La ciguatera è una forma di intossicazione alimentare causata dal consumo di pesci contaminati da ciguatossine prodotte da microalghe marine del genere Gambierdiscus. Queste, vengono ingerite da piccoli pesci erbivori, che a loro volta vengono mangiati da pesci predatori. La tossina si bioaccumula lungo la catena alimentare, raggiungendo concentrazioni pericolose nei pesci di grandi dimensioni, che sono poi consumati dagli esseri umani. Questa condizione può causare gravi sintomi gastrointestinali e neurologici nei consumatori. Per affrontare il problema, l’AIEA ha implementato tecniche avanzate di monitoraggio attraverso l’uso di isotopi e tecniche nucleari. Esse consentono infatti un rilevamento rapido e preciso delle biotossine

Origine del Nome: ciguatera 

La ciguatera è una forma di intossicazione alimentare causata dal consumo di pesci contaminati da ciguatossine prodotte da microalghe marine del genere Gambierdiscus

Il termine “ciguatera” deriva dalla parola spagnola “cigua,” che si riferisce a un tipo di chiocciola terrestre (Ciguá) trovata nei Caraibi. Gli effetti della ciguatera erano simili a quelli dell’avvelenamento da ciguá. Di conseguenza, gli abitanti della regione iniziarono ad usare lo stesso termine per descrivere l’intossicazione causata dal consumo di pesce contaminato.

Cosa provoca la ciguatera

Le ciguatossine sono neurotossine potenti che agiscono interferendo con i canali ionici del sodio nelle cellule nervose, causando disfunzioni neuronali. Questo porta a una serie di sintomi che possono variare in gravità a seconda della quantità di tossina ingerita e della suscettibilità individuale. I sintomi comuni includono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, prurito cutaneo, formicolio, e sensazioni di freddo o caldo anomale. In casi più gravi, possono verificarsi disturbi neurologici come difficoltà respiratorie, alterazioni del battito cardiaco e paralisi temporanea.

Diffusione e impatto

La ciguatera è la forma più comune di intossicazione alimentare di origine marina nel mondo. Si stima che ogni anno si verifichino circa 50mila casi di intossicazione in tutto il mondo, anche se la sottostima dei casi non diagnosticati è probabile. Le aree con maggiori casi segnalati includono le regioni tropicali e subtropicali, dove il consumo di pesci di barriera corallina è comune.

Trattamenti

La pericolosità della ciguatera risiede nella sua capacità di causare sintomi gravi e persistenti, che possono durare da settimane a mesi. Inoltre, non esiste un trattamento specifico o un antidoto per la ciguatera; il supporto sintomatico è l’unica opzione disponibile per alleviare i sintomi. In alcuni casi, i sintomi possono diventare cronici e recidivanti. Cosa che influenza significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Prevenzione e novità 

Ad oggi la prevenzione rimane il metodo più efficace per evitare l’intossicazione da ciguatera. Questo include evitare il consumo di pesci noti per essere a rischio. Ad esempio, barracuda, dentici, cernie e altre specie di pesci di barriera corallina nelle zone endemiche. Inoltre, l’implementazione di tecniche avanzate di monitoraggio come quelle utilizzate dall’AIEA può aiutare a prevenire epidemie, fornendo strumenti per il rilevamento precoce delle ciguatoxine nei frutti di mare.

AIEA ha recentemente introdotto un nuovo approccio per il rilevamento delle ciguatossine attraverso il “test di legame del recettore” (RBA), particolarmente significativo per la sicurezza alimentare nei Paesi dei Caraibi e in altre regioni tropicali.

Standard normativo di sicurezza per la ciguatera

Il metodo RBA è stato adottato come un nuovo standard normativo per certificare la sicurezza dei prodotti ittici, compresi i molluschi esportati nell’Unione Europea.

L’AIAA ha inoltre organizzato seminari internazionali per formare scienziati provenienti da piccoli stati insulari in via di sviluppo sulle più recenti tecniche di rilevamento delle tossine marine. Questo sforzo promuove la collaborazione globale e lo scambio di conoscenze. Inoltre assicura anche che anche le nazioni con risorse limitate possano adottare pratiche avanzate per proteggere i propri cittadini e sostenere una pesca sicura e sostenibile.

I dati scientifici raccolti attraverso queste tecnologie avanzate aiutano i Paesi membri a identificare e caratterizzare le biotossine, migliorando così la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie pubbliche correlate alla contaminazione da ciguatossine.

Gli sforzi AIEA 

Alejandro Garcia Moya, direttore del Centro Studi Ambientali di Cienfuegos (CEAC), ha sottolineato l’efficacia nel mitigare le fioriture di ciguatera e le epidemie di ciguatossina con gli strumenti adeguati. Ha evidenziato l’importanza dei seminari dell’AIEA nel trasferire conoscenze sul monitoraggio e sulla gestione delle tossine marine, essenziali per sviluppare e rafforzare le capacità nei piccoli stati insulari in via di sviluppo. Questi sforzi hanno un impatto diretto sulla gestione delle fioriture algali dannose e sui loro effetti negli ambienti marini, fondamentali per le comunità che dipendono dal mare.

Florence Descroix-Comanducci, direttrice dei Laboratori per l’ambiente marino dell’AIEA, ha enfatizzato e l’esperienza dell’AIEA nella scienza nucleare e le sue collaborazioni scientifiche. «Sono esempi tangibili di quanto la scienza collaborativa possa realizzare nel campo della sicurezza alimentare e della protezione ambientale».