La dislessia evolutiva è il disturbo specifico dell’apprendimento più frequente tra i bambini in età scolare (5-10%) che compromette l’acquisizione della lettura e della scrittura. Ciò causa gravi svantaggi nel rendimento scolastico e professionale, nonostante un’istruzione adeguata e un’intelligenza nella norma.
“Psychological Research” ha pubblicato un importante studio coordinato dalle Università di Padova e Bergamo sulla dislessia. I ricercatori hanno notato che l’effetto placebo – l’aspettativa positiva – migliora la lettura nei bambini con dislessia evolutiva rispetto ai tradizionali programmi di riabilitazione. I risultati, replicati anche in studenti universitari, dicono che la tradizionale riabilitazione della dislessia non “pesa” quasi mai l’effetto placebo.
Effetto placebo, risposta automatica a stimoli positivi condizionati
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L’effetto placebo consiste nella risposta automatica a stimoli positivi condizionati, in cui segnali verbali, visivi, sociali producono reali cambiamenti nei comportamenti e negli esiti dei trattamenti. Esso è riconosciuto come una potente determinante della salute in numerose patologie.
L’effetto placebo si riferisce agli effetti benefici indotti dal contesto ambientale ed emotivo in cui il trattamento viene somministrato e non dal trattamento in sé.
Studi neurofisiologici hanno dimostrato che i trattamenti con placebo aumentano il rilascio di oppioidi e dopamina, riducendo l’attivazione nelle regioni cerebrali correlate alle emozioni negative.
Gli attuali programmi di riabilitazione per la dislessia – che tentano di automatizzare l’apprendimento dell’associazione tra lettera scritta e suono linguistico – controllano raramente l’effetto placebo. Questo lascia aperta la possibilità che le aspettative positive possano spiegarne l’efficacia.
La ricerca: usato un disegno sperimentale in doppio cieco
Lo studio “Flickering lenses enhance reading performance through placebo effect” ha indagato i possibili effetti di occhiali “lampeggianti” che regolano la frequenza del passaggio della luce. Questi sono utilizzati per aiutare le persone con dislessia e sembra che apportino miglioramenti nelle capacità di lettura, senza però evidenze scientifiche a supporto.
Gli scopi della ricerca sono stati due. Il primo: indagare la presenza dell’effetto placebo indotto dall’uso di questi occhiali a diverse età. Il secondo: stimarne il reale effetto sulle capacità di lettura.
È stato, pertanto, utilizzato un disegno sperimentale in doppio cieco. Ovvero, né i partecipanti né i ricercatori che hanno condotto lo studio sapevano chi stava ricevendo il trattamento sperimentale. Trattamento che ha interessato due gruppi di persone: 49 bambini con dislessia e 48 studenti universitari con fragilità di lettura.
Misurate le abilità di lettura in tre diverse condizioni
«Abbiamo – spiega Sandro Franceschini, primo autore della ricerca del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova – misurato le abilità di lettura in tre diverse condizioni sperimentali. Occhiali spenti, occhiali spenti+ aspettativa positiva, occhiali accesi. Le abilità di lettura nella condizione occhiali spenti + aspettativa rispetto alla condizione occhiali spenti hanno permesso di scoprire un forte effetto placebo. Ciò sia sugli errori commessi nella lettura di parole conosciute, sia sulla velocità nel decifrare parole nuove. La grandezza di questo effetto immediato è maggiore rispetto a quella riportata in lunghi trattamenti tradizionali di riabilitazione della dislessia».
Scoperto il reale effetto degli occhiali “lampeggianti
Dal confronto tra le condizioni in cui gli occhiali erano funzionanti o spenti i ricercatori hanno potuto scoprire il reale effetto degli occhiali “lampeggianti.
«Vi è un leggero aumento degli errori nella lettura di parole associato ad una lieve accelerazione nella decodifica di parole nuove. Questi risultati – afferma Sandro Franceschini – non escludono che possano esistere effetti a lungo termine degli occhiali. Ciò induce da un lato il sistema visivo a decodificare parole nuove, dall’altro, però, ostacola parzialmente il riconoscimento di parole conosciute».
«I bambini con dislessia della scuola primaria, pur avendo gli occhiali spenti, hanno commesso un minor numero di errori». CosìGiovanna Puccio, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova. «La sola aspettativa che gli occhiali fossero efficienti è stata determinante. Ha permesso loro di fare la stessa quantità di errori che si osserva solitamente in un ragazzo con dislessia frequentante la scuola media».
Spiegare i miglioramenti con l’aspettativa che si crea
Il risultato ottenuto è stato replicato in una popolazione di studenti universitari.
«L’effetto placebo ha ridotto gli errori di lettura degli studenti con difficoltà di lettura, portandoli allo stesso livello di coloro che leggono bene. Ciò – sottolinea Sara Bertoni del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo e responsabile della ricerca – suggerisce una importante considerazione. I miglioramenti indotti dai diversi trattamenti per la dislessia evolutiva potrebbero essere spiegati dall’aspettativa che si crea nei partecipanti ai trattamenti. Infatti, sono davvero rari gli studi sulla riabilitazione della dislessia in cui il possibile effetto placebo è adeguatamente controllato».
Fonte: Università di Padova