Giornata mondiale del Cuore

Rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale e di conseguenza anche in Italia. Si tratta delle malattie cardiovascolari, di cui, tuttavia, si potrebbe evitare l’80% dei decessi con la prevenzione. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ricordano che una percentuale significativa degli italiani ha almeno tre fattori di rischio.  Il dato va letto in senso positivo «perché chiama in causa tutti noi – dice Rocco Bellantone, presidente dell’ISS – come medici e come cittadini. Tutti possiamo fare molto per il nostro cuore, i medici e in particolare i medici di medicina generale, in quanto professionisti più prossimi ai pazienti. Come? Comunicando con sempre maggiore forza i buoni stili di vita. E come cittadini impegnandoci a prendere nelle nostre mani la nostra salute, praticando la prevenzione».

Malattie cardiovascolari, i numeri in Italia

Le malattie cardiovascolari includono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore. Rappresentano la prima causa di morte in Italia (30,8% di tutti i decessi nel 2021, ultimo dato di mortalità disponibile) con 217000 decessi.

I decessi per le malattie ischemiche del cuore e per le malattie cerebrovascolari sono, rispettivamente, il 27,3% ed il 24,7%. La percentuale è calcolata sul totale dei decessi dovuti alle malattie del sistema circolatorio.

I dati preliminari sono stati raccolti attraverso l’esame in corso sulla popolazione generale nell’ambito della periodica “Italian Health Examination Survey – Progetto Cuore” condotta dall’ISS. Essi mostrano per il 2023 che i valori medi della valutazione del rischio cardiovascolare sono risultati pari al 6,9% negli uomini e al 2,3% nelle donne.

Il 41% degli italiani presenta tre fattori di rischio

Dai dati di sorveglianza “PASSI” emerge che il 41% degli italiani tra i 18 e i 69 anni presenta almeno tre fattori di rischio.

Le malattie cardiovascolari sono multifattoriali, contribuiscono cioè alla loro insorgenza più fattori di rischio (età, sesso, pressione arteriosa, abitudine al fumo di sigaretta, diabete, colesterolemia).

I fattori di rischio cardiovascolare modificabili sono ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, fumo di tabacco, sovrappeso/obesità, sedentarietà e dieta. Quest’ultima comprende abitudini come lo scarso consumo di frutta, verdura e pesce e l’eccessivo consumo di grassi saturi e di sale.

Nel biennio 2022-2023, la sorveglianza PASSI ha rilevato che su 100 italiani adulti intervistati 18 hanno riferito una diagnosi di ipertensione e 18 di ipercolesterolemia. Inoltre, 35 erano i sedentari, 24 i fumatori, 43 risultavano in eccesso ponderale. Meno di 7 persone consumavano 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Il 5% degli intervistati ha riferito una diagnosi di diabete.

Cuore, attenzione all’alimentazione e al consumo di sale

Secondo l’OMS si dovrebbe consumare una quantità di sale inferiore a 5 grammi al giorno (pari a un cucchiaino da thè). Corrispondono a circa 2 grammi di sodio.

A livello mondiale, si stima che siano 1.89 milioni i decessi associati a un consumo eccessivo di sale. 

In Italia, i livelli di consumo di sale sono ancora ben al di sopra dei valori raccomandati, sebbene siano diminuiti nel tempo.

I dati PASSI riferiti al biennio 2022-2023 rivelano che più di 5 persone su 10 (56%) fanno attenzione alla quantità di sale assunta a tavola.

L’uso consapevole del sale è più frequente fra le donne, nelle persone più grandi di età, fra i residenti con cittadinanza italiana.

Anche l’istruzione ha un ruolo. Gli individui più istruiti, in particolare laureati, hanno un’attenzione maggiore all’impiego di sale nell’alimentazione.

Il ‘calcolatore’ del rischio personale di ictus e infarto

È attualmente in corso la periodica Health Examination Survey condotta dal Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell’ISS nell’ambito del Progetto CUORE (www.cuore.iss.it).

L’indagine permetterà di valutare l’ulteriore evolversi delle tendenze degli stili di vita, dei fattori e delle condizioni di rischio delle malattie non trasmissibili. In particolare delle malattie cardiovascolari. 

Sul sito del Progetto sono presenti sezioni dedicate al rischio cardiovascolare globale assoluto e un calcolatore del punteggio individuale di rischio. Questo, in poche mosse, permette di calcolare la propria probabilità di avere un infarto del miocardio o un ictus nei successivi 10 anni. Ciò sulla base del livello di alcuni fattori di rischio (sesso, età, pressione arteriosa sistolica, trattamento per ipertensione, colesterolemia totale ed HDL, fumo, diabete).