covid in italia

Il Covid in Italia non molla la morsa. L’Italia risulta infatti come primo Paese per numero di morti settimanali in Europa. Lo conferma l’ultimo report dell’OMS. Nel frattempo l’ultimo bollettino diffuso dalla protezione civile non è allettante. Nella data del 2 giugno, giornata di folla al mare e in città per le manifestazioni per la Festa della Repubblica, sono stati infatti 17.193 i nuovi contagi e 79 i morti.

L’Italia non è la prima volta che fa registrare questo record negativo. Infatti già a metà maggio la situazione non era delle migliori. Il nostro Paese era risultato nella classifica dell’OMS, primo in Europa per decessi e secondo a livello globale, preceduto dagli Usa.

Covid in Italia, i numeri aggiornati della pandemia

In base ai numeri del report dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sono 17.440.232 i casi confermati di Covid dall’inizio della pandemia, e 166.756 i morti.

L’OMS ha inoltre tracciato una mappa del rischio, con diverse colorazioni a seconda del livello. Ha spiegato: “Sulla base dei dati forniti dagli Stati membri, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie pubblica una mappa degli Stati membri dell’UE, suddivisa per regioni; mostrerà i livelli di rischio nelle regioni europee utilizzando un sistema a semaforo. Le regioni verranno indicate con i colori verde, arancione, rosso, rosso scuro e grigio (se non sono disponibili informazioni sufficienti). A causa del rischio particolare nelle aree rosso scuro, tutti gli Stati membri dovrebbero richiedere alle persone che viaggiano da tale area di eseguire un test prima della partenza e di sottoporsi a quarantena / autoisolamento“.

La mappa aggiornata al 2 giugno 2022

Il Consiglio, dal 1 febbraio 2022, ha chiesto all’ECDC di classificare gli Stati in base ad un “indicatore che varia con il tasso di notifica a 14 giorni, ponderato per l’adozione del vaccino nella regione. Queste mappe dovrebbero essere considerate solo ai fini descritti nella raccomandazione del Consiglio. Le mappe si basano sui dati riportati dagli Stati membri dell’UE al database del sistema di sorveglianza europea (TESSy) entro le 23:59 di ogni martedì“.