Solo il 5% degli adulti italiani segue la dieta mediterranea, un modello alimentare sostenibile e sano, mentre la stragrande maggioranza si attesta su un livello moderato.
Il dato proviene da un’indagine denominata Arianna (Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia), condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra il 16 ottobre, l’indagine è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Nutrition.
Allontanamento dai modelli alimentari tradizionali
La recente letteratura scientifica mostra un generale allontanamento dai modelli alimentari tradizionali nelle popolazioni mediterranee, compresa quella italiana.
«Oggi l’aderenza alla dieta mediterranea è sempre più bassa». Così Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’ISS. «Con i fenomeni dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, infatti, si è assistito ad una vera e propria transizione nutrizionale. Transizione caratterizzata da un discostamento sempre più evidente da tale modello dietetico e, al contempo, una ‘occidentalizzazione’ delle abitudini alimentari. A confermare tale quadro a livello nazionale sono i risultati del progetto Arianna».
La dieta mediterranea, varietà e stagionalità
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La dieta mediterranea è un modello alimentare, basato su varietà e stagionalità. È caratterizzato da un elevato apporto di frutta e verdura, cereali (specie se integrali), legumi, olio d’oliva e frutta secca. Ed anche da un moderato consumo di pesce, carne bianca, uova, latte e derivati e da un consumo limitato di carne rossa, carne processata e dolciumi.
Il modello mediterraneo si accompagna anche ad abitudini e stili di vita caratterizzati da convivialità, frugalità e condivisione dei pasti. Il rispetto per il territorio e per la biodiversità, lo stretto legame tra produzione delle materie prime e tradizione sono alla base del regime dietetico.
Il progetto Arianna, le donne più attente alla dieta
All’indagine hanno partecipato di 3732 adulti volontari, di cui l’87,7% (3273) erano donne e il 71,3% aveva un’età compresa tra i 17 e i 40 anni.
La maggior parte degli intervistati (83,8%) ha mostrato un’aderenza moderata alla dieta mediterranea, mentre l’11,3% una bassa aderenza. Soltanto il 5% riportava un’ottima aderenza.
Le analisi condotte hanno consentito di individuare nel sesso femminile e in un’età inferiore ai 40 anni le caratteristiche di una maggiore aderenza al modello alimentare. Essere studenti o privi di occupazione e seguire una dieta vegana e vegetariana, secondo l’indagine, sono caratteristiche proprie di chi segue la dieta mediterranea.
Scarsa aderenza è stata riscontrata da parte di chi lavora, a tempo pieno e parziale. Trascorrendo più tempo fuori casa si hanno meno momenti a disposizione per la preparazione dei pasti.
Assicurare il diritto al cibo a tutte le popolazioni
2,8 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso ad un’alimentazione adeguata ai loro fabbisogni
Lo ricorda la Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
Il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, sancito a livello internazionale.
Assicurare unicamente un’adeguata assunzione energetica per la sopravvivenza non è sufficiente. Riconoscere tale diritto, infatti, implica anche garantire un’alimentazione bilanciata, caratterizzata da un’ampia varietà di alimenti. Alimenti facilmente accessibili e sicuri, in grado di fornire tutti i nutrienti necessari.
«Una delle più grandi sfide del nostro tempo è rappresentata dalla coesistenza di varie forme di malnutrizione, tanto da costituire un triplo onere per l’uomo. È – conclude Marco Silano – il cosiddetto triple burden of malnutrition».
Malnutrizione per eccesso e per difetto e fame nascosta
Negli ultimi decenni si è assistito a un rapido incremento della malnutrizione per eccesso. La conseguenza è stata la crescente insorgenza di malattie croniche non trasmissibili e mortalità per tutte le cause. Infatti, in tutto il mondo, circa 2,5 miliardi di adulti e 37 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono in sovrappeso. D’altro canto, visto il momento storico dettato dai conflitti armati in corso, il numero di persone afflitte da privazione cronica di cibo è in aumento. E la malnutrizione per difetto rappresenta ancora oggi un problema drammatico.
Al contempo, si registrano circa 1,6 miliardi di donne e bambini che soffrono della cosiddetta “fame nascosta”. È una terza forma di malnutrizione per carenza di micronutrienti (vitamine e minerali). Questa, sebbene non risulti così evidente come le prime due, impedisce di condurre una vita sana.