Dal 2 al 13 dicembre 2024, Riyadh ha ospitato la sedicesima Conferenza delle Parti (COP16) della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD). Questo evento ha rappresentato un momento significativo. Innanzitutto si è svolto in occasione del 30º anniversario dell’UNCCD. Inoltre è stato il primo grande incontro delle Nazioni Unite mai tenuto in Arabia Saudita.

In questo articolo vediamo qual è stata la partecipazione dei paesi all’evento, quali sono stati i temi trattati e gli obliettivi raggiunti. Le COP (Conferences of Parties) rappresentano un enorme sfida nella gestione di una problematica che non conosce ocnfini. E richiede quindi un accordo tra stati con risorse e responsabilità differenti.

Sottolineamo che secondo un’indagine condotta da Ipsos per Amref in occasione della COP27, il 70% degli italiani non sa cosa sono le COP. Per questo motivo ci sembra fondamentale parlarne. I temi del cambiamento climatico e dell’ambiente sono strettamente legati a quelli della tutela della salute, in un nodo stretto e inscindibile.

COP16: la partecipazione di Paesi e istituzioni

Alla COP16 hanno partecipato quasi 200 paesi, coinvolgendo oltre 24.000 persone, tra delegati governativi, esperti scientifici, rappresentanti di organizzazioni non governative e della società civile. Questo ha reso l’evento il più partecipato nella storia dell’UNCCD, sottolineando l’urgenza di affrontare questioni ambientali globali come la desertificazione, il degrado del suolo e la siccità.

Il tema centrale della COP: quale è stato?

La COP16 si è focalizzata sul tema “La nostra terra. Il nostro futuro.” con l’obiettivo di discutere strategie globali per contrastare la desertificazione e il degrado dei terreni. Tra i principali punti all’ordine del giorno vi erano:

  • il ripristino dei terreni degradati,
  • il miglioramento della resilienza delle comunità alla siccità,
  • il coinvolgimento del settore privato nella gestione sostenibile delle risorse naturali.

Un punto chiave dell’agenda riguardava l’impegno a raggiungere la neutralità del degrado del suolo entro il 2030, un traguardo ambizioso per garantire la sostenibilità delle risorse terrestri.

Le divergenze e gli obiettivi mancati della COP16

Uno degli obiettivi più significativi della COP16 è rimasto irraggiunto: l’adozione di un protocollo globale legalmente vincolante per affrontare la siccità. Questo mancato accordo è stato dovuto alle differenze di vedute tra i paesi industrializzati e quelli africani. I primi sostenevano un approccio operativo più flessibile, mentre i secondi chiedevano un protocollo con impegni economici chiari. Chiedevano inltre finanziamenti adeguati per affrontare le sfide specifiche dei territori maggiormente colpiti. Di fronte a queste divergenze, la decisione finale è stata rinviata alla COP17, che si terrà in Mongolia nel 2026.

Progressi e risultati raggiunti: quali sono?

Sebbene non si sia arrivati a un accordo sul protocollo per la siccità, la COP16 ha segnato comunque importanti progressi. Sono stati mobilitati oltre 12 miliardi di dollari destinati alla lotta contro la desertificazione e il degrado del territorio. Questo con particolare attenzione alle regioni più vulnerabili. Inoltre, gli Stati Uniti e altri partner hanno annunciato finanziamenti per circa 70 milioni di dollari. Questo attraverso l’iniziativa “Vision for Adapted Crops and Soils” (VACS), che mira a sviluppare sistemi agricoli resilienti al cambiamento climatico e adattati alle condizioni locali.

Un ulteriore passo avanti è stato rappresentato dall’aumento della consapevolezza sull’importanza di proteggere e ripristinare i suoli. Essenziale per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Tra le iniziative lanciate durante la conferenza, “Business4Land” si distingue per il suo obiettivo ambizioso: ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreno degradato entro il 2030. Questa iniziativa, che coinvolge comunità locali, popolazioni indigene, giovani e donne, evidenzia l’importanza di un approccio inclusivo e collaborativo.

Un bilancio tra successi e sfide nella COP16

La COP16 ha dimostrato l’importanza di un impegno collettivo nella lotta contro il degrado del suolo. Ma ha anche evidenziato le difficoltà che derivano da differenze politiche ed economiche tra i paesi. Da un lato è stato possibile raccogliere risorse significative e promuovere iniziative di ampio respiro. Dall’altro il mancato accordo sul protocollo per la siccità rappresenta una sfida che richiede ulteriori negoziati e sforzi.

Questa conferenza ha comunque gettato solide basi per future azioni. Per esempio ha evidenziato che il coinvolgimento di tutti gli attori globali, dalle istituzioni ai privati, è indispensabile per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta. La COP17 sarà un’occasione cruciale per affrontare le questioni rimaste aperte e proseguire sulla strada del progresso.