Putin

Da Putin a Seneca, l’editoriale del direttore Ruggero Alcanterini

Scriveva Seneca a Lucilio: “Comportati così, Lucilio mio: renditi padrone di te stesso e raccogli e fa tesoro del tempo che fino ad oggi ti è stato portato via o carpito con frode o è andato perduto. Convinciti che è proprio come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via brutalmente, altri sottratti subdolamente e altri ancora si disperdono. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per incuria.

E se ci pensi bene, osserva: della nostra esistenza buona parte se ne va mentre operiamo malamente, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’occuparci di cose che non ci riguardano. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.

Sull’importanza del tempo ben speso

Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire”.

Putin e la guerra

Il grande filosofo Lucius Annaeus Seneca la pensava così, giusto due millenni fa. Si sottrasse alla follia di Nerone con il suicidio nell’anno 65. Cambiati mezzi e costumi, gli usi sono rimasti gli stessi. La malvagità e la stupidità degli umani non è mai venuta meno. Salvo la genialità e l’onestà intellettuale, il fair play in rare salvifiche riparatrici alternanze. Il Pianeta è piagato, esausto al punto di ridurre le sue pure origini nei Parchi Naturali. Mentre noi tutti adesso a Kiev finiamo in artificiose visceri metropolitane per scampare all’autodistruzione. Seneca raccomandava di dare valore al tempo, ma adesso non c’è più tempo