diagnostici analoghi a quelli di altre dipendenze comportamentali, come l’uso eccessivo e incontrollato del dispositivo, la compromissione del funzionamento sociale o scolastico, i sintomi di astinenza e tolleranza. Ed anche il marcato discomfort quando l’uso è impossibile».
Le conseguenze negative spaziano dall’isolamento sociale alla riduzione del rendimento scolastico. Ed anche dall’accesso a interazioni e informazioni inadeguate all’età, potenzialmente pericolosa, all’alterazione del ritmo sonno-veglia.
Sono state riscontrate relazioni tra l’eccessivo utilizzo del cellulare e sintomi di ansia e/o depressione e bassa autostima. Spesso sono comparse difficoltà nella regolazione emotiva, ridotta tolleranza alla frustrazione, riduzione dell’attenzione e della memoria di lavoro.
Dispositivi elettronici, gli esperti vietano l’utilizzo sotto i 2 anni
È importante, però, individuare i casi in cui l’utilizzo eccessivo dei device rappresenta la conseguenza di un coesistente o pregresso disagio psicologico.
«In altri termini – spiega Annalisa Cordone – l’uso eccessivo del telefono può rispondere all’esigenza di trovare distrazione. O sollievo da difficoltà incontrate in ambito scolastico o sociale. In questi casi, la “dipendenza” da telefono può rappresentare la spia di un disagio più profondo. Ciò va individuato e affrontato».
Alcuni consigli, forniti anche dalla Società Italiana di Pediatria, possono aiutare i genitori a orientarsi nel gestire questa complessa realtà. Essa rappresenta sicuramente una delle sfide educative del nostro tempo. Gli esperti, inoltre, vietano l’utilizzo sotto i 2 anni.
Per un uso meno pericoloso dei dispositivi
È importante attenersi alle seguenti regole: dai 2 ai 5 anni l’utilizzo è consentito al massimo 1 ora al giorno con fruizione di soli contenuti educativi, sempre supervisionati. «Dai 5 agli 8 anni – raccomanda l’esperta – massimo 2 ore al giorno evitando contenuti violenti o frenetici. Dagli 8 ai 12 anni al massimo 2 ore al giorno, incoraggiando attività alternative e pause regolari. Dai 13 anni in poi si richiede un monitoraggio attivo e la ricerca di un dialogo aperto e regole condivise sull’uso».
È, altresì, opportuno:
- Definire dei limiti temporali di utilizzo quotidiano e condividere orari precisi per l’utilizzo dello smartphone. Utilizzare il parental control per monitorare la durata di utilizzo e i contenuti fruiti.
- Promuovere un uso consapevole e critico della tecnologia, senza demonizzarla.
- Incoraggiare attività alternative e condivise che non prevedano l’uso del telefono (sport, attività manuali, hobbies).
- Creare spazi della casa e momenti di vita familiare “liberi da schermi” in cui promuovere, anche con l’esempio, interazioni e dialogo senza l’utilizzo di device.
Non demonizzare la tecnologia, ma guidare i ragazzi
Lo scopo non è quindi demonizzare la tecnologia, ma guidare i ragazzi ad un rapporto sano e consapevole con essa mediante regole chiare e condivise. Mantenendo anche un dialogo aperto sui rischi e sulle opportunità del digitale.
«Più in generale – conclude Cordone – è fondamentale prestare attenzione al benessere psichico globale dei ragazzi. E incoraggiare l’alleanza tra i genitori e le figure coinvolte nella formazione e nell’educazione dei ragazzi. Senza, tuttavia, aver timore nel rivolgersi a un professionista (pediatra, psicologa, neuropsichiatra infantile) se qualcosa ci preoccupa».