La dieta chetogenica è diventata una scelta popolare per la perdita di peso e il miglioramento della salute metabolica. Tuttavia, uno studio pubblicato su Cell Reports Medicine ha sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti collaterali di questo regime alimentare. A quanto pare, può portare a un aumento del colesterolo LDL, livelli elevati di apolipoproteina B e una riduzione di alcuni batteri intestinali benefici. Questi risultati mettono in discussione i suoi presunti benefici e suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche
La dieta chetogenica: origini
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La dieta chetogenica affonda le sue radici negli anni ’20 del XX secolo, quando il dottor Russell Wilder della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, la sviluppò come trattamento per l’epilessia. Nel 1921, Wilder introdusse questo regime alimentare con l’obiettivo di replicare gli effetti benefici del digiuno, osservati nei pazienti epilettici che, durante i periodi di astinenza dal cibo, mostravano una significativa riduzione delle crisi.
Il medico, propose di ridurre drasticamente i carboidrati e aumentare l’assunzione di grassi per indurre uno stato di chetosi.
Parliamo di un processo in cui il corpo, privato del glucosio, comincia a utilizzare i grassi come principale fonte di energia. Questa intuizione derivava dall’osservazione che il digiuno, pur essendo efficace nel controllo delle crisi epilettiche, non rappresentava una soluzione praticabile a lungo termine. La dieta chetogenica, quindi, offriva un’alternativa sostenibile. Permetteva infatti ai pazienti di ottenere i benefici dell’astinenza alimentare senza rinunciare al cibo.
Negli anni successivi, la dieta divenne una soluzione standard per l’epilessia pediatrica resistente ai farmaci. Tuttavia, con l’avvento di nuovi farmaci anticonvulsivanti più efficaci negli anni ’40 e ’50, il suo utilizzo diminuì. Nonostante questo declino, negli ultimi decenni questo regime alimentare ha vissuto una rinascita, non solo come trattamento per l’epilessia, ma anche come approccio popolare per la gestione del peso e di altre condizioni metaboliche.
Ma esaminiamo i presunti benefici.
Presunti benefici
- Perdita di Peso: la dieta chetogenica è nota per la sua capacità di promuovere una rapida perdita di peso, principalmente attraverso la riduzione dell’appetito e l’aumento del metabolismo dei grassi;
- Controllo del diabete: alcuni studi suggeriscono che possa migliorare il controllo della glicemia e la sensibilità all’insulina, beneficiando particolarmente le persone con diabete di tipo 2;
- Miglioramento della funzione cognitiva: esiste anche una convinzione che i chetoni possano fornire un’energia più efficiente per il cervello, potenziando la funzione cognitiva e la concentrazione.
Tuttavia, recenti ricerche hanno cominciato a mettere in discussione la sicurezza a lungo termine e gli effetti collaterali della dieta.
Cosa dice il nuovo studio
Un team di specialisti di diverse istituzioni, tra cui l’Università di Bath, l’Università di Bristol, l’Oxford University Hospital Trusts, l’Università di Maastricht e il Teagasc Food Research Center, ha condotto uno studio su 53 adulti non obesi. I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi, ciascuno con un piano alimentare specifico: dieta chetogenica, dieta a basso contenuto di zucchero e dieta moderata. Ogni gruppo ha seguito il proprio piano alimentare per un mese, dopo il quale sono stati effettuati test per valutare i cambiamenti nei parametri metabolici e nella composizione della flora intestinale. Risultato?
Risultati della dieta chetogenica
I partecipanti che hanno seguito la dieta chetogenica hanno perso in media 1,6 kg di grasso corporeo. Il dato evidenzia l’efficacia della dieta nel promuovere la perdita di peso, in particolare del grasso. Tuttavia, questa perdita di adipe è stata accompagnata da un aumento significativo del 16% nei livelli di colesterolo LDL, comunemente noto come “colesterolo cattivo”. L’LDL è strettamente associato a un maggiore rischio di malattie cardiovascolari, poiché può contribuire alla formazione di placche nelle arterie. Inoltre, i livelli di apolipoproteina B, una proteina che trasporta il colesterolo LDL nel sangue e gioca un ruolo chiave nell’aterosclerosi, sono aumentati del 26%. Questo incremento segnala un rischio potenziale per la salute cardiovascolare, poiché livelli elevati di apolipoproteina B sono correlati a un maggiore accumulo di grasso nelle arterie e a un rischio più elevato di infarti e ictus.
Altri effetti collaterali
Un altro effetto collaterale osservato nei partecipanti alla dieta chetogenica è stata la riduzione dei batteri intestinali benefici. Questi microrganismi, essenziali per una buona salute digestiva, supportano il sistema immunitario e contribuiscono alla produzione di vitamine, in particolare la vitamina B. La loro diminuzione può avere effetti negativi sulla salute generale, influenzando la digestione, l’assorbimento dei nutrienti e l’efficacia del sistema immunitario. La riduzione dei batteri intestinali benefici potrebbe anche predisporre a disturbi gastrointestinali e a un’infiammazione cronica, compromettendo ulteriormente il benessere complessivo.
Dieta a basso contenuto di zucchero
Il gruppo che ha seguito la dieta a basso contenuto di zucchero ha perso in media 1 kg di grasso corporeo.
Insomma, una riduzione inferiore rispetto al gruppo chetogenico ma comunque significativa. Questo gruppo ha mostrato una riduzione del 10% nei livelli di colesterolo LDL. In pratica, diminuire l’assunzione di zuccheri può avere un effetto positivo sulla salute cardiovascolare. A differenza della dieta chetogenica, non si è verificato un aumento significativo nei livelli di apolipoproteina B.
Il che indica un rischio inferiore di sviluppo di aterosclerosi. Questo risultato suggerisce che una dieta a basso contenuto di zucchero potrebbe essere una scelta più sicura rispetto alla dieta chetogenica per coloro che desiderano migliorare la salute cardiovascolare senza esporre il corpo a rischi associati a livelli elevati di colesterolo LDL e apolipoproteina B.
Dieta moderata
Il gruppo che ha seguito una dieta moderata, che prevedeva una distribuzione equilibrata di carboidrati, grassi e proteine. I partecipanti non hanno mostrato cambiamenti significativi nei parametri testati. Cosa che suggerisce che una dieta equilibrata non comporta gli stessi rischi associati a diete più restrittive o estreme. I cambiamenti minimi nei livelli di colesterolo LDL e apolipoproteina B indicano che mantenere un apporto bilanciato di macronutrienti potrebbe essere la strategia migliore per preservare la salute cardiovascolare e metabolica.